Federico Capurso per “la Stampa”
NICOLA ZINGARETTI ROBERTA LOMBARDI
I vertici del Movimento tornano a parlare di «abbraccio mortale del Pd», per dare un'idea dello stato dei rapporti tra ex alleati. Così vedono l'invito di Enrico Letta a fare fronte comune all'opposizione.
Insomma, non se ne parla nemmeno. Anche perché l'obiettivo dei grillini, in questo momento, è diametralmente opposto: rendere il Pd un corpo estraneo alla sua stessa famiglia. Isolarlo dai progressisti, dunque, infittendo un dialogo esclusivo con Sinistra italiana e Verdi. Operazione che nasce dai territori, dove le geometrie si muovono più fluide, senza le ingessature dei palazzi romani.
ENRICO LETTA NICOLA ZINGARETTI
Dal Friuli Venezia Giulia alla Sardegna, dalla Valle d'Aosta alla Lombardia, si iniziano così a cementare i rapporti con gli altri partiti del campo progressista, nel tentativo di sottrarre ai Dem il ruolo di forza politica di riferimento. L'ultimo squillo arriva dal Friuli Venezia Giulia, dove si voterà in primavera. L'invito parte da Sinistra italiana e Verdi, che riuniscono la segreteria regionale per sottolineare come sia «fondamentale lavorare alla ricomposizione del fronte di opposizione, riconoscendo il ruolo progressista dei Cinque stelle in regione». Il coordinatore M5S Luca Sut non perde un attimo: «Partiamo da Sanità e Ambiente - dice - per un proficuo dialogo con Verdi e Sinistra italiana». Ed ecco il muro per emarginare i Dem: «Per trasparenza - aggiunge Sut -, metto al corrente gli amici di Verdi e Sinistra italiana che non faremo accordi con l'attuale classe dirigente regionale di "centrodestra" del Pd».
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Il primo laboratorio, invece, nasce in Valle d'Aosta, dove da due anni la deputata uscente del M5S, Elisa Tripodi, lavora a un'alleanza con Sinistra italiana, Adu Vda e Gauche autonomiste: «Qui abbiamo costruito insieme un campo progressista ampio, in cui si portano avanti quei temi abbandonati dal Pd regionale». La buona intesa li ha portati a presentarsi con una lista unica alle elezioni, la "Valle d'Aosta aperta - écologie et progrès", mentre «il Pd - sottolinea Tripodi - ha corso con Union Valdôtaine, partiti autonomisti, Azione e Italia viva».
I tentativi di fare rete proseguono in Sardegna, dove la Regione e il comune di Cagliari potrebbero entrambi tornare al voto, se il governatore Christian Solinas e il sindaco Paolo Truzzu si lasceranno tentare dalle voci che li vorrebbero a Roma nel nascente governo di destra. Nell'isola la vicepresidente M5S Alessandra Todde e l'ex capogruppo in Senato Ettore Licheri tessono i rapporti con le forze progressiste. Seguono il modello Carbonia: l'alleanza con Sinistra italiana, Articolo 1 e Rossomori che un anno fa aveva sostenuto la candidatura a sindaco di Luca Pizzuto.
roberta lombardi foto di bacco
Più complicata la partita nel Lazio, dove c'era già una bozza di accordo tra M5S e Pd (quello di Nicola Zingaretti, non di Enrico Letta), ma ora tutto è di nuovo in bilico. In Regione si vota a gennaio, il tempo corre, e al Movimento punta quindi a porre condizioni pesanti ai Dem, per mantenere l'intesa. Non vuole solo un peso riconosciuto in giunta, con assessorati di primo piano e la vicepresidenza, ma anche assicurazioni, nero su bianco, su temi delicati come l'inceneritore di Roma. Così da costringere il Pd, se proprio non si può isolare, a riconoscere almeno il ruolo centrale dell'agenda grillina.
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