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    NOMINE SERVIZI, ANCORA FUMATA NERA - C'È CHI SOSTIENE CHE ALLA FINE, SUPERATO LO SCOGLIO DELLA CONFERENZA INTERNAZIONALE SULLA LIBIA DI METÀ NOVEMBRE, SIA MANENTI SIA PANSA RIMARRANNO IN SELLA FINO ALLA SCADENZA NATURALE DEL MANDATO, PRIMAVERA DEL 2019. MOLTO RUMORE PER NULLA. NON È SCONTATO CHE LE PROSSIME NOMINE POSSA FARLE UN ALTRO GOVERNO, SEMPRE SOTTO LO SGUARDO ATTENTO DI MATTARELLA


     
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    Estratto dell’articolo di claudio antonelli alessandro da rold per la Verità

     

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    alessandro pansa alessandro pansa

    L' ennesimo nulla di fatto si è avuto poi sulle nomine di Dis e Aise, i vertici dei nostri servizi segreti. Ormai è un caso istituzionale. Non è chiaro perché il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, non abbia la forza di sostituire Alberto Manenti e Alessandro Pansa. Ieri era attesa la riunione del Cisr, il Comitato interministeriale per la sicurezza nazionale. Anche uno dei possibili sostituti dell' attuale direttore dell' Aise, ovvero il vice Giovanni Caravelli, è tornato apposta dalla Libia per essere presente all' incontro. Ma non è successo nulla.

     

    GIUSEPPE CONTE GIUSEPPE CONTE

    «Se non si riesce a chiudere su Gse figuriamoci i servizi!», spiega un tecnico ben informata sui malumori interni al governo, dove continuano le tensioni sulla manovra economica. Nella mattinata di ieri, Conte ha incontrato sia Mattarella sia i vertici delle aziende di Stato, tra cui Eni e Leonardo, realtà che lavorano a stretto contatto con il mondo dei servizi segreti. Il giro di boa sarà la Conferenza internazionale sulla Libia - che l' Italia organizzerà a Palermo il 12 e 13 novembre.

     

    ALBERTO MANENTI ALBERTO MANENTI

    C' è particolare tensione sull' evento, in particolare a Forte Braschi. Anche se l' esito della conferenza appare a molti scontato, perché le elezioni non si svolgeranno entro la fine dell' anno, come voleva la Francia. C' è chi sostiene che alla fine, superato lo scoglio libico di metà novembre, sia Manenti sia Pansa rimarranno in sella fino alla scadenza naturale del mandato, primavera del 2019. Molto rumore per nulla. Non è scontato che le prossime nomine possa farle un altro governo, sempre sotto lo sguardo attento di Mattarella.

     

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