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    GLI SPARI SOPRA SONO PER GLI ARBITRI: IL CAPO DEI FISCHIETTI ITALIANI NICCHI RIVELA DI AVER RICEVUTO “PLICHI CON PALLOTTOLE” NELLA SEDE DELL'AIA - E POI ATTACCA: “E' GRAVISSIMO” PORTARE LE GIACCHETTE NERE IN TRIBUNALE PER LE DENUNCE DEI CONSUMATORI (IL RIFERIMENTO E’ A LAZIO-TORINO)


     
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    Valerio Piccioni per www.gazzetta.it

    Marcello Nicchi Marcello Nicchi

     

    “Plichi con pallottole sono stati spediti al presidente dell’Aia, al vicepresidente e al designatore Rizzoli”. Marcello Nicchi, il capo degli arbitri italiani, convoca una conferenza stampa per denunciare una escalation di violenza e di tensione nel calcio italiano. Fino a raccontare un episodio di “estrema gravità”. Che però non è un caso isolato.

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    Nicchi parla anche di quanto sta succedendo a livello di calcio dilettantistico, di “100 arbitri costretti a ricorrere al pronto soccorso, ragazzi di 16, 17 anni. Si continua a picchiare, non lo possiamo accettare. Con i genitori che costringono i loro figli a smettere, e mettetevi nei loro panni. Tutto questo produce un calo di vocazioni. Mentre noi facciamo fronte a un taglio consistente del budget, 100mila euro per i raduni tecnici, fondamentali per la formazione degli arbitri. E così oggi in tutte le 209 sezioni arbitrali, sono gli associati a pagarsi tutte le spese”.

     

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    ARBITRI IN TRIBUNALE — Nessun ultimatum, nessuna controparte direttamente esplicitata, anzi Nicchi parla in termini elogiativi del commissario straordinario Roberto Fabbricini – “è una persona capace e rispettosa” - ma è chiaro che questa emergenza arriverà sul tavolo della riunione delle componenti (siamo in regime commissariale, non c’è il consiglio federale) mercoledì prossimo. Mentre Nicchi ne ha già parlato con il presidente del Coni, Giovanni Malagò.

     

    Il capo dell’Aia attacca ancora: “E mentre succede tutto questo, ecco che l’arbitro Di Bello, che ha diretto – e bene – Inter-Milan, debba comparire in tribunale da un giudice di pace per presunti errori arbitrali dopo le denunce arbitrali dell’associazione consumatori (si riferisce al caso nato dopo Lazio-Torino). Ve li immaginate Ronaldo o Messi, o qualsiasi altro calciatore, che finiscono in Tribunale per aver fatto un errore o presunto tale

     

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    LE TRE RICHIESTE — Nicchi chiede a gran voce la liquidazione dei rimborsi per gli arbitri “che per piccolissime somme vanno sui campi di tutto il Paese”, lamentando una serie di ritardi. Poi “un forte intervento antiviolenza”. E la “libertà di gestione della nostra autonomia”, citando anche il caso che rischia di provocare un altro problema: “All’improvviso qualcuno vuole tagliare il sito dell’Associazione Arbitri, in base a una delibera inesistente”.

     

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    Quanto all’ipotesi che lo stato d’animo della categoria sia anche influenzato dalle indiscrezioni su una cancellazione del 2 per cento che spetta agli arbitri nell’assemblea elettiva, Nicchi precisa che “è una cosa che non ci riguarda perché a livello istituzionale non se n’è parlato”. E a chi parla di un’autonomia italiana nella presenza degli arbitri nel corpo elettorale, risponde che si tratta “di un’autonomia positiva, vuol dire che siamo stati bravi”. Infine la Var e il bilancio positivo, anche se per il momento il suo uso non sarà allargato alla serie B.

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