Hahahahaha sorry dude
— Kristen Bell (@KristenBell) January 30, 2022
Caterina Soffici per "La Stampa"
scena di sesso in the woman in the house across the street from the girl in the window 6
Netflix è sempre più Sexflix, scrive il Sunday Times. Ce n'eravamo accorti, ma il tweet di uno spettatore inglese ha attirato l'attenzione del giornale sulla serie The Woman in the House Across the Street from the Girl in the Window (una sorta di psicothriller un po' dark e molto trash).
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Lo sconsiderato utente stava ignaro sul divano insieme alla fidanzata e alla mamma (e qui è l'errore fatale, chi guarda Netflix con la mamma?), quando va in scena un coito esplicito tra un belloccio palestrato e la biondina della porta accanto, un'alcolizzata solitaria di nome Anna (l'attrice Kristen Bell).
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I due iniziano a spogliarsi sulla soglia di casa e poi finiscono sotto la doccia (scontato), sulle scale (decisamente scomodo), sul tavolo di cucina (da manuale). Il poveretto ha twittato: «Insieme a mia madre e alla mia ragazza ho appena visto Kristen Bell venire in maniera rumorosa».
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La Bell, 41 anni, ha replicato: «Hahahaha. Scusa amico». Fine del siparietto, dove peraltro non ci capisce cosa ci sia da scusarsi. Ma che Netflix abbia cambiato la narrazione e il modo in cui si raccontano i rapporti sessuali è evidente.
una scena di sex life
Lo streaming ha sdoganato temi e scene che in un mondo precedente sarebbero state impensabili, e comunque sarebbero finite sotto la tagliola della censura. In un mondo precedente, appunto quello della mamma dell'utente imbarazzato, nei film le scene di sesso sfumavano e si lasciava intuire l'atto sessuale, per poi tornare alla coppia abbracciata tra le lenzuola sfatte, e già questo non detto era molto osé, se si pensa che nei film americani del secolo scorso quando si mostrava una camera i letti dovevano essere separati.
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Netflix può osare dove prima non si poteva nemmeno immaginare perché tra la generazione della mamma e quello dell'utente c'è stata una vera rivoluzione, che si chiama Internet, porno online e le nuove leve di adolescenti sono cresciute in un mondo di sesso esplicito, sono abituate a vedere il sesso sul pc e nella propria cameretta.
Se Netflix è sempre più Sexflix c'è anche un elemento di marketing, certo. Un po' furbo quando diventa la scena di Bridgerton dove il duca di Hastings, ossia Regé-Jean Page, lecca il cucchiaino indugiando con la lingua per scatenare pensieri impuri nella platea femminile.
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Molto furbo in Dark Desire, un thriller messicano sull'adulterio di cui un critico ha scritto «c'è così tanto sesso che si fatica a trovare la storia». O ancora nella commedia polacca Sexify (uno studente cerca di sviluppare un algoritmo per l'orgasmo femminile) o in Sex/Life (l'audace passato sessuale di una donna sposata e con figli torna al presente quando il suo ex riappare).
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Il sesso strizza l'occhio in tantissimi altri titoli (per chi fosse interessato, cercare la sezione «steamy», calda). Diverso il discorso in una serie di rottura come Sex Education, che proprio sulla narrazione esplicita, sullo sdoganamento di temi prima considerati tabù, ha il suo punto di forza e la sua stessa essenza.
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In Sex Education il sesso è fluido e attraverso l'accettazione della propria sessualità Otis, Maeve e gli altri ragazzi della Moordale School imparano ad accettare sé stessi. È una lettura totalmente nuova, che ha molto a che fare anche con il cambio di registro della nuova sensibilità narrativa femminile (per esempio la Sally Rooney di Normal People), in cui la libertà sessuale coincide con il rifiuto della seduzione classica al maschile e introduce invece la centralità del corpo femminile e con esso nuovi temi, il diritto al piacere, il poter parlare liberamente di orgasmo e masturbazione femminile, di crisi di identità e sesso omosessuale.
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Se Netflix - e lo streaming in generale - vestono con le immagini le nuove forme di narrazione e di sensibilità, è ovvio che il sesso esplicito sia un elemento imprescindibile del racconto della contemporaneità.
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