CIRCONCISIONE IN CASA: COMUNITÀ ISLAMICA, FERMA CONDANNA
BIMBO CIRCONCISO
(ANSA) - "Apprendiamo con sgomento la terribile notizia di un neonato di 5 mesi morto dissanguato a seguito di una circoncisione eseguita in clandestinità. Una morte che poteva certamente essere evitata e che ci addolora profondamente. Condanniamo fermamente questi gesti irresponsabili e ci auguriamo che non si ripetano più". Così la Comunità islamica di Bologna interviene sul caso del bambino di Scandiano (Reggio Emilia) morto all'ospedale Sant'Orsola.
Il presidente della comunità, Yassine Lafram, fa anche un appello "a tutte le famiglie che vogliano far circoncidere i propri figli per motivi religiosi o tradizionali: rivolgetevi alle strutture sanitarie territoriali competenti, pubbliche o private che siano. Rivolgetevi ai vostri pediatri o ai vostri medici di riferimento. O, altrimenti, rivolgetevi a noi della Comunità Islamica di Bologna e sapremo orientarvi verso soluzioni sicure che possano garantire buona salute per i vostri, nostri, figli".
BIMBO MORTO DOPO CIRCONCISIONE, GENITORI INDAGATI
Stefania Passarella per l'ANSA
LA CIRCONCISIONE DI GESU
Un intervento di circoncisione 'fai da te', fra le mura di casa, risultato fatale. La tragedia, l'ennesima dopo il caso del bambino morto per lo stesso motivo vicino Roma a dicembre scorso, stavolta ha come vittima un bimbo di appena cinque mesi, deceduto nella notte tra venerdì e sabato in ospedale a Bologna.
A praticargli l'intervento, in un paesino del Reggiano, sarebbero stati gli stessi genitori, di origine ghanese, ora indagati per omicidio colposo. Le indagini dei carabinieri di Reggio Emilia sono coordinate dalla Procura reggiana che sul caso ha aperto un fascicolo. Il dramma si è consumato nella notte tra venerdì e sabato scorso tra Scandiano, paese del Reggiano dove la famiglia del bimbo è residente da tempo, e Bologna, dove il piccolo è poi morto.
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Secondo quanto ricostruito, al bimbo è stata praticata tra le mura di casa, nel centro storico del paese, una circoncisione, da padre e madre, lui quarantenne, lei trentenne, che hanno altri tre figli, più grandi del fratellino morto ma tutti minori. Le condizioni del bambino sarebbero subito diventate critiche e i familiari l'hanno portato all'ospedale di Scandiano, dove sarebbe arrivato già in condizioni disperate, in arresto cardiocircolatorio e con una forte emorragia.
Una situazione giudicata gravissima dal personale sanitario che ha richiesto l'intervento dell'elisoccorso per trasferire d'urgenza il paziente al Sant'Orsola di Bologna dove però non c'è stato nulla da fare: è morto nella notte. Allertati dall'ospedale di Scandiano, i carabinieri di Reggio Emilia continuano le indagini nel massimo riserbo. Sarà l'inchiesta ora ad accertare le responsabilità di quanto accaduto.
La Procura reggiana ha aperto un fascicolo per omicidio colposo a carico dei genitori. I due saranno ascoltati nei prossimi giorni e la salma del bimbo è a disposizione per l'autopsia che la pm, Isabella Chiesi, deve ancora fissare. Fortemente colpito dalla tragedia il comune di Scandiano, 26mila abitanti, dove delle comunità di origine straniera quella ghanese è tra le meno numerose. Il sindaco Alessio Mammi (Pd) parla di un "fatto gravissimo" e auspica giustizia per i responsabili, sottolineando che sul territorio ci sono "servizi molto capillari che consentono di fare simili interventi in sicurezza".
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I bimbi che subiscono la pratica clandestinamente, e spesso non realizzata da medici, corrono infatti il rischio di contrarre infezioni ed emorragie che possono diventare letali. Prima della tragedia di Scandiano l'ultimo caso si era verificato a dicembre scorso, vittima un bimbo di due anni a Monterotondo, alle porte di Roma.
