Paolo Ferrari per “Libero”
TRIBUNALE TEMPIO PAUSANIA
Ma invece di assumere 16mila addetti per l’ufficio del processo, non era - forse - meglio acquistare le dotazioni informatiche per poterli celebrare, i processi?
La carenza di mezzi e infrastrutture si è manifestata ieri in tutta la sua drammaticità al tribunale di Tempio Pausania (Sassari), dov’è in corso, ormai da mesi, il processo a Ciro Grillo, figlio del fondatore del M5s, e ai suoi tre amici, accusati di aver stuprato durante la vacanza in Costa Smeralda nel 2019 una ragazza poco più che maggiorenne.
ciro grillo
Erano in programma le audizioni di sette testimoni: il medico legale, la ginecologa e la psicologa della clinica Mangiagalli di Milano, che avevano visitato la ragazza una decina di giorni dopo la presunta violenza; i gestori del b&b di Palau dove alloggiava la ragazza con un’amica; e poi i due istruttori di kitesurf che il pomeriggio dopo i fatti contestati gli diedero delle lezioni.
I tre medici sono ritenuti testi chiave dall’accusa, perché chiamati a riferire delle eventuali lesioni riscontrate sul corpo della ragazza e del suo stato psicologico. Da un referto medico risulta infatti che la giovane avesse diversi ematomi sulle braccia. È da stabilire, allora, se quei segni possano essere riconducibili alle violenze da lei denunciate.
vittorio lauria scherza con la presunta vittima di stupro
L’udienza, dopo appena mezz'ora, è stata però rinviata al prossimo 16 novembre. Il motivo? Mancavano i microfoni, ed anche uno schermo a parete su cui proiettare video, slide e foto. Nell’aula lo schermo a parete è infatti allo stato attuale rappresentato da un collage di fogli bianchi A4 attaccati fra loro e al muro con lo scotch.
E di microfoni ce n’erano solo due, da dividere fra pm ed i circa dieci avvocati presenti. Queste carenze erano state segnalate già la scorsa settimana in una nota inviata dai difensori degli imputati ai vertici del tribunale, in cui si chiedeva di poter svolgere le udienze «in una sede adeguata alle esigenze processuali». La lettera è rimasta senza risposta. Così ieri mattina i legali dei quattro ragazzi sotto accusa - nessuno presente in aula - in apertura di udienza hanno nuovamente posto la questione.
Va precisato che è già in calendario la visione di decine di video e foto, estrapolate dai cellulari degli imputati, oltre agli interrogatori di una sessantina di testimoni. Il collegio, presieduto da Marco Contu, ascoltate le rimostranze dei legali, si è riunita in camera di consiglio, uscendo mezz’ora dopo con il provvedimento di rinvio.
Annullata così anche l’udienza del 2 novembre, si tornerà in aula il 16, microfoni e schermo permettendo. «Nei prossimi giorni entrerà in funzione un nuovo impianto la cui installazione era già stata programmata ben prima dell’udienza di oggi, ma che non è ancora arrivato”, ha precisato il presidente del Tribunale sardo Giuseppe Magliulo. Se nulla dovesse cambiare potrebbe aprirsi anche un’altra possibilità: spostare il processo a Sassari.
Pare incredibile, comunque, che il ministero della Giustizia, dopo aver assunto migliaia di funzionari a 1800 euro netti al mese, non sia stato in grado in questi mesi di acquistare un banalissimo telo bianco su cui proiettare delle slide.
CIRO GRILLO