1. LA RETE DI TEDESCHINI PER FAVORI E SENTENZE TREMANO ALTRI GIUDICI
Estratto dell’articolo di Michela Allegri e Valentina Errante per “il Messaggero”
FEDERICO TEDESCHINI
Silvestro Maria Russo non era l'unico giudice con cui l'avvocato Federico Tedeschini aveva rapporti confidenziali. Sono diverse le conversazioni captate dalle cimici che i carabinieri del Nucleo investigativo di Roma hanno piazzato per mesi nell'ufficio dell'amministrativista in cui lui fa riferimento, con i clienti, «ai suoi rapporti con magistrati».
Si legge negli atti dell'inchiesta che ha fatto finire il legale ai domiciliari insieme al collega Pierfrancesco Sicco, e che ha portato alla sospensione del giudice Russo e del commissario ad acta della provincia di Imperia, Gaia Checcucci. Gli indagati, con accuse che vanno dalla corruzione alla corruzione in atti giudiziari, sono in tutto 18.
FEDERICO TEDESCHINI - GAIA CHECCUCCI - SILVESTRO MARIA RUSSO
[…] Ma la rete del Prof - come è chiamato da colleghi e collaboratori - usciva dalle aule di tribunale per arrivare ai vertici delle istituzioni. Quando Pierfrancesco Sicco chiede una mano per fare ottenere alla compagna la nomina a capo dipartimento o dirigente al ministero della Transizione ecologica, nei ruoli che si sarebbero aperti per la gestione dei fondi del Pnrr, è consapevole di poter puntare in alto.
Non sa però di essere intercettato: «A noi serve una persona dentro per realizzare le attività, ce l'hai questo spazio disponibile visto che non hai il capo dipartimento del Pnrr. Stesso discorso lo devi fare a Cingolani - l'ex ministro, che è estraneo alle indagini, ndr -, ci sono quattro posti liberi in due ministeri», dice. Sta parlando con Tedeschini, che replica: «E uno sarebbe per Gaia?».
GAIA CHECCUCCI
Il riferimento è alla compagna di Sicco, Gaia Checcucci, che, per l'accusa, in qualità di commissario della provincia di Imperia ha affidato incarichi per centinaia di migliaia di euro in via praticamente esclusiva allo studio del professore. In cambio, lui avrebbe restituito una parte degli importi fatturati sotto forma di tangenti mascherate da finti contratti di consulenza.
TARIFFARIO
Dalle intercettazioni sembra emergere l'esistenza di un tariffario prestabilito. Quando Sicco si presenta con il prospetto dei pagamenti, elencando gli incarichi ottenuti dal collega grazie alla Checcucci, la cifra viene suddivisa. Il 20 per cento è destinato ai collaboratori dello studio, mentre il 30 per cento è per il professore.
FEDERICO TEDESCHINI
«Su questi devi sempre togliere il 20 per cento che si prendono loro, come sai eh? - dice Tedeschini - guarda, tu mi devi soltanto pagare il 30%». I carabinieri sottolineano che «il carattere illecito degli accordi sottesi alla fatturazione appare più evidente quando Tedeschini dà direttive al collega su come, quanto e cosa fatturare».
Addirittura lo tranquillizza: il suo studio segue casi diversificati, quindi ha la possibilità di giustificare forme diverse di collaborazione «così da consentire al collega Sicco l'emissione di molteplici fatture per importi poco rilevanti, che destino meno attenzione», si legge negli atti.
«NESSUNO CI FARÀ CASO»
ROBERTO CINGOLANI
Ecco un'intercettazione considerata rilevante: «Cerchiamo di pensare, perché ricorda sempre su sta cosa dobbiamo stare attenti, qualche credibile forma di consulenza... fuori sacco - dice il Prof a voce bassa - facciamo tante cose... le fatture piccole a poche settimane di distanza non ci fa caso nessuno». []
2. TEDESCHINI: «PIGNORANO I CONTI? CHE MI IMPORTA, POI LI SPIGNORANO»
Ilaria Sacchettoni per il “Corriere della Sera - Edizione Roma”
Indebitato eppure imperturbabile il professor Federico Tedeschini, commentava la procedura di sequestro dei conti intrapresa nei suoi confronti dall'Agenzia dell'entrate (oltre mezzo milione di euro) così: «Sennò io me li faccio pure pignorare a me che me ne frega. Li pignorano, poi li spignorano...». Nella vicenda di presunta corruzione ricostruita dai carabinieri del Nucleo investigativo anche il temperamento dei singoli si rivela, dunque, importante.
GAIA CHECCUCCI
Ad esempio Gaia Checcucci, il pubblico funzionario di Imperia che faceva convergere consulenze (con denaro pubblico) sullo studio Tedeschini sembra impaziente di difendersi, ricostruire, spiegare e dunque il 3 novembre scorso si presenta in Procura puntando il dito contro chi l'aveva preceduta per spiegare cosa l'avesse portata a eleggere il prof Tedeschini proprio consulente: «Mi sono trovata davanti ad una situazione particolarmente critica. Situazione complessa perché niente era a regime.Ho trovato molti contenziosi in essere... Mi sono così rivolta ad uno studio non della zona, intenzionalmente, perché volevo la massima discontinuità rispetto a quel territorio...».
GAIA CHECCUCCI
Tace, invece, su quello che, a detta dei pm, è il vero movente delle sue scelte. Servirsi del capitale relazionale di Tedeschini per farsi nominare ai vertici di unità che gestiscono il Pnrr e i relativi fondi. Il prof che collezionava pistole (gliene sono state confiscate otto: tutte con porto d'armi) e puntava ad avvicinare responsabili delle istituzioni e uomini politici per aumentare la propria influenza e le consulenze del proprio studio ascolta con soddisfazione le parole dell'avvocato Pierfrancesco Sicco che annuncia nuovi incarichi per Checcucci (e dunque per loro): «Il ministro ha incaricato Gaia di fare il segretario dell'Autorità di distretto... sta in firma a Draghi».
federico tedeschini avvocato
Mentre Tedeschini progetta di cenare con il neo presidente della terza sezione del Tar, Silvestro Russo, il quale, annotano gli investigatori, «dice che festeggeranno a Trinità dei Monti da Ciampini». C'è poi Sicco jr che, in una crescente agitazione, rimprovera suo padre: «No è tutta me... - dice Leonardo Sicco riguardo al prof - però lui c'ha solo tanti buffi da avere ... dovere prendere dei soldi da uno che c'ha un milione d'euro di erario».
Poi, in uno sfogo improvviso grida al padre: «Sei stato 10 giorni in montagna (Sicco senior sarebbe stato in Val Venosta, ndr ) a non fare un ca.. e non ti sei mai degnato di aiutarmi!». Davanti alla gip Roberta Conforti, Russo si è avvalso della facoltà di non rispondere, fa sapere il suo difensore Pierluigi Mancuso: «Questo per avere il tempo di prendere visione del compendio probatorio e contrastare le accuse mosse». Diversamente l'interrogatorio di Tedeschini, assistito dai suoi difensori Michele Andreano e Gaetano Scalise, è durato 5 ore: «Ha respinto ogni ipotesi di corruzione».