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    "NEL BLU DIPINTO DI BLU? MODUGNO LA CANTÒ AL FESTIVAL SOLO PERCHÉ TUTTI LA RIFIUTARONO”, LA VEDOVA DEL GRANDE CANTAUTORE, FRANCA GANDOLFI, RICORDA LA STORIA DEL BRANO A 60 ANNI DAL DEBUTTO: "MA A SANREMO NON L'HANNO RICORDATO. MI È SEMBRATO COSÌ STRANO..." - E POI PARLA DI ERMAL META E DEI NEGRAMARO - VIDEO


     
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    Paolo Giordano per il Giornale

    MODUGNO FRANCA GANDOLFI MODUGNO FRANCA GANDOLFI

    Non sembra vero: Nel blu dipinto di blu ha compiuto 60 anni. E anche un altro capolavoro, Meraviglioso, ne fa cinquanta tondi tondi.

     

    Per di più, quest'anno Domenico Modugno ne avrebbe festeggiato novanta. Un incrocio magico di ricorrenze che, alla vigilia dell'evento «Meraviglioso Modugno» nella sua Polignano a Mare, fa dire alla donna della sua vita, Franca Gandolfi che «ancora oggi, a 24 anni dalla morte, Mimmo è una presenza continua per me». La loro è stata una storia d'amore forte e straordinaria forse perché, come ricorda lei, «ci siamo conosciuti giovani al Centro Sperimentale di Roma, lui era arrivato l'anno prima e studiava con Folco Quilici».

     

    Dopo poco si sposarono, e questa donna d'altri tempi, che oggi ha 86 anni e un tono di voce sempre autorevole e deciso, ha pian piano rinunciato alla sua carriera di attrice e lo ha accompagnato per oltre quarant'anni: «Ho visto nascere le sue canzoni dialettali e ne sono ancora molto legata.

     

    Quando mio padre divenne comandante dell'aeroporto militare di Palermo, ricordo che alla sera, sulle mulattiere circostanti, i pastori e gli agricoltori tornavano a casa cantando quelle nenie che lo hanno ispirato». Poi Modugno è diventato Modugno, ossia l'artista che ha cambiato per primo la canzone d'autore italiana. «Però lui aveva altre intenzioni», dice lei.

    MODUGNO MODUGNO

     

    Ma è diventato uno degli artisti italiani più celebri di sempre.

    «Dopo Nel blu dipinto di blu mi disse: Sono disperato, dopo tutto questo successo, non potrò più fare l'attore. Era il suo sogno. Insomma, noi eravamo felici, lui no».

     

    Però prima di Volare (titolo universalmente attribuito a Nel blu dipinto di blu) aveva registrato canzoni e pubblicato dischi.

    «Sì e faceva anche serate in giro. Ma era solo per arrotondare... Il suo obiettivo era un altro».

     

    Però.

    «Però un giorno disse a Franco Migliacci, che per mantenersi faceva il disegnatore per un giornale umoristico: Perché non mi dai un'idea per una canzone?».

     

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    La nascita di Volare è stata raccontata in tanti modi diversi.

    «Alla base ci sono i quadri e lo stile di Marc Chagall. Migliacci chiese a Mimmo: che ne dici di fare una canzone sugli uomini che volano in cielo? Da lì nacque tutto. Però il risultato non convinceva Modugno (lei lo chiama proprio così: Modugno - ndr) finché, dopo una terribile notte con un grande temporale, gli venne il ritornello volare oohh oooohh. La presentarono al Festival di Sanremo».

     

    Poi vinse.

    «Ma prima nessuno voleva cantarla. Non la capivano. Gli altri interpreti non si resero conto del valore dirompente di quel brano ».

    Incredibile.

    «Allora il direttore del Festival disse a Modugno: a questo punto l'unico che può cantarlo sei tu. Fu il primo cantante di Sanremo che fosse anche autore del brano. Così forse è nata la parola cantautore... Insomma, Modugno cercò Johnny Dorelli (allora il Festival era a coppie di interpreti - ndr) perché lo aveva conosciuto in Canada, e insieme la presentarono. Il resto è storia».

     

    Oggi c'è qualcuno che assomiglia a Modugno?

    «Ogni cantautore è un tipo a sé. Nessuno si assomiglia».

    Ermal Meta al Festival di Sanremo ha cantato una personalissima versione di Amara terra mia.

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    «Sì, l'ha fatta propria, come deve fare ogni vero artista come lui. Esattamente come hanno fatto i Negramaro con Meraviglioso, che con loro è rinata. Perciò ogni cantautore è un caso isolato e inimitabile».

     

    Modugno è stato celebrato anche da una fiction di Raiuno che nel 2013 ha fatto il pieno di ascolti.

    «Ho chiesto e ottenuto i migliori sceneggiatori perché sono decisivi. Un attore convince se la sceneggiatura è buona, altrimenti no».

     

    Il protagonista era Beppe Fiorello.

    «Bravissimo. Gli ho detto un sacco di cose, come camminava Modugno, come sorrideva... Ha fatto un ottimo lavoro».

    E lei, cara signora Franca, nella fiction era interpretata da Kasia Smutniak.

    «È stata così brava che a Polignano a Mare tutti ormai dicono andiamo nella spiaggia di Franca e Mimmo, ricordando una scena interpretata da lei».

    Insomma, sessant'anni di Volare.

    «Ma al Festival di Sanremo non l'hanno ricordato. Mi è sembrato così strano...».

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