Estratto dell'articolo di Antonio Bravetti per “La Stampa”
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Carlo Nordio deve «abbassare i toni, perché così si mette a rischio la riforma della giustizia». Fonti di maggioranza raccontano di una telefonata tesa tra Giorgia Meloni e il Guardasigilli. La premier non ha gradito le uscite del ministro della Giustizia degli ultimi giorni, soprattutto quelle su concorso esterno e separazione della carriere dei magistrati: «Una fuga in avanti».
Nei rapporti tra palazzo Chigi e via Arenula pesa l’interlocuzione tra la presidente del Consiglio e Sergio Mattarella, la promessa fatta da Meloni di intervenire sull’abuso d’ufficio, abolito con la riforma della giustizia. Il Quirinale non ha ancora firmato l’autorizzazione a presentare il ddl alle Camere, in attesa che l’esecutivo assicuri un intervento sul tema. «Va modificato, ma non abolito», è quello che la premier ha spiegato al ministro nella telefonata.
GIORGIA MELONI - CARLO NORDIO - ILLUSTRAZIONE - IL FATTO QUOTIDIANO
La tensione nel governo sale. Sul concorso esterno Matteo Salvini bacchetta il ministro, spalleggiato solo da Forza Italia. «Non è una priorità», sottolinea il leader della Lega. «Credo abbia ragione il Guardasigilli», è il controcanto di Tajani.
Mercoledì Meloni aveva incaricato Alfredo Mantovano di mettere la ganasce al ministro della Giustizia. Il messaggio, però, non è stato recepito. Come dimostra il sottosegretario, intercettato mentre lascia palazzo Chigi. Nordio non molla, ha visto? Mantovano sorride amaramente, allarga le braccia, scuote la testa. «Non è il momento strategicamente di mettere troppa carne al fuoco – ripete Meloni ai suoi – dobbiamo abbassare i toni e rimettere tutto nel giusto binario, lavorare per accelerare la riforma della giustizia, mentre così si fa il contrario».
MELONI DI LOTTA E DI GOVERNO - VIGNETTA BY VAURO
La premier reputa «insostenibile» aprire un fronte Nordio mentre sul tavolo ci sono già tanti dossier: Delmastro, Santanchè, La Russa. La posizione del presidente del Senato è quella che più preoccupa la leader di FdI che, dicono, non ha alcuna intenzione di immolarsi in difesa della ministra del Turismo.
Avviso di garanzia o no, rinvio a giudizio o meno, Meloni va convincendosi ogni giorno che passa che la permanenza al governo di Daniela Santanchè sia sempre più difficile da difendere. Lo disse quando nella bufera finirono Josefa Idem e Federica Guidi e lo ripete in questi giorni: «È una questione di rispetto istituzionale».
Meloni […]si è ormai convinta che Santanchè prima dell’informativa in Senato «non le abbia detto la verità». Quella di Delmastro è «una questione politica» e la premier lo difenderà a spada tratta, mentre la vicenda della ministra diventa sempre più «ingestibile» con rivelazioni quotidiane sui suoi affari da imprenditrice.
LA CASA SUL MARE DI FORTE DEI MARMI - POSTER BY MACONDO GIORGIA MELONI DANIELA SANTANCHE - MEME BY GRANDE FLAGELLO LEGA NORDIO - MEME BY EMANUELE CARLI