putin macron
(LaPresse) Il ministero della Difesa della Russia ha pubblicato un video che mostra sei navi da guerra dirette dal mar Mediterraneo al mar Nero, dove prenderanno parte a esercitazioni navali. Gli spostamenti delle navi da sbarco russe sono osservati nell'ambito della tensione legata all'Ucraina e ai timori di un'invasione russa.
«UCRAINA, NESSUN ACCORDO» IL CREMLINO GELA MACRON
Francesca Pierantozzi per Il Messaggero
Emmanuel Macron vede delle «soluzioni concrete» alla crisi Ucraina: lo ha ripetuto ieri a Kiev al presidente Volodymir Zelensky, incontrato dodici ore dopo il lungo colloquio a Mosca con il presidente russo Vladimir Putin. Peccato che viste dal Cremlino, le soluzioni auspicate dal negoziatore Macron, sembrino assai meno «concrete».
vladimir putin emmanuel macron
All’indomani delle cinque ore e mezzo di tête-à-tête («Mi ha torturato», ha detto Putin) Macron sembrava aver portato a casa, in Europa, un primo passo russo verso la de-escalation e in particolare l'impegno di Mosca a non prendere nuove iniziative militari al confine con l'Ucraina e a ritirare le truppe impegnate in esercitazioni congiunte in Bielorussia, al termine delle manovre comuni.
Ma Putin gela tutti subito: «No, non è esatto, non c'è stato nessun impegno - ha risposto seccamente il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov . Semplicemente nessuno aveva mai detto che le forze russe sarebbero restate sul territorio bielorusso». In compenso sei navi da guerra russe stanno confluendo nel Mar Mero per altre esercitazioni marittime. Putin «mi ha detto che questo non sarà all'origine di un'escalation - ha ribadito ieri Macron andando a Kiev non è poco».
vladimir putin emmanuel macron 1
L'IMPEGNO DELL'ELISEO Il presidente francese che si è assunto il ruolo di grande negoziatore per l'Europa, di cui la Francia assicura il semestre di presidenza ha ripetuto più volte (di nuovo ieri andando a Kiev) di voler «distinguere le tensioni in atto nelle regioni di frontiera tra Russia e Ucraina e i disaccordi tra Russia e Occidentali sulla Nato». Anche qui, vista dal Cremlino, la distinzione sembra molto più sfumata. Con Macron al fianco, il presidente Putin non ha esitato l'altra sera a brandire la minaccia nucleare, avvertendo, in caso di ingresso dell'Ucraina nella Nato e di un eventuale scontro sul fronte orientale, per esempio in Crimea (annessa dalla Russia nel 2014) che gli alleati sarebbero tenuti a entrare in guerra al fianco di Kiev: «Ditelo ai vostri lettori e ai vostri spettatori ha detto Putin rispondendo a un giornalista Sono certo che non lo vogliono. E nemmeno io lo voglio. Non dimenticate che c'è il nucleare!».
volodymir zelensky con i soldati ucraini
LA MARATONA DIPLOMATICA Da Kiev, Macron ha continuato a farsi portavoce dei toni della diplomazia, ha elogiato il «sangue freddo» dell'Ucraina e del presidente Zelensky, che ha apertamente auspicato un nuovo vertice a livello di capi di stato del format Normandia (Francia, Germania, Russia e Ucraina) che domani si riunirà, ma soltanto a livello di sherpa, a Berlino. Proprio a Berlino si è recato ieri sera il solito Macron per incontrare il cancelliere Olaf Scholz, a sua volta reduce da un incontro a Washington con il presidente Usa Joe Biden.
volodymir zelensky
A Berlino Macron ha trovato anche il presidente polacco Andrzej Duda. L'obiettivo è ora aprire la pista diplomatica, seguendo i binari degli accordi di Minsk del settembre 2014: «È l'unica strada che ci permette di costruire la pace, grazie a una soluzione politica sostenibile» ha martellato Macron, secondo il quale aver ottenuto, se non un inizio di de escalation, almeno «il fatto che non ci sia un'ulteriore escalation» è già un risultato: «Se Vladimir Putin ha detto che l'ho torturato, è perché ho martellato sulle garanzie alle frontiere con l'Ucraina. Gioca sulle ambiguità».
minacce di guerra russia ucraina
ITALIA IN CAMPO «Lavoriamo per evitare il rischio di un'escalation militare» ha confermato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, davanti alle commissioni congiunte Esteri e Difesa, precisando tuttavia che «se ci sarà bisogno, l'Italia è pronta a fare la sua parte nei dispositivi di deterrenza, per esempio sul fianco Est». Sullo stesso tono l'intervento del ministro della Difesa Lorenzo Guerini, che ha sottolineato l'esigenza di «irrobustire il dispositivo schierato a difesa del fianco est dell'Alleanza Atlantica» e che «l'Italia ha già confermato la disponibilità a fornire il proprio contributo qualora la Nato decidesse in tal senso». «Il rapporto transatlantico ha detto Guerini è il cardine della sicurezza e della pace in Europa e chi coltiva l'obiettivo di dividerci resterà deluso».
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