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    NELLA PELLE DI UN ALTRO – TUTTE LE MENZOGNE DELL’ATTIVISTA CHE SI E’ FINTA NERA PER SCALARE I VERTICI DELLA NAACP. DALLA FRUSTA DEI SUOI GENITORI ADOTTIVI ALLE DENUNCE PER VIOLENZE RAZZIALI. ECCO COME E’ CADUTO IL CASTELLO DI CARTE


     
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    Tom Leonard per http://www.dailymail.co.uk/

     

     

    C’è qualcuno che proprio non ha digerito la trasformazione di Rachel Dolezal, una ragazzina bionda con gli occhi azzurri che per raggiungere i vertici della NAACP, una delle associazioni più influenti in aiuto degli afro-americani, ha stravolto il suo look e la storia della sua vita per fingersi nera. Tra questi vi era suo fratello Ezra, uno dei bambini afro-americani che i suoi genitori (bianchi e conservatori) avevano adottato.

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    rachel a un comizio rachel a un comizio

    Rachel era felice di ricevere le visite di Ezra perché così poteva dimostrare di appartenere a una famiglia afro-americana, si era anche trovata un uomo compiacente disposto a fingersi suo padre e nel 2011 aveva iniziato a truccarsi e a portare acconciature per calarsi nella parte della donna nera perseguitata che in realtà non era. “Mi ha supplicato di non denunciare la sua vera identità – racconta Ezra – voleva iniziare una vita nuova”.

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    Ezra era rimasto molto perplesso e arrabbiato dalla trasformazione di sua sorella, considerandola una sorta di “black face”, il controverso make-up utilizzato dagli attori di inizio ‘900 per parodiare le persone di colore. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata però quando Rachel, oltre a pretendere di essere nera, ha iniziato a dire di essere stata vittima delle violenze dei bianchi per scalare le gerarchie nel mondo dei diritti civili.

     

    Rachel Dolezal parla dei suoi genitori bianchi:

     

    La 37enne pretendeva di essere stata vittima di violenze domestiche a causa del colore della sua pelle: raccontava come sua madre e il suo patrigno bianco (in realtà il vero padre) la picchiassero con una frusta simile a quelle usate nelle piantagioni di cotone, aveva denunciato alla polizia una serie di violenze razziali che diceva di aver subito, compreso un minaccioso cappio trovato appeso nel suo garage. Tutto ovviamente falso.

     

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    Tutti questi elementi hanno contribuito a fare della donna il presidente della NAACP, Associazione nazionale per la promozione delle persone di colore, capo del comitato di sorveglianza sulla polizia, e anche professore universitario di Studi Africani all’università di Spokane, dove teneva appassionanti lezioni sulla lotta delle donne afroamericane.

     

    Ora che i genitori hanno deciso di mettere fine all’imbroglio, i giudici stanno indagando per capire se Rachel può essere accusata per aver dissimulato le sue origini raziali. La donna potrebbe anche finire nei guai con la polizia dopo aver denunciato ben 9 finti atti di persecuzione razziale a suo carico.

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    Una donna bianca che si finge nera per fare carriera in un’organizzazione per i diritti civili: questa è l’America, con il suo amaro retaggio di schiavitù e segregazione. Il dibattito raziale è riesploso ancora una volta per capire il significato profondo del gesto di Rachel Dolezal. Alcuni la trovano simpatica, altri sono sdegnati, altri ancora riescono a stento a trattenere le risa.

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    Per centinaia di anni gli afro-americani hanno cercato di farsi passare per bianchi per migliorare le loro condizioni, solo un pugno di persone hanno avuto l’ardire di fare il contrario. Che cosa dovremmo pensare della talentuosa ragazza del Montana che per anni ha preteso di essere nera? 

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