Olivio Romanini per il “Corriere della Sera”
lucia borgonzoni
Non è la prima volta che il privato diventa politico e non sarà l' ultima. Ma il testacoda tra la leghista Lucia Borgonzoni, sottosegretario alla Cultura nel governo Conte e il padre, l' architetto Giambattista Borgonzoni, «moderato di sinistra» e schierato fieramente contro Salvini, è di quelli che non passano inosservati.
Lui l' ha criticata pubblicamente e ha puntualizzato di non averla votata. Lei ieri si è sfogata con un lungo messaggio social: «Non sono arrabbiata con te, non sono arrabbiata di certo con una persona che da quando ho sei anni ha di fatto scelto di non frequentarmi. Mi dispiace che tu ti lasci strumentalizzare, questo sì, che usi me come palcoscenico».
lucia borgonzoni con il vescovo di bologna matteo zuppi 2
Per capire come sono andate le cose bisogna però fare un passo indietro. Qualche giorno fa, Lucia Borgonzoni viene chiamata a parlare di immigrazione a un dibattito con il vescovo di Bologna, Matteo Zuppi.
I due hanno posizioni antitetiche sul tema. Succede che quando il prelato prende la parola, Borgonzoni si alza e se ne va perché ha un treno da prendere. I giornali la criticano, sulla sua bacheca Facebook arrivano decine di insulti al vescovo per le sue posizioni sull' immigrazione.
lucia borgonzoni matteo salvini 1
A quel punto, l' edizione bolognese di Repubblica lancia una raccolta firme per chiedere scusa al vescovo e aderiscono intellettuali e gente comune. Tra le tante, c' è una firma che colpisce più delle altre: quella del padre di Borgonzoni che chiede a scusa al vescovo anche lui.
lucia borgonzoni contro il padre su facebook
Poi in un' intervista al Corriere della Sera aggiunge che Lucia, sua figlia, ha sbagliato e che doveva rimanere lì ad ascoltare il vescovo, parla male di Salvini e ribadisce che lui non l' ha mai votata.
Ecco quindi la replica di Lucia Borgonzoni. «Mi chiedo perché - scrive - devo essere costretta a risponderti qui, mi chiedo perché, invece di rilasciare interviste su di me, io debba avere un padre che non alzi il telefono e mi parli, come farebbe un qualsiasi altro padre in una situazione normale.
lucia borgonzoni matteo salvini
Dici che non voti per me, passi. Fa parte di una libera, legittima, democratica scelta che difendo. Dici che la Lega, il partito in cui milito con convinzione, non è la cura per il Paese. Non condivido ma rispetto questa opinione».
Ma, per usare un eufemismo, Borgonzoni non deve avere gradito le parole del padre: «Quello che proprio non posso sopportare sono le bugie. Non sono in polemica con il vescovo di Bologna.
lucia borgonzoni con il vescovo di bologna matteo zuppi 1
Sono dovuta andare via dall' incontro semplicemente perché avevo già un altro impegno non rinviabile. Tutti sono stati avvisati in anticipo di questo, vescovo compreso.
Con lui i rapporti sono cordiali». E ancora: «Quanto agli insulti sulla mia pagina, io non censuro, per scelta, mai nulla. Non tolgo nemmeno le offese contro di me. Vuol dire che condivido? Assolutamente no».
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Il padre, interpellato in serata, le indirizza una replica: «Il dibattito che investe la politica della Lega verso i migranti e il tuo incontro con l' arcivescovo Zuppi è terreno eminentemente politico.
Uscire da questo ambito, per entrare in una logica di vicende famigliari opinabili, è un esercizio che mostra la tua incapacità, spero momentanea, di confrontarsi nel merito».
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