Roberta Amoruso per ‘Il Messaggero’
Non ci sarà nessun ribaltone in Telecom, ma come auspicato dal mercato si va verso la conferma del tandem Giuseppe Recchi alla presidenza e Flavio Cattaneo nella carica di amministratore delegato con pieni poteri. Dopo giorni di indiscrezioni su un possibile arrivo di Arnaud de Puyfontaine come presidente esecutivo (quindi con deleghe) che, secondo il mercato avrebbe provocato il risentimento di Cattaneo, i francesi avrebbero fatto marcia indietro.
GIUSEPPE RECCHI FLAVIO CATTANEO
Troppo alta la posta in gioco. Un presidente espressione di Vivendi rischiava infatti di certificare il controllo di fatto francese su Telecom, consegnare alla Consob la pistola fumante e far scattare il tanto temuto consolidamento del debito di Telecom pregiudicando i conti del gruppo francese. Ma non c' è solo questo.
Una mossa avventata sulla presidenza avrebbe pesato sull' istruttoria aperta dall' Agcom sulle partecipazioni di Vivendi in Telecom (23,9%) e Mediaset (29%). Proprio così: una prova tanto forte del controllo di fatto in Telecom (che ha una quota superiore al 40% del mercato i riferimento) può infatti rendere palese anche il superamento dei paletti fissati dal Testo unico sui servizi media e audiovisivi e radiofonici, visto che Mediaset ha oltre il 10% dei ricavi del sistema integrato delle comunicazioni. Insomma, il rischio di congelamento di pacchetti rotondi di azioni sarebbe alto per Vivendi (un' ipotesi del genere può far scattare secondo alcuni la sterilizzazione da parte di Consob di un 10% della quota in Telecom, e altrettanto in Mediaset).
RECCHI ARNAUD DE PUYFONTAINE
Di qui il ripensamento di Vivendi. Che nel frattempo ha anche preso qualche precauzione in vista della decisione dell' Agcom attesa entro il 21 aprile. I francesi hanno infatti sottoposto al giudizio del commissario alla concorrenza Ue un' operazione «di acquisizione del controllo esclusivo de facto su Telecom», è scritto in un documento depositato il 31 marzo. Un parere da utilizzare in caso di verdetto negativo dell' Agcom.
Mentre sullo sfondo vanno avanti le indagini della Procura su Vivendi per la scalata Mediaset (ieri è stato sentito Pier Silvio Berlusconi).
L' INTESA RAGGIUNTA
Tornando all' asse Telecom-Vivendi, il chiarimento si sarebbe materializzato tra il pomeriggio di martedì 4 e ieri mattina. A Milano, in via Negri presso la sede di Tim, secondo quanto riferito al Messaggero da fonti bancarie si sarebbe svolto un vertice decisivo tra de Puyfontaine, Recchi e lo stesso Cattaneo.
flavio cattaneo
Al chiarimento avrebbe preso parte in call anche Vincent Bollorè, presidente di Vivendi, dopo che lo stesso De Puyfontaine lunedì aveva avuto un incontro con i vertici di Assogestioni sulla composizione del cda da eleggere il 4 maggio (le liste vanno presentate entro il 9 aprile). Nella conversazione con i rappresentanti dei fondi, il ceo del gruppo francese avrebbe ribadito - come ha riportato il Messaggero di ieri - il carattere di lungo termine dell' investimento in Tim adombrando un suo possibile arrivo come presidente esecutivo.
Qualche ora dopo era arrivato l' altolá del presidente della Consob, Giuseppe Vegas. «L' arrivo di de Puyfontaine - aveva detto - non passerebbe inosservato in Consob».
Un messaggio chiaro sul rischio di consolidamento della quota in Telecom nel perimetro Vivendi che nelle ore successive deve aver fatto meditare i francesi, fino all' intesa sulla marcia indietro sulla presidenza, la conferma di Recchi e la permanenza di Cattaneo con poteri probabilmente allargati. Non a caso ieri la dichiarazione tranquillizzante dello stesso Cattaneo: «Sono in Tim per realizzare un grande progetto e rimarrò qualunque sia il presidente. Non c' è nessuna divergenza con gli azionisti e con Vivendi, con i quali condivido le strategie per il futuro; sono molto soddisfatto dei risultati che abbiamo ottenuto sinora e di quanto stiamo realizzando».
giuseppe vegas