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    IN NINO VERITAS – “GIÙ LE MANI DAL MIO RING. SAREBBE UN CRIMINE ASSOLUTO VENDERLO” – NINO BENVENUTI MOSTRA I PUGNI IN DIFESA DEL RING OLIMPICO DI ROMA 1960, CUSTODITO PER DECENNI DALLA STORICA PALESTRA "AUDACE", CHE RISCHIA DI FINIRE ALL’ASTA – “AL DI LÀ DELL’ORO CONQUISTATO SU QUEL QUADRATO, IN QUELLA PALESTRA, SONO TRANSITATI ALCUNI TRA I PIU' GRANDI PUGILI DEL PASSATO COME MONZON” – VIDEO


     
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    https://www.leggo.it/video/audace_boxe_video_servizio_intervista-5852179.html?jwsource=cl

     

     

    Piergiorgio Bruni per leggo.it

     

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    È stato il suo ring. Quello che lo ha consacrato nell’Olimpo dei più grandi rendendolo immortale. E non solo. Nino Benvenuti, 80 anni portati benissimo, sul quadrato dei Giochi di Roma 60 è diventato uomo e ha spiccato il volo per una carriera da autentico fenomeno della boxe mondiale. Oggi quel suo ring, custodito da decenni dalla storica società Audace, rischia di scomparire, di essere venduto, di finire nelle mani di qualche ricco collezionista americano.

     

    Martedì scorso il grido di allarme lanciato dal maestro Venturini, uno dei simboli della storica palestra capitolina chiusa da un anno per la pandemia di Covid in corso. Ieri, poi, la notizia che la Federazione italiana di pugilato sarà al fianco dell’associazione sportiva romana per evitare la svendita del cimelio sportivo.

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    Anche Nino Benvenuti ha promesso che, appena i tempi lo permetteranno sarà al fianco dell’Audace. Quel ring olimpico è un patrimonio dello sport mondiale e deve rimanere in Italia.

    «Lo è molto di più di quanto la gente possa immaginare. Sarebbe un crimine assoluto non riconoscere un passaggio epocale della nostra storia, non soltanto sportiva. Su quel ring, in quella palestra, sono transitati alcuni tra i più grandi pugili del passato come, ad esempio, Carlos Monzón. Lì, ci sono sudore, impegno e valori rimasti scolpiti nella memoria del nostro Paese».

     

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    Quali emozioni Le trasmette ancora quel quadrato blu?

    «Al di là dei Giochi di Roma, che mi hanno visto conquistare la medaglia d’oro nel 1960, ogni qualvolta mi è capitato di realizzare foto e filmati per recuperare frammenti del passato, quelle 4 corde e l’Audace hanno rappresentato il mio imprescindibile punto riferimento».

     

     

    E ora cosa si può fare per salvarlo?

    «Tutto il possibile, ma anche l’impossibile, per far sì che questa creatura rimanga nella sua culla, a Roma».

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    Alla palestra Audace proveranno a dare vita a una raccolta fondi tra appassionati, può essere una strada percorribile?

    «Certamente, tuttavia vanno sensibilizzate una serie di categorie. L’Audace dovrebbe diventare un punto riferimento nazionale per il pugilato e contestualmente avere pure un riconoscimento ufficiale oltre i nostri confini».

     

     

    Il pugilato, così come altri sport, da circa 1 anno sta patendo la chiusura dell’attività per il Covid-19. Quanto ne risentirà il movimento?

    «Già quando avevo smesso e intrapreso la professione di giornalista, la Boxe aveva iniziato a subire duri colpi. Non era mai finita Ko, ma sicuramente incassato iniziali sconfitte ai punti».

     

     

    E in vista delle Olimpiadi di Tokyo?

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    «Averle rimandate di un anno è stata una decisione particolare, direi straordinaria rispetto alla storia dei Giochi. Quello che accadrà, dopo l’irripetibile esperienza di questo 2020, sarà – di sicuro – una grande incognita. Ovvio che, se lascio parlare il mio cuore, è in quei cinque cerchi olimpici e fra le quattro corde di un ring, che rimangono “imbrigliate” le più profonde emozioni e la memoria più vivida. Segni che mi piacerebbe tornare a scorgere nelle nuove generazioni. Sono loro che devono tornare ad avere “Il mondo in pugno”».

     

    MELONI

    Da leggo.it

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    La notizia è stata ripresa dalla leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni, che in una nota ha sottolineato come siano queste «le conseguenze delle chiusure indiscriminate decise dal Governo e che stanno mettendo in ginocchio il mondo dello sport, gli operatori e i gestori delle palestre: rischia di finire all’asta il ring simbolo dei Giochi Olimpici di Roma 60, conservato dalla storica palestra Audace Boxe di Roma e sul quale un giovanissimo Muhammad Ali conquistò l’oro olimpico. Fratelli d’Italia raccoglie l’appello lanciato dal maestro Gabriele Venturini dalle colonne del quotidiano ‘Leggo’: le Istituzioni, a partire da Roma Capitale, impediscano che un simbolo della storia dello sport possa andare perso e rischiare di finire nelle mani di qualche collezionista straniero».

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    «Apprendiamo da Leggo che la palestra di pugilato "Audace", centro di aggregazione dalla storia centenaria e punto di riferimento dell'Esquilino, metterà in vendita lo storico ring dove si allenò anche Cassius Clay. È il simbolo delle chiusure indiscriminate del governo che hanno portato lo sport allo stremo, a fronte di un rivolo di ristori che non superano i 9 mila euri annui in media», scrivono in una nota gli esponenti di Fratelli d'Italia Federico Mollicone, deputato capogruppo in commissione Sport, Andrea de Priamo, capogruppo in Assemblea Capitolina, Stefano Tozzi, capogruppo in Municipio I.

     

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    «Lanciamo un appello alla Regione Lazio e a Roma Capitale per salvare la storica palestra Audace e il ring, simboli dello sport nazionale. Esprimiamo la nostra solidarietà alla famiglia Venturini. Da sempre Fratelli d'Italia chiede la riapertura degli impianti sportivi e delle palestre, con fondi e ristori. Al dl Coni è stato approvato un nostro ordine del giorno per la riapertura: il governo dia seguito immediatamente».

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