Valeria Robecco per "il Giornale"
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Dopo oltre cento giorni si riaccendono, almeno in parte, le luci di New York. Ieri la Grande Mela, primo focolaio di coronavirus negli Stati Uniti, è entrata nella Fase 2 della riapertura. Per la prima volta da marzo, fino a 300 mila persone hanno il permesso di tornare al lavoro, e gli amanti dello shopping possono riprendere a fare acquisti direttamente nei negozi, anche se muniti di mascherina e nel rispetto del distanziamento sociale.
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Riaprono anche parrucchieri e barbieri, così come i ristoranti, pur se per ora si potrà mangiare solo all'aperto. Scampoli di normalità che i newyorkesi attendevano con ansia, dopo tre mesi che difficilmente si potranno dimenticare. Difficili da dimenticare sono i 22 mila morti, le immagini di una Manhattan deserta e silenziosa, i camion frigoriferi trasformati in obitori temporanei, le file sempre più interminabili dei nuovi poveri alle banche del cibo, e poi le proteste, il coprifuoco, le notti di saccheggi e violenze. Ora, però, è il momento di ripartire.
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«La Fase 2 è ufficialmente in corso. Negozi, uffici, parrucchieri, barbieri e ristoranti tornano. Ma ricordate: quando siete fuori è ancora essenziale usare la mascherina e il distanziamento sociale», dice su Twitter il sindaco Bill de Blasio. A due settimane dalle prime ripartenze, che riguardavano solo agricoltura, pesca, manifattura, cantieri e consegne all'esterno per i negozi, la metropoli fa un altro passo verso il ritorno alla vita.
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Ci sono tuttavia delle restrizioni, ad esempio i barbieri potranno tagliare i capelli ma non la barba, visto che la mascherina è obbligatoria. Rimane da attendere anche per manicure e pedicure (i centri estetici potranno alzare le serrande solo nella Fase 3), così come per recarsi i centri commerciali. Il cuore del piano di riapertura per la Fase 2 di New York City, tuttavia, è l'iniziativa Open Restaurants di de Blasio, che prevede la concessione temporanea a bar e ristoranti per l'utilizzo dei marciapiedi, strade e piazze diventate pedonali, cortili e patio.
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Un'iniziativa che permette ai gestori di aumentare il numero dei posti a sedere nel rispetto del distanziamento, e secondo il primo cittadino potrebbe salvare fino a 5.000 ristoranti e 45.000 posti di lavoro. Si dovranno invece attendere almeno altre due settimane per la riapertura dei locali all'interno, mentre solo nella Fase 4 (l'ultima) ci sarà il via libera per palestre, cinema, teatri, casino, scuole, musei. Resta deserto anche il Palazzo di Vetro dell'Onu: il segretario generale Antonio Guterres ha esteso il telelavoro sino al 31 luglio, fatta eccezione per lo staff essenziale.
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E con grande probabilità non ci saranno incontri di persona neppure per il mese successivo. In tutto l'Empire State, comunque, arrivano dati incoraggianti dal governatore Andrew Cuomo. Mentre in 23 stati Usa i contagi crescono, in alcuni casi raggiungendo livelli record dall'inizio della pandemia, a New York continuano a scendere positivi, ricoveri e decessi (solo 10 nella giornata di domenica).
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Cuomo si sta inoltre concentrando sul monitoraggio dei risultati dei test (ad ora i contagi sono meno dell'1% ogni 30 mila persone) per rintracciare potenziali focolai prima che esplodano. Anche considerato che per settimane migliaia di persone hanno marciato fianco a fianco ogni giorno dopo la morte dell'afroamericano George Floyd a Minneapolis.
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