MOISE KEAN
Giovanni Albanese per www.gazzetta.it
Moise Kean può tornare a casa. Tra quelle mura che lo hanno accolto giovanissimo, dalla categoria Pulcini, e poi lo hanno visto crescere fino a diventare quasi un uomo. A ventuno anni ha ancora tutta la carriera davanti, ma l’aria di casa ha sempre qualcosa di speciale e così in bianconero potrebbe cominciare anche per lui una seconda vita.
Quando salutò i compagni e gli amici di sempre due anni fa disse che era solo un “arrivederci”. E ora eccolo di nuovo a un passo da quei cancelli del centro sportivo della Juve, dopo aver fatto un anno all’Everton (che detiene la proprietà del suo cartellino) e uno in prestito al Psg, che si aggiungono a quello dell’Hellas Verona quando era ancora un calciatore della Signora.
MOISE KEAN
NUMERO SETTE
L’attaccante classe 2000 balza immediatamente in cima alla lista dei possibili arrivi nel rinnovato piano mercato Juve che si rende necessario con la cessione di Cristiano Ronaldo. Ovvio che il paragone tra i due non regga e non vada fatto.
Semplicemente, nella logica di ricostruzione del reparto avanzato bianconero, Kean può diventare una pedina importante nello scacchiere di Allegri perché duttile e arruolabile in qualsiasi modulo, da punta centrale o da attaccante esterno. Essendo un elemento del vivaio, inoltre, non occupa posto in lista Champions, aspetto ancora più determinante a pochi giorni dalla chiusura del mercato.
MOISE KEAN
Moise potrebbe ereditare la maglia numero sette? Sì. L’ha indossata nella passata stagione al Psg, l’aveva scelta nel campionato Primavera (stagione 2016-17) e subito dopo in prima squadra aveva preso la 34 per giungere comunque alla somma del sette. Mentre all’Everton aveva preso la 27, un po’ come fatto da Locatelli alla Juve, così da metterci comunque dentro uno dei suoi numeri preferiti.
MOISE KEAN
PRODOTTO DEL VIVAIO
Moise Kean è cresciuto come detto a Vinovo. Lì ha ancora rapporti saldi con molti, contatti quasi giornalieri che non ha mai interrotto in questi anni. Qualche tempo fa pubblicò una foto sui social in cui era in compagnia di mister Corrado Grabbi e Hans Nicolussi Caviglia, ovvero il suo primo tecnico alla Juve (che considera quasi un papà) e un compagno di squadra da sempre, dai primi passi di entrambi nel mondo del calcio, a tinte bianconere, dall’età di nove anni.
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Più recenti ma altrettanto significative le parole dell’attaccante su Max Allegri, che nella stagione 2016/2017 lo mandò in campo il giusto ma lo fece crescere tantissimo durante i mesi da aggregato alla prima squadra. Chi lo conosce bene, ovviamente, è il direttore Federico Cherubini, che lo ha seguito da vicino nel settore giovanile già dal suo arrivo in bianconero, nel 2012.
Forse l’esigenza di allestire una seconda squadra per dare l’opportunità ai propri giovani calciatori di avere una categoria di mezzo tra Primavera e prima squadra per compiere il definitivo salto tra i grandi si è fatta spazio anche di fronte al percorso virtuoso di Kean.
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JUVE-BIS
Moise dall’estate 2019 è un calciatore dell’Everton, ma non rientra più nei piani del club inglese. Che apre alla cessione anche a titolo temporaneo: la Juve potrebbe cogliere al volo l’opportunità, provando magari a pianificare un suo rientro definitivo sul medio-lungo periodo. Intanto il diretto interessato attende fiducioso, l’idea di tornare a Torino lo esalta e lo rilancia con maggiore fiducia anche in chiave azzurra, in vista del prossimo Mondiale.
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Tutti piccoli pezzi che in queste ore si stanno rimettendo a posto per allestire il puzzle al completo, grazie alla regia di Mino Raiola che ha già fatto visita alla Continassa per parlare del Moise-bis alla Juve. Serve ancora un po’ di pazienza, poi per il ragazzo cresciuto in braccio alla Vecchia Signora si potrebbero riaprire quei cancelli del centro sportivo per un secondo grande sogno in bianconero.
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