1 - CAFFÈ E BOUTIQUE SFITTI DA MESI NEL SALOTTO DI VIA ROMA RESISTONO SOLO LE GRANDI GRIFFE
Emanuela Minucci per la Stampa
PIAZZA SAN CARLO TORINO
Via Roma, il salotto della città. Un punto di arrivo per ogni negoziante, almeno sino al 2006, l' anno delle Olimpiadi invernali di Torino. Più o meno dieci anni dopo il salotto è diventato una reggia. Inarrivabile. Prezzi a partire dai 20 mila euro al mese per l' affitto della più piccola delle boutique. Prendere o lasciare, tanto i proprietari hanno le spalle larghe: la strada progettata da Piacentini negli Anni Trenta, è per l' 80 per cento di proprietà delle banche o delle assicurazioni.
Così il caro-affitti strangola i piccoli negozianti a favore di grandi empori mono-marca - leggi H&M, Zara, Douglas, Apple, Sephora - gli unici in grado di sopportare il peso di affitti stellari.
VIA ROMA A TORINO
Secondo i commercianti, a suonare le campane a morto per lo shopping di via Roma e dintorni ci pensano non solo la cifra che bisogna sborsare ogni mese (secondo uno studio realizzato dall' associazione di via, un negozio ordinario dura al massimo due anni e al suo posto fioccano i temporary shop) ma anche la rivalità delle adiacenti vie pedonali, quelle con il porfido e i marciapiedi a raso come via Lagrange o via Carlo Alberto in cui si sono rifugiati anche molti marchi di lusso.
Il motivo è semplice: sono perfette per lo struscio e più economiche. Morale, in via Roma e sotto i portici di piazza San Carlo ci sono caffè e boutique sfitti da mesi. Gli analisti del commercio spiegano che l' effetto Ogm nelle vie più centrali è legato alla globalizzazione del mercato. I canoni accessibili solo ai grandi marchi finiscono per penalizzare tutti i centri storici trasformandoli in insipidi cloni. E così via Condotti è sempre più simile a via Roma. E quel che compravi a Torino (o a Firenze) non ha più l' unicità di prima.
zara
«Non ci consola di certo il fatto che il fenomeno ormai sembri inarrestabile - accusa la presidente dei commercianti Maria Luisa Coppa, che da anni chiede di calmierare il canone di questi negozi - solo negli ultimi due anni sono fuggiti da via Roma ben quattro gioiellerie». Conclude: «Se poi al problema del caro-affitti aggiungi lo shopping su Internet e la crisi che sta colpendo i consumi, abbigliamento in testa, il risultato sono vie fotocopia, che cancellano il Dna commerciale e storico delle città».
2 - TURISTI RUSSI E COREANI SALVANO VIA CONDOTTI
Federico Capurso per la Stampa
BULGARI VIA CONDOTTI
Si abbassano le saracinesche. Le luci spente. Spoglie come fantasmi, le vetrine dei negozi di Roma lasciano in mostra sempre più spesso solo il cartello «affittasi». «Qui ci sono negozi che sono chiusi da sei anni», racconta Andrea, che dalla sua edicola osserva ogni giorno la vita di via Nazionale, ieri costellata di locali d' abbigliamento e oggi per metà desertificata. Le ragioni, spesso, sono gli affitti troppo alti: 20 mila euro mensili per metro quadro è la media su tutta Roma, ma si arriva ai 30 mila euro al metro quadrato nelle vie del centro. «Per questo, c' è chi prende i negozi solo per qualche mese», continua Andrea, indicando alcuni outlet. «Li chiamano temporary store. Questi, ad esempio, hanno aperto due mesi fa e ad agosto chiuderanno di nuovo per chissà quanto».
Folla a Via Condotti
Una moria che ha colpito soprattutto chi è distante dagli agglomerati dello shopping e che ha portato «il centro storico, tra piazza Navona e i Fori Imperiali, a essere invasa dai minimarket e dai souvenir», dice Federica, che nel suo tabacchi a due passi da Fontana di Trevi ha appena finito di parlare con i colleghi dei negozi del quartiere per cercare insieme una soluzione al «degrado esploso negli ultimi anni». C' è poi un' altra Roma, che viaggia a velocità diversa. È quella del lusso, che ha in via Condotti la sua Mecca dello shopping. Qui gli affitti non sono un problema, nonostante siano al quarto posto tra i più cari d' Europa.
CAMPIDOGLIO ROMA
Si viaggia a una media di undicimila euro al metro quadro ogni mese eppure, nonostante questo, «in pochi hanno dovuto abbandonare la propria sede negli ultimi anni. Anzi, ci sono segnali di ripresa», assicura Andrea Ginotti, titolare della storica sede romana dell' oreficeria Buccellati. Qui, tra Bulgari ed Hermès, dove i grandi marchi si riuniscono sotto l' egida dell' associazione Via Condotti, «stanno tornando a spendere i russi e iniziano ad arrivare anche i coreani». «Sono importanti segnali di ripresa - prosegue Ginotti - Sembra che la crisi si sia fermata». Adesso, semmai, «il problema è il Comune, con cui è difficile anche solo riuscire ad organizzare un evento». Persino per i 90 anni di Gina Lollobrigida «hanno fatto tutto all' ultimo minuto. Eppure, si sapeva da un po'».