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    NELLA BIENNALE DEL MUSULMANO BUTTAFUOCO (AL VIA SABATO) IL PADIGLIONE ISRAELIANO NON APRIRÀ SINO A QUANDO “SARANNO RILASCIATI GLI OSTAGGI E RAGGIUNTO UN ACCORDO” – IL CURATORE PEDROSA: “SCELTA CORAGGIOSA, CHE RISPETTO” - FRIEDA TORANZO JAEGER E L’ATTEGGIAMENTO DELLA RASSEGNA NELLA SCRITTA “W PALESTINA” - COME REAGIRA' IL CENTRODESTRA AL FILMATO DI ALESSANDRA FERRINI CHE PARTE DALL’INCONTRO TRA BERLUSCONI E GHEDDAFI A ROMA PER DIMOSTRARE CHE IL RAPPORTO DELL’ITALIA CON LA LIBIA È DI STAMPO COLONIALISTA E IL PIANO MATTEI DELLA MELONI NON E' CHE UN’ULTERIORE TAPPA DI QUESTA STORIA?


     
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    Pierluigi Panza per il Corriere della Sera - Estratti

     

    pedrosa buttafuoco biennale 2024 pedrosa buttafuoco biennale 2024

    Quanto colore e quanta pittura figurativa in questa 60ª Biennale d’arte che si inaugura sabato mattina! Quest’anno, oltreché da 87 padiglioni nazionali, la rassegna veneziana — progettata dall’ex presidente Roberto Cicutto e caduta sotto la nuova presidenza di Pietrangelo Buttafuoco — è costituita dalla mostra Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere , firmata da Adriano Pedrosa, primo curatore sudamericano e, come ci tiene a sottolineare, queer .

     

    Queste due componenti della Biennale appaiono, teoricamente, quasi un ossimoro poiché la «carta di identità» degli artisti esposti da Pedrosa è quella di non avere nazione: apolidi, rifugiati, attivisti anticoloniali, espatriati, migranti, afrodiscendenti (gli stessi che Lesley Lok-ko chiamava «africani diasporici»), tutti rigorosamente «based in» o «moved to», come minimo con due o tre passaporti, meglio nessuno. No patria, sì party . La mostra è così colorata che ci puoi portare anche i bambini, ma non siamo certo di fronte a una rivoluzione estetica. Anzi!

     

    padiglione israele alla biennale padiglione israele alla biennale

    Gli ultimi cinquant’anni di arte sono volutamente accantonati e, in questo periodo di guerre, anche alla Biennale si torna agli anni Settanta a combattere contro l’Occidente del XX secolo. Ispirati dal pensiero di Edward Said e dai post colonial studies (che, però, hanno successo proprio negli Usa), l’Occidente bianco e colonialista è il paradigma culturale da decostruire e al suo posto va data voce ai dominati del Sud del Mondo, i senza patria, gli stranieri, i fluidi, i queer , i disforici ...

     

    La visita alle opere dei 331 artisti parte dalla esotica e lussureggiante facciata del Padiglione centrale ai Giardini dipinta dal collettivo brasiliano Mahku che ci introduce alla scritta al neon «Stranier* ovunque», sintesi, in una vocale ambigua, dell’esposizione stessa.

     

    padiglione israele alla biennale 44 padiglione israele alla biennale 44

    Altra dichiarazione inequivocabile di intenti è la sala intitolata The Museum of the old colony tappezzata di fotografie sull’assoggettamento di Porto Rico agli Usa nel Novecento. Poi voci dall’esilio, un negletto Modernismo, la vasta ritrattistica sudamericana del Novecento ispirata ai canoni europei, Bertina Lopes con lavori materici contro la colonizzazione portoghese e Puppies Puppies che, nel sobrio giardino di Carlo Scarpa, propone Woman , un maschio normodotato (meglio l’altra opera che espone all’Arsenale in ricordo dei queer massacrati nel 2016 nella Latin night a Orlando). L’immancabile decostruzione della religione cattolica è attuata con un filmato dell’afrodiscendente Fred Kuwornu, che è andato a scoprire un san Benedetto nero, ovvero san Benedetto il Moro nella Palermo del Seicento.

     

    frieda toranzo jaeger frieda toranzo jaeger

    Quello che mette sotto accusa il centro-destra (e non solo) italiano è il filmato di Alessandra Ferrini (italiana a Londra), che parte dall’incontro tra Silvio Berlusconi e Muammar Gheddafi a Roma per dimostrare che il rapporto dell’Italia con la Libia è di stampo colonialista e il Piano Mattei dell’attuale premier non sarebbe che un’ulteriore tappa di questa storia. 

     

    (...)

     

    Superata la megastruttura del collettivo Mataaho, un coloratissimo «polittico» di Frieda Toranzo Jaeger appositamente realizzato rivela l’atteggiamento militante della rassegna attraverso la scritta «W Palestina». A proposito: il padiglione israeliano c’è, realizzato da due artiste omosessuali, ma non aprirà sino a quando «saranno rilasciati gli ostaggi e raggiunto un accordo». Amen.

    frieda toranzo jaeger 33 frieda toranzo jaeger 33

     

    Di qualità il mosaico di Omar Mismar con i volti dei due omosessuali pixelati mentre Bouchra Khalili raccoglie in ossessivi filmati le mappe dei migranti che passano per l’Italia. Una installazione di Bárbara Sánchez Kane con tre militari perforati da una asta d’oro «decostruisce e disseziona la idea di mascolinità».

     

    Gli 87 padiglioni, compreso Israele che non apre (una «scelta molto coraggiosa, che rispetto», ha dichiarato Pedrosa), declinano gli stessi temi, presentano altrettanti colori, ma con installazioni di qualità legate all’evento e difficilmente musealizzabili: arte, design e performance sonore si sovrappongono. Ai Giardini, le sculture arcobaleno di Jeffrey Gibson (Padiglione Usa) raffigurano figure «della cultura indigena, queer e subpopolare americana». La Russia non espone e ha prestato il padiglione alla Bolivia mentre la Germania, come al solito, ha distrutto il suo per trasportarci, con Thresholds di Yael Bartana, in un futuro fluido e senza gravità. 

     

    biennale padiglione usa biennale padiglione usa

    (...) In questo periodo di grandi sconquassi internazionali difficile che la Biennale 2024 possa bissare il record di 800 mila visitatori, che le ha permesso di superare Documenta. Il 28 aprile, comunque, nel Padiglione della Santa Sede arriva Papa Francesco. Ad accoglierlo i piedi sporchi di Cattelan sulla facciata: questa sì arte, sotto il segno della citazione e dell’ironia.

    biennale facciata padiglione centrale mahku collettivo brasiliano biennale facciata padiglione centrale mahku collettivo brasiliano biennale 2024 biennale 2024 berlusconi gheddafi 45 berlusconi gheddafi 45 alessandra ferrini 34 alessandra ferrini 34 CARTELLO DAVANTI AL PADIGLIONE ISRAELIANO ALLA BIENNALE DI VENEZIA 1 CARTELLO DAVANTI AL PADIGLIONE ISRAELIANO ALLA BIENNALE DI VENEZIA 1 PADIGLIONE ISRAELIANO ALLA BIENNALE DI VENEZIA PADIGLIONE ISRAELIANO ALLA BIENNALE DI VENEZIA la biennale 2024 la biennale 2024

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