"È necessario creare le condizioni per una vera integrazione, imponendo dappertutto il rispetto delle leggi italiane", sottolinea Licia Ronzulli (FI), presidente della Commissione bicamerale per infanzia e adolescenza. Chiede invece con urgenza una "legge nazionale" affinché si "autorizzino le strutture pubbliche e private ad effettuare le circoncisioni presso gli ospedali con costi accessibili", Foad Aodi, fondatore dell'Associazione medici di origine straniera in Italia (Amsi). Per motivi culturali, religiosi o igienici tra i 4000 ed i 5000 bambini stranieri ogni anno in Italia vengono circoncisi.
Le operazioni clandestine, sottolinea Aodi, a dicembre erano "più del 35% a livello nazionale", poi sono "scese in questi tre mesi al 25% dopo la tragica morte del bambino a Monterotondo". La Grande moschea di Roma ha lanciato un appello ai musulmani in Italia affinché si avvalgano unicamente di strutture sanitarie pubbliche o private per svolgere la circoncisione rituale.
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IN ITALIA 5000 CIRCONCISIONI L'ANNO, 25% CLANDESTINE
(ANSA) - Per motivi culturali, religiosi o igienici tra i 4000 ed i 5000 bambini stranieri ogni anno in Italia vengono circoncisi. Circa il 35% - percentuale scesa in questi primi tre mesi del 2019 al 25% - subisce la pratica clandestinamente, e spesso non realizzata da medici, con il rischio di infezioni ed emorragie che possono diventare letali. Prima del bimbo di cinque mesi morto oggi a Scandiano (Reggio Emilia), l'ultimo decesso dovuto a questo 'rito' è avvenuto a Monterotondo alle porte di Roma, lo scorso dicembre.
La vittima era un bimbo di due anni figlio di nigeriani, circonciso insieme al fratello gemello che è riuscito a sopravvivere in rianimazione. Nel 2016 morì un bimbo a Torino, altre vittime a Treviso e Bari. Foad Aodi, presidente dell'Associazione Medici di origine straniera in Italia si batte contro le circoncisioni fuori controllo e chiede aiuto al Ministero della Salute. I dati dei bimbi circoncisi raddoppiano, arrivando a 9.000/10.000 bambini l'anno, se si considerano anche quelli che, pur vivendo in Italia, vengono 'operati' nei paesi d'origine. In alcune regioni come il Lazio ed il Veneto le famiglie di migranti (per lo più tunisini, egiziani, nigeriani, iracheni, siriani e di tutti i paesi africani e albanesi di origine mussulmana) possono accedere al Servizio sanitario con una spesa che varia dai 250 ai 400 euro.
GERMANIA SENTENZA CONTRO LA CIRCONCISIONE jpeg
In Toscana invece c'è un regime di convenzione. Costi ancora troppo alti per chi vive in situazioni di indigenza. Ma c'è anche un altro aspetto che favorisce la clandestinità: nel Lazio, ad esempio, alcune strutture pubbliche sottopongono alla circoncisione soltanto i bambini che hanno compiuto i 4 anni, per altre, come il poliambulatorio di Civitavecchia, devono avere almeno 12 anni soprattutto per questioni legate all'anestesia.
"Ma il 99% dei genitori chiede di poterlo fare quando il bambino ha pochi mesi", spiega Foad Aodi che ha lanciato un appello al Ministero della Salute perchè autorizzi "la circoncisione nelle strutture sanitarie pubbliche e private a livello nazionale con prezzi accessibili" ed anche "per abbassare l'età" di accesso alla pratica. Privatamente i costi raggiungono anche i 2500 euro, con picchi fino 4000 euro. Ad alimentare il mercato clandestino sono anche i molti irregolari che ovviamente non possono rivolgersi a strutture autorizzate. Nei paesi d'origine la circoncisione, che non viene praticata dai medici, costa pochissimo, spesso basta un'offerta.
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