Estratto dell’articolo di Rosalba Castelletti per “La Repubblica”
VLADIMIR PUTIN E LE ARMI NUCLEARI
Vladimir Putin interviene alla sessione plenaria del Forum economico di San Pietroburgo, l'ex capitale imperiale russa fondata da Pietro il Grande perché diventasse un ponte con l'Europa, mentre Joe Biden parla a Pointe du Hoc, il promontorio conquistato dai Ranger statunitensi il 6 giugno 1944.
Due discorsi rivolti ai rispettivi elettorati, ma anche i botta e risposta di un dialogo a distanza che segna il divario tra i due leader alla vigilia delle elezioni europee, del G7 in Italia e della conferenza sull'Ucraina in Svizzera.
brigitte emmanuel macron joe e jill biden 80 anni sbarco in normandia
Putin usa il suo discorso — il terzo più lungo nei 27 anni di storia del Forum, un'ora esatta — per lodare l'economia russa, la quarta al mondo stando a nuovi dati della Banca Mondiale - «nonostante le illegittime sanzioni internazionali» - e per elogiare i crescenti legami con i Paesi alleati, parte di un «armonioso mondo multipolare». [...]
Ad accendere la discussione ci pensa il moderatore: il politologo Sergej Karaganov, direttore del Consiglio per la politica estera e la difesa, think tank che consiglia il Cremlino. Secondo alcuni osservatori, la sua presenza «è un avvertimento molto mirato all'Occidente». Un anno fa, infatti, Karaganov propose di usare contro un Paese Ue e Nato «l'arma di Dio», vale a dire il nucleare, per costringere l'Occidente a ritirarsi dal conflitto in Ucraina e così scongiurare una Terza guerra mondiale.
VLADIMIR PUTIN E LE ARMI NUCLEARI
Ed è proprio su questo che incalza Putin: sulla necessità di impartire «una lezione», come insegna il racconto biblico di Sodoma e Gomorra. In uno studiato gioco delle parti — un «ping pong nucleare», lo chiama qualcuno — il presidente russo si fa il segno della croce e si ritrae: «Se, Dio non voglia, si arrivasse a un attacco, tutti dovrebbero capire che» gli europei — paragonati da Karaganov a «un branco di iene» — non hanno sistemi di allarme per attacchi missilistici e che le armi nucleari tattiche russe sono «quattro volte più potenti delle bombe usate su Hiroshima e Nagasaki».
brigitte ed emmanuel macron con joe e jill biden a ver sur mer 80 anni sbarco in normandia
Ma conclude: «Parto dal fatto che non si arriverà mai a questo… Vorrei anche chiedere a tutti di non menzionare più queste cose invano». Parole che Karaganov elogia per la loro «responsabilità». In un costante colpo al cerchio e alla botte, Putin non esclude modifiche alla dottrina nucleare, ma ricorda che al momento l'atomica è prevista soltanto «in caso di minaccia alla sovranità e integrità territoriale».
Non esclude un test nucleare, ma per ora «non ce n'è bisogno». E infine ripete che «si riserva il diritto» di armare i nemici degli occidentali, ma «non sono pronto a dire che lo faremo domani». Il politologo Sergej Markov commenta: «L'obiettivo della disputa tra Putin e Karaganov è dimostrare che in Russia ci sono ambienti influenti che propongono l'uso di armi nucleari tattiche in Ucraina ed Europa. E Putin è il garante del non utilizzo delle armi nucleari».
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Dalla Francia intanto Joe Biden si propone come garante della democrazia e della memoria del D-Day. In contrapposizione con il rivale repubblicano Donald Trump, convinto del «tramonto» degli Usa, ma anche col suo presidente russo. «Mi rifiuto di credere che la grandezza dell'America appartenga al passato. Chi può dubitare che quei Ranger vorrebbero che l'America si opponesse all'aggressione di Putin in Europa?», tuona Biden. […]
Rivolgendosi ai deputati francesi, il capo di Stato ucraino aveva invece esortato i suoi alleati occidentali a «fare di più». Sostegno garantito dal presidente francese Macron, che ha annunciato la fornitura di Mirage ed è tornato a ipotizzare l'invio di istruttori europei. Promesse che innervosiscono il Cremlino e che fanno da sfondo all'arresto a Mosca del cittadino francese Laurent Vinatier, collaboratore di una ong svizzera. […]
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