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    SCANDALI, CRISI ECONOMICA E SPIRITUALE: IN ITALIA MANCANO I PRETI – NEGLI ULTIMI DIECI ANNI IL NUMERO DEI RELIGIOSI NEL NOSTRO PAESE È CALATO DI 10 MILA UNITA' E L'ETÀ MEDIA SI È ALZATA  - I PRETI CON OLTRE 80 ANNI NEL 2019 HANNO RAGGIUNTO IL 16,5% NEL 2019. QUELLI CON MENO DI 40 ANNI NON SUPERANO IL 10% - COME SE NON BASTASSE, IN ITALIA C’È STATO UN CALO DELLE DONAZIONI, PASSANDO DA...


     
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    preti preti

    Antonio Grizzuti per "la Verità"

     

    Non sembra avere freni l'emorragia di vocazioni in Italia. Cifre alla mano, sono sempre meno numerosi i sacerdoti nel nostro Paese. E come se non bastasse, la crisi economica e la disaffezione verso la Chiesa alimentata anche dai recenti scandali ha inferto un duro colpo alle offerte per il clero. 

     

    preti con la mascherina preti con la mascherina

    Orientarsi nella selva di dati non risulta sempre cosa facile, e a volte i conti tornano a causa dell'incongruenza dei numeri riportati dalle fonti ufficiali, ma una cosa è certa: il numero di preti nel tempo appare in costante diminuzione. 

     

    Secondo i dati presenti sul sito della Conferenza episcopale italiana, nel 2019 la comunità dei presbiteri in Italia è scesa sotto quota 40.000 membri (per la precisione 39.804 unità). Solo dieci anni fa erano quasi 10.000 in più. Dal 1990 a oggi, il numero totale dei sacerdoti è calato di circa 15.000 unità, subendo una contrazione del 27%. 

     

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    Colpito sia il clero cosiddetto «secolare», composto da coloro che non sono vincolati a un particolare ordine, che quello «regolare», composto dai religiosi tenuti all'obbedienza di una regola. 

     

    Crollo verticale delle nuove ordinazioni dei preti secolari, diminuite di un terzo nel primo quindicennio del nuovo millennio. Stesso trend anche per i seminaristi (maggiori e minori), diminuiti del 31%, i religiosi non sacerdoti (-21%) e le religiose di sesso femminile (-29%).

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    ETÀ MEDIA PIÙ ALTA

    Decisamente impietosi i dati forniti dall'Istituto centrale per il sostentamento del clero, che si occupa di erogare le risorse necessarie a integrare il reddito dei presbiteri nei limiti stabiliti dalla Cei. 

     

    Nel 2018 i preti diocesani totali erano 33.941, ma solo 30.985 dichiarati abili a prestare servizio a tempo pieno in favore delle diocesi. Gli altri, malati o troppo anziani per servire le comunità. Quindici anni fa se ne contavano ben 5.200 in più. Una contrazione pari al 14,5% nel giro di appena tre lustri. Unica nota positiva, la crescita del diaconato con ben 4.700 diaconi, dei quali quasi nove su dieci risultano sposati.

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    Secondo il professor Franco Garelli, il vuoto vocazionale fa ancora più paura se si considera l'invecchiamento del clero italiano. «I preti con oltre 80 anni erano il 4,3% nel 1990, mentre sono il 16,5% nel 2019», ha affermato in un recente articolo il docente di Sociologia dei processi culturali all'Università di Torino, «i preti con meno di 40 anni erano 14% del clero nel 1990, mentre rappresentano non più del 10% nel 2019». 

     

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    Per contro, rileva Garelli, l'età media dei preti diocesani è passata dai 57 anni del 1990, ai quasi 60 anni nel 2010 e ha superato i 61 anni nel 2019. Un processo di invecchiamento verificatosi «a seguito della diminuzione dei nuovi ingressi o dal calo delle vocazioni», avvenuto «in modo un po' beffardo» a margine del Concilio Vaticano II quando il trend delle vocazioni era ancora in crescita e svariate diocesi italiane pianificavano la creazione di nuovi seminari o l'ampliamento di quelli già esistenti.

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    Sul piano territoriale, le cifre riportare dal professor Garelli evidenziano una redistribuzione dei prelati dalle Regioni settentrionali in favore di quelle meridionali. Fatta eccezione per il Lazio (+11%), nel trentennio 1990-2019 a nord di Roma si assiste a un vero e proprio profondo rosso: -35% in Piemonte, -32% in Liguria, -29% in Emilia Romagna e a seguire Triveneto (-28%), Marche (-27%) e Toscana (-24%). Tendenza opposta per il Mezzogiorno, con una crescita addirittura in doppia cifra per la Calabria (+12%) e incrementi significativi in Campania, Puglia e Basilicata (+7%). 

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    E laddove cresce numericamente, il clero presenta un'età media più bassa: un decennio separa i preti «giovani» della Basilicata (55,9 anni) da quelli decisamente più anziani del Triveneto (65,4 anni). 

     

    EROGAZIONI LIBERALI

    Pessime notizie anche sul versante delle offerte ai sacerdoti. L'aggiornamento annuale pubblicato dall'Istituto centrale per il sostentamento del clero parla chiaro: nel giro di poco più di un quindicennio le erogazioni liberali da parte dei fedeli sono passate dai 19,2 milioni di euro del 2002 ai 9,6 milioni di euro del 2018, in leggera ripresa rispetto al punto più basso (9,4 milioni di euro) toccato nel 2017. 

     

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    Nello stesso periodo, a fronte di un aumento di 209 unità per quanto riguarda i sacerdoti che hanno percepito l'intera retribuzione (circa 22.400 euro per i sacerdoti abili a prestare servizio a tempo pieno), i preti che hanno ricevuto un'integrazione sono diminuiti di ben 7.000 unità.

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