fab. mag. per “la Stampa”
benjamin netanyahu
Con il primo passo formale di Benjamin Netanyahu, compiuto a un soffio dalla scadenza del mandato, la composizione del 37esimo governo di Israele è stata comunicata telefonicamente al presidente Isaac Herzog, come richiesto dalla prassi istituzionale. Il prossimo esecutivo sarà composto dal Likud, dai partiti religiosi (Shas e Torah Unita) e dalla destra radicale di Otzma Yehudit (Potenza ebraica) di Itamar Ben Gvir, Sionismo religioso di Bezalel Smotrich e Noam di Yoav Maoz. Dopo aver notificato al capo dello Stato di aver siglato l'accordo con i suoi partner di coalizione, Netanyahu ha informato anche il presidente della Knesset, il deputato del Likud Yaniv Levin.
joe biden
Lunedì 26 dicembre si riunirà il plenum del parlamento per l'esame del governo che dovrà giurare entro il 2 gennaio. Sta quindi per uscire di scena l'esecutivo più variegato nella storia di Israele, guidato dal tandem di Yair Lapid e Naftali Bennett, che per un anno e mezzo ha tenuto insieme quasi tutto lo spettro dell'aula parlamentare, dalla sinistra alla destra laica nazionalista, inclusi - per la prima volta - i partiti arabi. Al suo posto si insedierà il governo più omogeneo mai visto, a totale trazione di destra, di cui Netanyahu è l'esponente più moderato.
Non nascondono preoccupazione gli alleati occidentali di Israele, a partire dagli Usa, sulla china che lo Stato potrebbe prendere rispetto all'indipendenza della magistratura e all'influenza del potere dell'ebraismo ortodosso, tanto su questioni interne e di diritti civili quanto nei confronti dei palestinesi.
BENJAMIN NETANYAHU