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    NUOVA SCARICA DI INTERCETTAZIONI DI PALAMARA E NEL CASINO DELLE TOGHE FINISCE PURE IL PROCURATORE GENERALE DI CASSAZIONE, CHE DOVREBBE GUIDARE L'AZIONE DISCIPLINARE SUI MAGISTRATI COINVOLTI - ZINGARETTI PESCE IN BARILE: DA UNA PARTE DICE CHE NESSUNO HA DATO A LOTTI L'INCARICO DI TRATTARE SULLE NOMINE, DALL'ALTRA RICORDA CHE NON E' INDAGATO E RESPINGE PROCESSI SOMMARI


     
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    1. BUFERA PROCURE: ZINGARETTI, POLITICA NON INTERFERISCA SU CSM

    orlando zingaretti orlando zingaretti

     (ANSA) - Il caso Csm "è un passaggio molto delicato. Ho ringraziato Lotti perché anche se non indagato ha deciso di autosospendersi. Ma i fatti del Csm minano la fiducia dei cittadini nelle istituzioni, offrendo un quadro inquietante che necessita ora una iniziativa politica". Lo ha detto il segretario Nicola Zingaretti alla direzione del Pd. "La magistratura faccia il suo lavoro; bisogna definire il confine tra politica e magistratura. La politica ha il diritto di concorrere alla composizione del Csm, come previsto dalla Costituzione - ha proseguito -, può avere un'interlocuzione, ma non interferire sul suo funzionamento"

     

    1. ZINGARETTI, MAI A NESSUNO INCARICO SU NOMINE

     (ANSA) - Nel caso Csm "non c'è nessun indagato del Pd, prevale la presunzione d'innocenza fino a sentenza definitiva. Ogni tentativo di processo sommario sulla base di spezzoni di intercettazioni va respinto, lo abbiamo chiarito. Al tempo stesso abbiamo ribadito che mai il partito ha dato a nessuno il compito di occuparsi di assetti di uffici giudiziari".Lo ha ribadito il segretario Pd Nicola Zingaretti parlando alla direzione del partito.

     

    1. BUFERA PROCURE: ORLANDO, COME P2 PER PD? DI MAIO SIA CAUTO

    Palamara e Pignatone Palamara e Pignatone

     (ANSA) - "È una sintesi approssimativa. Se quello che appare dalle intercettazioni verrà confermato, la compagnia sarebbe più ampia e composita": così Andrea Orlando, vicesegretario del Pd ed ex ministro della Giustizia, a Circo Massimo su Radio Capital, alle affermazioni del vicepremier Luigi Di Maio. "Fossi in Di Maio sarei più cauto. Anche i laici dei 5 stelle - spiega Orlando - hanno votato lo stesso candidato sostenuto da quelli che apparirebbero come dei congiurati... (Marcello Viola, ndr).

     

    I politici presenti erano sicuramente del Pd", continua l'ex ministro della Giustizia, "ma ricondurre solo e soltanto ai politici una vicenda che è stata gestita anche da pezzi di magistratura mi pare riduttivo e squilibrato rispetto alla complessità di una cosa che non ridurrei a un'operazione del Pd. Anche perché chi era lì, come ha già detto Zingaretti, non era a nome del Pd".

    luca palamara 8 luca palamara 8

     

    Sul caso specifico di Lotti e Ferri, i due deputati dem coinvolti direttamente nella vicenda, Orlando dice "a me non piace fare processi politici o penali attraverso spezzoni di intercettazioni, non mi metto in questo sport. Quello che penso è che la politica debba tracciare una linea molto netta su ciò che può e non può fare rispetto a una vicenda come questa. Poi, alla fine, chiariremo le responsabilità individuali".

     

     

    1. QUELLA CONVERSAZIONE DI PALAMARA CON SPINA: «HAI PARLATO CON IL PG DELLA CASSAZIONE?»

    Valentina Errante per “il Messaggero

     

    Il rischio che la situazione precipiti non è ancora scampato. Perché il trojan piazzato dalla procura di Perugia nel telefono del pm Luca Palamara non rivela soltanto retroscena inquietanti che il sostituto di Roma indagato per corruzione a Perugia, confida ai colleghi amici, ma registra anche incontri reali e, dopo l'imbarazzante riunione tra i togati e i parlamentari del Pd Cosimo Ferri e Luca Lotti, il 27 maggio, il dispositivo capta l'incontro tra il pm e Riccardo Fuzio, procuratore generale della Cassazione e responsabile, insieme al ministro della Giustizia, dell'azione disciplinare. Che adesso potrebbe astenersi.

