Maria Vittoria Giannotti per la Stampa
BIMBO DOWN VITTIMA DI BULLISMO
Lo hanno costretto a mangiare la schiacciata caduta sul pavimento sporco e bagnato di una delle docce dello spogliatoio dopo l'allenamento di calcetto. E Giulio - nome di fantasia - un ragazzino di quattordici anni con sindrome di Down non ha trovato la forza di opporsi all' umiliante sopruso di tre coetanei con cui, fino a pochi minuti prima, aveva corso in campo indossando la stessa maglia
A indignarsi, e a difenderlo, ci ha pensato un amico, che ha tentato di convincere i ragazzi che quello scherzo non era affatto divertente. Ma i tre, forti dell'essere in gruppo, lo hanno invitato a farsi gli affari suoi. E lo scherzo, o meglio l'episodio di bullismo, è andato avanti.
Lo stesso ragazzino che si era fatto avanti per proteggere il compagno ha deciso però che quel gesto non poteva passare sotto silenzio. E ha deciso di raccontare tutto a un insegnante nella speranza che avrebbe gestito al meglio la situazione.
bullismo scuola 2
È così che la mamma di Giulio ha scoperto quello che il figlio non aveva avuto voglia di raccontarle. Ed è così che, a Bagno a Ripoli, un piccolo paese a sud di Firenze, il mondo degli adulti si è trovato davanti, per l'ennesima volta, il compito di gestire, nel modo più appropriato, un comportamento scorretto.
La prima a sollevare la questione è stata la mamma di Giulio, con un post pubblicato sul suo profilo Facebook. Ad accompagnare il suo sfogo, poi rimosso, il volto di suo figlio alle prese con la prima rasatura dei primi baffetti.
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«La risposta ai tre compagni di squadra str... che negli spogliatoi del calcio ti hanno fatto uno scherzo orribile Anzi un vero e proprio atto di bullismo, è la tua faccia Amore mio! Alta, fiera e timida come sei tu, che chiami amici anche quei tre che amici non sono!» scrive.
Accanto all' amarezza, anche la consolazione di essere circondata da tanto affetto e da amici veri. «Per fortuna ci sono ancora ragazzini che denunciano, che mettono a repentaglio la loro tranquillità, per un amico! Grazie M. hai dimostrato un coraggio che quei tre messi insieme non avranno mai».
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Intanto la società sportiva di Bagno a Ripoli dove giocano i ragazzi ha preso provvedimenti e l' accaduto è diventato uno spunto per avviare un percorso educativo sul bullismo. Sul caso è intervenuta anche Trisomia 21 Firenze, che segue Giulio, lanciando un appello all' inclusione. Mentre Paolo Mangini, presidente del Comitato regionale Toscana per conto della Figc ha invitato il 14enne a coltivare la sua passione per il calcio.