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    STORIE DI AUTISMO - NICOLETTI: “DOPO DI NOI CHE NE SARÀ DEI NOSTRI FIGLI AUTISTICI? QUESTI RAGAZZI NON DEVONO FINIRE RINCHIUSI. NON SI TRATTA DI RACCOLTA DIFFERENZIATA PER UMANITÀ IMPERFETTA. SONO INDIVIDUI CHE HANNO DIRITTO A UNA VITA TRA LA GENTE”


     
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    Gianluca Nicoletti per “la Stampa

     

    NICOLETTI LIBRO NICOLETTI LIBRO

    Quanti sono gli autistici in Italia? Il dato statistico ci dice che sono almeno seicentomila le famiglie che si trovano a dover gestire un problema del genere. Seicentomila.
    Moltiplicate questo numero almeno per quattro, ricaviamo una massa di persone che supera gli abitanti di due grandi città italiane messi tutti assieme.

     

    Immaginate Torino e Milano popolate unicamente da individui che hanno la vita condizionata da esseri socialmente invisibili, per di più trattati con ignoranza, superficialità, incompetenza e persino spietatezza quando cinicamente qualcuno gioca sulla loro disperazione. 

    È proprio su questo giornale che l’ottimo collega Niccolò Zancan ha ultimamente raccontato dell’onerosissima transumanza di genitori alla volta di Kiev, per far praticare ai propri ragazzi autistici inutili e pericolose iniezioni di qualche oscura sbobba, spacciata per cellule staminali. Non mi pare di aver visto una levata generale di scudi della nostra comunità scientifica per mettere all’indice gli «specialisti in autismo» che tale pellegrinaggio ucraino hanno incoraggiato. 

     

    gianluca nicoletti e figlio 4 gianluca nicoletti e figlio 4

    Mi sono sentito dare dello spietato e cinico quando, sempre su questo giornale, ho cercato di spiegare che chi come me abbia un figlio autistico, così detto «a basso funzionamento», è meglio che usi il suo tempo e le sue risorse per abilitarlo a essere autonomo il più possibile, piuttosto che vivere nell’illusione di un «facilitatore» che lo aiuti a scrivere tenendogli una mano sul braccio fino a portarlo a una laurea a pieni voti. 

     

    Purtroppo la maggioranza preponderante di questa immensa popolazione, di cui faccio nel bene e nel male anche io parte, è troppo spesso affidata all’approssimazione di strutture non adeguate, di persone che non hanno studiato seriamente, di santoni e venditori di fumo.

     

    Esiste la confraternita delle diete disintossicanti dai metalli pesanti, quella delle camere iperbariche, quella che considera gli autistici inviati da chissà quale civiltà aliena, quella delle terapie diadiche che coinvolgono madre e figlio. È persino data libertà di pratica a quelli che ancora sono convinti che l’autismo abbia a che fare con l’inadeguatezza materna.

     

    gianluca nicoletti e figlio 3 gianluca nicoletti e figlio 3

    Riporto testuale il passo di una lezione sull’autismo tenuta nel 2013 all’Università La Sapienza di Roma: «Le madri sanno a livello inconscio di essere parte della disabilità dei propri figli (…), il buco lasciato per carenza dell’effetto metaforico provocherà un buco corrispondente al posto della significazione fallica». 

     

    Si trattava di un corso obbligatorio post laurea nell’ambito della pedagogia speciale (Tirocinio Formativo Attivo) finalizzato ad accedere all’insegnamento. Insegnanti che nelle scuole occupano attivamente dei nostri ragazzi autistici potrebbero essere stati formati su questo bagaglio di saggezza. 

     

    Quello che mi sconvolge è che tutto il circo Barnum del fanta-autismo comunque ha qualche pubblica amministrazione che finanzia i suoi operatori, che indica come plausibili le sue terapie, che accresce e fortifica il credito dei ciarlatani che ne hanno fatto il loro business.
     

    gianluca nicoletti e figlio 2 gianluca nicoletti e figlio 2

    Certo che poi a quelli come me salta la mosca al naso quando sentono pronunciare la parola «autistico» con leggerezza, o peggio come una scherzosa maniera per definire chi non abbia una dimestichezza consumata all’uso proficuo della socialità. Mi sono dovuto pure scontrare con colti signori spiegando che «autistico» non è la divertente declinazione lessicale per dare a una persona del cretino. 

     

    Autistico non sarà mai divertente in Italia fino a che non ci sarà una legge che stabilisca con certezza e indichi le forme di trattamento che abbiano una rilevanza scientifica riguardo alla loro efficacia. Chi vorrà andare dagli sciamani almeno non lo faccia con il denaro pubblico. 

     

    Non ci andrà di scherzare fino a quando non vedremo reso obbligatorio per tutti i bambini della materna il test per la diagnosi dell’autismo; è un formulario che impegna venti minuti di tempo e può permettere una vita molto più autonoma a chi viene precocemente sottoposto a terapia comportamentale. 

    gianluca nicoletti e figlio 1 gianluca nicoletti e figlio 1

     

    La scuola dovrebbe specializzare insegnanti di sostegno per lavorare efficacemente con gli autistici: non vorremmo vedere ancora, grazie a telecamere nascoste, pedagogiste aguzzine come in un liceo di Vicenza o scene da lager come in quell’istituto di Grottammare. Vorremmo che qualcuno ci dicesse che accadrà ai nostri ragazzi quando non saremo più abbastanza vivi per occuparcene di persona. 

     

    Non ci basta sapere che dei figli che oggi succhiano ogni nostro tempo si occuperanno anime caritatevoli, non si tratta di raccolta differenziata per umanità imperfetta, sono persone che hanno diritto a una vita tra la gente, non devono finire rinchiusi. Al momento le risposte, anche della politica, sono rare e molto evasive. Pazienza, alla fine qualcosa ci inventeremo.

     

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