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    LA RIVOLUZIONE NON ROUSSEAU - OCCHIO: NEL M5S CI SONO UNA VENTINA DI DEPUTATI E UNA DECINA DI SENATORI PRONTI A DICHIARARE GUERRA AL GOVERNO GIALLO-ROSSO. PARLAMENTARI DI SECONDA E TERZA FASCIA, POCO CONOSCIUTI AL GRANDE PUBBLICO, ACCUSANO CASALINO E CO. DI DECIDERE TUTTO, VEDI IL CAMBIO DI GOVERNO, E DI NON VENIRE MAI INTERPELLATI. MOLTI ELETTI ALL'UNINOMINALE, SONO PROFESSIONISTI, ESPERTI, PROFESSORI, NON I CLASSICI DISOCCUPATI CHE HANNO VINTO IL SUPERENALOTTO


     
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    Antonio Amorosi per Dagospia

     

    giuseppe conte con rocco casalino alla conferenza stampa giuseppe conte con rocco casalino alla conferenza stampa

    Nel M5S ci sarebbero almeno una ventina di deputati e una decina di senatori pronti a dichiarare guerra una volta lanciato il nuovo governo giallo-rosso. E' quanto trapela dai colloqui tenuti con diversi esponenti del movimento che da mesi sono entrati in rotta di collisione con il gruppo comunicazione.

     

    I due drappelli sarebbero anche disposti a dare l'appoggio al governo di Giuseppe Conte ma costituendosi, soprattutto quello alla Camera (avrebbe i numeri minimi di parlamentari), come entità autonoma dai 5 Stelle, svincolandosi così dalla morsa degli uomini di Rocco Casalino.

    In questo momento quindi non è solo il verdetto dei 115 mila iscritti a Rousseau a impensierire i vertici del M5S ma anche un nuovo fronte interno, pronto ad esplodere a meno di radicali di cambi di rotta nelle strategie di gestione della forza politica.

    ROCCO CASALINO GIUSEPPE CONTE BY LUGHINO ROCCO CASALINO GIUSEPPE CONTE BY LUGHINO

     

    Non si era mai visto un premier, come Giuseppe Conte, passare da un governo orientato a destra ad uno orientato a sinistra. Eppure non è l'inversione ad U del presidente del consiglio ad impensierire i “nuovi dissidenti” che memori della brutta fine di chiunque si sia messo di traverso ai vertice, lavorano da giorni sotto coperta.

    “Voteremo a favore ma decideremo noi su cosa”, spiega un deputato.

     

    Questi parlamentari di seconda e terza fascia, quindi poco conosciuti al grande pubblico, accusano Casalino e company di essere gli artefici delle decisioni di rilievo, come nel cambio di governo, e di non venire mai interpellati nel merito, anche per quelle di poco conto. Di essere così ridotti a semplici “pigia bottoni” delle direttive prese da altri. “Anche opinabili visto che dal 32% delle politiche del 2018 abbiamo perso due terzi dell'elettorato”, racconta un altro deputato.

    giuseppe conte abbraccia di maio e festeggia la vittoria del m5s alle elezioni 2018 5 giuseppe conte abbraccia di maio e festeggia la vittoria del m5s alle elezioni 2018 5

     

    Molti di questi sono stati eletti all'uninominale, battendo tutti i candidati degli altri partiti nella circoscrizione. Sono professionisti, esperti di vari settori, professori con alle spalle anche carriere rilevanti. Non sono i classici “disoccupati che hanno vinto il superenalotto”. “Ma in un anno e mezzo ci hanno trattatati come pedine, chiamati a ratificare decisioni alle quali era impossibile opporsi”, spiega un senatore.

    Ma così non vi ricandideranno più!

    “Abbiamo già finito la nostra esperienza. Siamo tutti stati eletti all’uninominale. Quindi quando si voterà, visto il crollo verticale dei consensi del M5S, perderemo comunque”, reagisce lui.

     

    "Siamo stati chiamati dal movimento ma siamo rimasti totalmente inattivi”, si confida un secondo senatore, “ma non vogliamo essere complici di una disfatta totale. Abbiamo sopportato di tutto. Anche la scelta demenziale di contrastare Salvini su politiche condivisibili che portavano un consenso facile”.

     

    Comunque andrà a finire con il voto di Rousseau, nella pancia del movimento sembra essersi innescata questa bomba.

    Ma quando verrete fuori?

    giuseppe conte luigi di maio 2 giuseppe conte luigi di maio 2

    “E’ solo una questione di tempo. Se non sarà con i gruppi ci faremo sentire in altro modo. Siamo già un sentire diffuso, una corrente. Se si tradiscono gli ideali di base poi i risultati sono questi. Comunque, la paura è finita. Se non sarà oggi accadrà domani”, conclude il secondo senatore.

     

    A sentirlo parlare, il nuovo governo M5S-Pd sembra nascere su basi tutt'altro che robuste. Se queste sono le premesse altro che governo solido voluto del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Da un lato il Pd con i gruppi parlamentari condizionati dall’ex segretario Matteo Renzi, dall’altro questa spina nel fianco nel M5S.

     

    A dimostrazione di questo, chi scrive spiegò già nel 2013 (qui il linkhttp://www.antonioamorosi.it/2013/02/06/le-verita-choc-su-casaleggio-tutto-quello-che-grillo-non-dice/ )alla prima elezione politica del M5S, che il punto debole della creatura di Casaleggio e Grillo resta sempre la gestione del personale, come lo fu già nella società Webegg da cui Gianroberto Casaleggio trasse il modello di costruzione del movimento.

     

    davide casaleggio luigi di maio davide casaleggio luigi di maio

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