FABIO MARCHESE RAGONA - IL MIO NOME E SATANA
Filippo Di Giacomo per “il Venerdì - la Repubblica”
Se le storie sono vere, monsignor Satana abita in Vaticano dal 13 ottobre 1884.
Quel giorno papa Leone XIII, mentre assisteva ad una messa, vide sul capo del celebrante qualcosa di terrificante. Tornato nei suoi appartamenti, consegnò al segretario di Stato una preghiera con l' ordine di farla avere ai vescovi del mondo in modo che potesse essere recitata da tutti i sacerdoti dopo ogni messa.
Si tratta della famosa preghiera a San Michele che papa Francesco, il 29 settembre 2018, giorno della festa liturgica del "principe delle milizie celesti", chiese, finora inascoltato, di riprendere a recitare a fine rosario. Il 29 giugno del 1972 Paolo VI si diceva convinto che «da qualche fessura fosse entrato il fumo di Satana nel tempio di Dio». E ancora oggi, in Vaticano, Satanasso non solo sembra abitarci, ma pare anche starci comodo.
esorcismo
Il mio nome è Satana è il titolo di un saggio di Fabio Marchese Ragona, edito dalla San Paolo. Non è un libro per acchiappa-diavoli, quanto una lunga inchiesta su fatti e fatterelli durante i quali i Principi degli Apostoli hanno incrociato i guantoni con il Principe di questo mondo. In realtà, Pio XII e Benedetto XVI il "nemico" lo hanno riconosciuto in fenomeni culturali e sociali: il primo nel comunismo (che, a detta del nipote, tentò di esorcizzare con apposito rito), il secondo in quella secolarizzazione che durante alcune sue messe spinse qualche invasato a schiumare con la bocca e a urlare orribili bestemmie.
ESORCISMO
Giovanni Paolo II e Francesco, invece, il diavolo lo hanno incontrato in persone portate in Vaticano per essere esorcizzate dai Pontefici. In realtà, le loro preghiere sono risultate vane, i diavoli sono rimasti indisturbati e i posseduti sono tornati a casa così com' erano arrivati. Come se, nel regno dei chierici, Satana non si fosse sentito profugo in terra straniera.