    LUCA LOTTI LUCA LOTTI

     

    E ieri le centinaia di nuove intercettazioni, che raccontano appuntamenti e conversazioni di Palamara dal 16 al 29 maggio (il giorno prima della perquisizione che ha fatto scoppiare il caso) sono state trasmesse anche in via Arenula. A Palazzo dei Marescialli, ad avere accesso ai nuovi atti della procura di Perugia, al momento, è solo il comitato di presidenza del Csm: il vicepresidente David Ermini, il primo presidente di Cassazione Giovanni Mammone e appunto Fuzio, che ieri non era presente al plenum straordinario e che, per opportunità, potrebbe scegliere di non valutare le nuove carte. Un altro motivo di imbarazzo che scuote la magistratura.

     

    NON FARE NIENTE

    È il 16 maggio quando Palamara scopre dal consigliere del Csm Luigi Spina, indagato per rivelazione del segreto istruttorio e favoreggiamento e dimissionario dopo lo scandalo, che al Csm è arrivata la comunicazione della sua iscrizione sul registro degli indagati. Fuzio, che appartiene alla stessa corrente di Palamara e Spina, Unicost, in quel momento è all'estero. Palamara dice al collega: «Tu hai detto a Riccardo, hai detto di non fare niente?»

    riccardo fuzio e michele prestipino riccardo fuzio e michele prestipino

     

    Spina risponde: «Mi sono messaggiato» E Palamara: «E che ha detto?» Spina risponde: «Ha detto a te non fa...digli di non fare niente e quando torno lo chiamo. Questo mi ha scritto». Palamara risponde: «Io non faccio proprio niente». Di fatto, dopo le perquisizioni, i procedimenti disciplinari sono stati avviati proprio da Fuzio, sia nei confronti dei cinque consiglieri togati che con i parlamentari Cosimo Ferri e Luca Lotti parlavano delle nomine, sia nei confronti di Palamara.

     

    LA TRAMA

    PAOLO IELO PAOLO IELO

    È sempre il 16 maggio quando Palamara parla con il pm Stefano Fava, autore di un esposto al Csm nei confronti dell'oramai ex procuratore di Roma, Giuseppe Pignatone e dell'aggiunto Paolo Ielo che, sul fascicolo relativo alla vicenda delle sentenze comprate al Consiglio di Stato non si sarebbero astenuti, pur avendo interessi familiari. In realtà Ielo si è astenuto, mentre Pignatone si è consultato sul modo in cui procedere con il procuratore generale Giovanni Salvi.

     

    Palamara sostiene di essere vittima di una vendetta: «Io pago Ermini (ossia l'elezione di David Ermini a vice presidente del Csm ndr) e pago l'operazione Viola (la nomina che sembrava certa di Marcello Viola a capo della procura di Roma ndr)». L'idea di Fava, al quale è stato tolto il fascicolo sulle sentenze comprate al consiglio di Stato che riguardavano anche Centofanti, è quello di essere stato neutralizzato.

     

    LUIGI SPINA LUIGI SPINA

    L'accusa è che Pignatone e Ielo abbiano mandato a Perugia gli atti che riguardano Palamara, con l'ipotesi che avesse ricevuto regali da Centofanti e non quelli che riguardano loro stessi. «Quelli hanno fatto prima toglie Bottillo (Giuseppe Bottillo, ex comandante del nucleo di polizia valutaria della Finanza che conduceva l'indagine ed è stato trasferito a Trieste ndr)», dice Fava e poi aggiunge: «Certo, tu devi pensare, quando parte l'indagine, loro, si preoccupano, come abbiamo detto, prima di neutralizzare me, e poi di togliere la polizia giudiziaria, ok sul presupposto che lui deve controllare».

     

    Poi aggiunge: «Ma dipende da De Ficchy, (Luigi il procuratore di Perugia in pensione dal 2 giugno) fino a quando (fonetico), fino a quanto ... , si è lasciato coinvolgere su questa cosa». E Palamara: «Totale, e te lo sto dicendo, totale De Ficchy conosce benissimo Fabrizio. È una storia pazzesca, guarda ti giuro».

    Luigi De Ficchy Luigi De Ficchy

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