"Morte agli arabi, Gerusalemme è nostra".
Violenza anche sui giornalisti da parte dei coloni fanatici ed estremisti. In mano a #Netanyahu e agli estremisti #Bengvir e #Smotrich lo Stato di #Israele è totalmente allo sbando.
Servizio di Maria Gianniti da Gerusalemme per il #TG3 pic.twitter.com/mfk1PdFn9Y
— Eugenio Cardi (@EugenioCardi) June 5, 2024
Ismail Haniyeh
1 - MEDIA SAUDITI, HAMAS RESPINGE ACCORDO SUL CESSATE IL FUOCO ++
(ANSA) - Secondo media sauditi, ripresi dal Times of Israel, Hamas avrebbe respinto l'accordo per il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi israeliani a Gaza. (ANSA).
2 - NETANYAHU NEL NORD: PRONTI ALLA GUERRA
Estratto dell’articolo di Davide Frattini per il “Corriere della Sera”
benjamin netanyahu
Sorvola Gaza da nord a sud su un jet militare, questione di pochi secondi, il corridoio di sabbia stretto tra Israele, l’Egitto e il Mediterraneo non raggiunge i 363 chilometri quadrati. Tornato con i piedi per terra Yoav Gallant, il ministro della Difesa, ribadisce la posizione su cui concorda con il premier Benjamin Netanyahu: «I negoziati con Hamas avverranno solo sotto il fuoco».
Significa che l’esercito non fermerà le operazioni, mentre i mediatori cercano di raggiungere l’intesa per una pausa nei combattimenti. Significa che i negoziatori dovranno sforzarsi ancora di più perché Ismail Haniyeh, tra i leader fondamentalisti all’estero, ripete: «Hamas tratterà seriamente solo un cessate il fuoco che si basi sulla fine della guerra e il ritiro dell’esercito».
[…]
Netanyahu Benny Gantz Yoav Gallant
Netanyahu e il consiglio di guerra ristretto sono convinti di avere poco tempo, devono prepararsi alla possibilità di un conflitto totale contro l’Hezbollah libanese, ieri un drone armato ha ferito 11 persone nel Nord del Paese. Netanyahu ha visitato le aree bersagliate e ha proclamato: «Siamo pronti a una risposta militare molto forte». Mentre i generali hanno alzato a 350 mila il numero di riservisti da tenere a disposizione.
PROTESTE CONTRO BENJAMIN NETANYAHU
Il presidente americano preme per arrivare a un accordo per Gaza la settimana prossima: ha mandato William Burns, il capo della Cia, in Qatar e Brett McGurk, l’inviato per il Medio Oriente, in Egitto. La Casa Bianca insiste che a questo punto tocca ai jihadisti, sono loro a dover dare una risposta, perché «Netanyahu ci ha confermato che l’offerta è sul tavolo, sta ad Hamas accettarla».
Gli alleati messianici e oltranzisti del premier minacciano di lasciare la coalizione, se si arrivasse a un’intesa: Yair Lapid, il capo dell’opposizione, ha già garantito il sostegno per mantenere una maggioranza che ottenga il rilascio degli ultimi 120 ostaggi tenuti dai terroristi, tra loro quarantadue sono stati dichiarati morti dall’intelligence dell’esercito. […]
2 - «GERUSALEMME È SOLO NOSTRA» I COLONI NELLA CITTÀ VECCHIA SCONTRI E CORI: MORTE AGLI ARABI
Estratto dell’articolo di Davide Frattini per il “Corriere della Sera”
la marcia dei coloni a gerusalemme
Gli elmetti tenuti sul petto in segno di rispetto, gli occhi spalancati all’insù verso le pietre contese più contese a Gerusalemme, i soldati sono arrivati combattendo al Muro del pianto. I macigni incastrati uno sopra l’altro puntellano da un paio di millenni la speranza e la volontà degli ebrei di tornare a pregare qui, ormai sorreggono anche la Spianata delle Moschee, il terzo luogo più sacro per l’islam.
È il 6 giugno 1967, l’anno dopo il governo decide di indire una giornata per celebrare la cattura della parte araba della città, annessa nel 1980 dal parlamento, una decisione che la maggior pare della comunità internazionale non riconosce.
la marcia dei coloni a gerusalemme
Adesso che i coloni oltranzisti sono al potere, la marcia con le bandiere biancazzurre è diventata sfoggio di forza: i giovani che scendono dagli avamposti sulle colline in Cisgiordania precedono la processione ufficiale come avanguardia violenta.
Gli scontri sono cominciati nel primo pomeriggio, mentre migliaia di ragazzi attraversavano i vicoli della Città Vecchia. I negozianti arabi chiudono le saracinesche fin dal mattino, un giorno perduto, anche se in questi mesi di guerra turisti ne girano pochi.
la marcia dei coloni a gerusalemme
[…] è stato Tzvi Yehuda Kook, leader spirituale dei sionisti religiosi, a spingere perché le celebrazioni diventassero sempre più grandi, sono stati i suoi discepoli a renderle un’occasione per spadroneggiare tra le strade. Quasi impuniti: i poliziotti di frontiera li circondano e sembra più uno scudo che un cordone per fermarli. Lanciano pietre contro gli abitanti palestinesi, urlano «morte agli arabi», assaltano i giornalisti: Nir Hasson del quotidiano Haaretz è stato buttato a terra e preso a calci mentre cercava di proteggere un fotografo.
Nel 2021 gli scontri e le provocazioni avevano dato ad Hamas il pretesto per i lanci di razzi: sono seguiti 11 giorni di guerra. I comandanti hanno dispiegato 3 mila agenti, ma hanno permesso che la manifestazione seguisse il tragitto tradizionale attraverso il Quartiere musulmano. Itamar Ben-Gvir, ministro per la Sicurezza Nazionale, non ha permesso deviazioni dal percorso e dal suo estremismo ideologico.
BENJAMIN NETANYAHU - MEME BY EDOARDO BARALDI
Ha incitato i partecipanti a salire alla Spianata delle Moschee nelle ore concesse ai non musulmani, gli ebrei possono visitarla ma non pregarvi, secondo lo status quo definito quasi 60 anni fa. «Dobbiamo colpirli nel posto più importante per loro, dobbiamo arrivare e gridare: Gerusalemme è tutta nostra», proclama in mezzo ai suoi, non perde una marcia, anche adesso che è al governo.
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