draghi colao
1 - NEL PIANO ITALIANO A BRUXELLES L'ADDIO AL PROGETTO RETE UNICA
Estratto dell’articolo di Claudio Tito per “la Repubblica”
(…) Una delle soluzioni più probabili è che nelle aree del Paese più abitate (le grandi città) e quindi più redditizie, gli utenti avranno a disposizione almeno due reti se non addirittura tre. Nelle altre zone il servizio potrebbe ridursi quasi inevitabilmente ad un solo operatore. Resta il fatto che le grandi manovre su questo terreno sono in corso da tempo. Open Fiber, ad esempio, era stata indicata dal precedente governo Conte come il partner di Tim per la Rete Unica.
VITTORIO COLAO
Enel ha deciso di cedere la sua quota in quella società a Cdp (che aveva già il 50 per cento di Open Fiber e ne ha appena preso un altro 10%) e al fondo australiano Macquarie (il 40%) proprio per questo motivo.
E in un certa misura la partita tra Mediaset e Vivendi sulle tv di Silvio Berlusconi si è chiusa di recente con un accordo di mediazione anche in vista dell'impegno dei francesi - azionisti di Tim - nella rete unica.
La linea neutrale del governo e quella scettica di Bruxelles sulla rete unica, dunque, aprono a questo punto tutto un altro scenario: nessuno può escludere che altri soggetti possano entrare nel settore della banda ultraveloce. Persino quelli, come le grandi emittenti tv del nostro Paese, che fino ad ora se ne erano tenute, per così dire, alla larga.
LUIGI GUBITOSI FRANCESCO STARACE
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2 - ACCESSCO, RUMORS: DRAGHI CONTRARIO. NEL PNNR LA DISTANZA SU OPEN FIBER-TIM
berlusconi bollore vivendi mediaset
Colpo di scena nel testo consegnato a Bruxelles per il Recovery Fund. Tenendo presente le posizioni espresse sul tema dal ministro per lo Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti e quello per la Transizione digitale Vittorio Colao, il premier Mario Draghi nel lungo dossier per ricevere i fondi Ue, un totale di 221 miliardi spettanti all'Italia, ha volutamente omesso un aspetto che nel vecchio governo Conte-bis sembrava centrale, non c'è più traccia della rete unica nella formula specifica di AccessCo, il progetto definito da Tim e Cdp ad agosto dello scorso anno e che prevede la fusione fra la rete della compagnia telefonica, FiberCop e Open Fiber, ora a maggioranza Cdp.
MARIO DRAGHI GIANCARLO GIORGETTI
"L’intervento del Pnrr - si legge su Repubblica - si colloca nel solco degli sfidanti obiettivi definiti in sede europea e nella consapevolezza che le reti a banda larga ultraveloce sono una General Purpose Technology". Pagina 98 del Recovery Plan.
Questa frase, inserita nel capitolo riguardante la Digitalizzazione secondo il quotidiano del gruppo Gedi non è messa a caso: il plurale, "reti", non è usato incidentalmente. E il riferimento agli obiettivi "definiti in sede europea" non è frutto di una concessione stilistica. Anche se c'è da sottolineare che quando si parla di banda ultralarga si intendono sia reti fisse che mobili (5G).
vittorio colao
L’obiettivo è anche, non solo, la famosa rete unica che sarebbe dovuta nascere dall’unione tra Open Fiber e la rete di Tim. E che il Piano del governo, appena trasmesso a Bruxelles secondo alcune interpretazioni ha sostanzialmente archiviato.
Secondo Bloomberg, il presidente del Consiglio Mario Draghi sarebbe intenzionato ad abbandonare il progetto della rete unica nazionale controllata da Telecom. Gruppo in cui i primi azionisti sono i francesi di Vivendi.
open fiber
Il nucleo essenziale di questa scelta - prosegue Repubblica - è maturato in buona parte nella Commissione europea. L’ipotesi che si realizzasse una sola rete, detenuta da un soggetto “verticalmente integrato” come Tim, non era mai stata apprezzata. Anzi, il messaggio è arrivato a Roma in maniera piuttosto esplicita. Naturalmente niente di ufficiale.
meme su Mario Draghi e il recovery plan
Anche perché gli uffici dell’Unione europea in questi casi intervengono quando il problema si pone concretamente e non in via preventiva. In ogni caso proprio per evitare problemi in una fase successiva, il pericolo che l’Antitrust comunitaria si potesse dichiarare contro è stato segnalato in modo diplomatico ma puntuale. Ora si attende che il governo faccia chiarezza sui questo punto anche se in prima battuta ha deciso di non commentare.
MARIO DRAGHI RECOVERY PLAN
"Abbiamo uno scenario davanti a noi che vogliamo portare fibra, banda mobile, qualunque soluzione tecnologicamente atta a dare la banda ultralarga a tutti, indipendetemente da dove sono. Lo faremo con delle gare e dei sussidi che potranno andare agli operatori in concorrenza, in collaborazione, in consorzio.
Lo vedremo quando arriverà la gara, ma il nostro obiettivo è politico e di Paese non di strutture societarie o di assetti societari", ha commentato il ministro per l'Innovazione tecnologica Vittorio Colao sul tema.
Intanto, in Borsa si fanno sentire gli effetti: al suono della campanella il titolo Tim non ha fatto prezzo. Poi ha aperto al ribasso ed è stato sospeso nuovamente con un calo teorico di oltre il 9%. A metà giornata segna un calo del 5,77%.
vittorio colao agli stati generali
"Notizia negativa per Tim se confermata visto che le cessioni delle quote di Open Fiber a Cdp e Macquarie" da parte di Enel "erano state viste dal mercato come il primo passo verso la creazione di una rete unica", hanno commentato gli analisti di Bestinver secondo cui "un progetto di co-investimento di Open Fiber e Tim sarebbe ancora positivo per Tim in quanto le consentirebbe di risparmiare spese per investimenti, ma crediamo che questa soluzione sia sub-ottimale rispetto alla creazione di una rete unica, che ridurrebbe la concorrenza nel wholesale".
VITTORIO COLAO RENATO BRUNETTA
Gli analisti finanziari di Intermonte vedono un "forte interesse da parte di vari soggetti a mettere insieme un unico progetto di rete".
"Diversi articoli di stampa riportano che la versione finale del Pnrr presentata a Bruxelles non include piu' una potenziale combinazione delle reti Tim (FiberCop) e Open Fiber, ma prevede una sola rete in zone bianche (gia' assegnata a Of nella gara Infratel) e grigie, con pluralita' di reti in zone nere.
Il punto di vista dei broker: "Le indicazioni del Pnrr non precludono accordi di co-investimento e/o consorzi nelle zone grigie, che riteniamo necessari per limitare l'overbuild ed evitare sprechi di risorse pubbliche e private", affermano gli analisti in un report.
Macquarie
Nonostante la posizione assunta dal governo nel Pnrr, sembra esserci un "forte interesse - prosegue Intermonte - da parte di vari soggetti a mettere insieme un unico progetto di rete: in particolare Cdp (che ha recentemente rafforzato le sue posizioni nel capitale di Of e nella governance di Tim), Macquarie (interessata a massimizzare i ritorni del suo investimento in Of) Tim e forse anche Enel (potenzialmente interessata a ulteriori earn-out dalla sua cessione in caso di combinazione Tim-Of)”.