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    NON CHIAMATELO PIÙ ZAR: GLI ZAR DURAVANO MOLTO MENO! - PUTIN INCASSA DAL PARLAMENTO IL VIA LIBERA ALLA RIFORMA COSTITUZIONALE: DOPO IL 2024 POTRÀ CANDIDARSI PER ALTRI DUE MANDATI PRESIDENZIALI, PER FAR DURARE IL SUO REGNO 36 ANNI - LE OPPOSIZIONI ''VERE'' (ASSENTI NELLA DUMA) PROMETTONO BATTAGLIA, ANCHE SE IL PIANO DEVE PASSARE ANCORA ALLA CORTE COSTITUZIONALE


     
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    Giuseppe D'Amato per “il Messaggero

     

    Vladimir Putin potrà ricandidarsi ancora per due mandati presidenziali dopo il 2024, sempre che lui lo vorrà e la Corte Costituzionale accetterà le modifiche. Questo è il risultato della discussione alla Duma, la Camera bassa del Parlamento federale, e la successiva approvazione in seconda lettura dei cambiamenti alla Costituzione, che verrà portata al referendum del prossimo 22 aprile.

     

    La seduta avrebbe dovuto essere poco più che una formalità ed invece si è trasformata in qualcosa di sorprendente. Dopo anni di speculazioni ed ipotesi sfrenate, infatti, le carte ora sono sul tavolo. Da tempo esperti accreditati ritenevano che il 67enne Vladimir Putin - dal 2000 al potere, arrivato al secondo mandato presidenziale consecutivo (il quarto in totale) pertanto ineleggibile per l'attuale Costituzione russa - avrebbe seguito la formula kazakha per rimanere al potere, ossia farsi nominare responsabile del Consiglio di sicurezza.

    vladimir putin al cremlino nel 2004 vladimir putin al cremlino nel 2004

     

    Da tale posizione avrebbe diretto le danze da dietro alle quinte. Stando ad altri esperti, invece, il capo del Cremlino avrebbe ripercorso la strada del 2008 affidando la Presidenza ad un fedelissimo (allora fu la volta di Dmitrij Medvedev poi dal 2012, per 8 anni, premier) e lui si sarebbe accontentato di essere primo ministro prima di tornare alla massima carica del Paese alle elezioni successive.

     

    IL DIBATTITO

    «Vediamo come il mondo cambia» ad un certo punto ha preso la parola inaspettatamente Valentina Tereshkova, prima donna cosmonauta e fedelissima del presidente. «Ovunque tutti i discorsi riguardano Vladimir Putin. La gente è preoccupata di cosa possa accadere dopo il 2024. Dobbiamo cancellare le limitazioni ai mandati presidenziali e concedere la possibilità all'attuale capo di Stato di candidarsi con una nuova Costituzione. Sarebbe un fattore di stabilizzazione per la nostra società».

     

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    A questo punto lo speaker della Duma, Vjaceslav Volodin, ha proposto un'ora e mezza di intervallo per consultazioni con il Cremlino e verificare se tale emendamento potesse essere accettato. Alle 15,15 è arrivato in Parlamento Vladimir Putin in persona. «Non c'è voglia di tornare ai tempi dell'Unione Sovietica», ha risposto ai deputati il capo del Cremlino in merito alla cancellazione dei due mandati presidenziali dalla Costituzione, aggiungendo che nel lungo periodo il Paese «ha bisogno della garanzia che le persone al potere possano essere cambiate regolarmente» e che «una forte Presidenza è assolutamente essenziale».

     

    vladimir putin con il fedele dmitry medvedev vladimir putin con il fedele dmitry medvedev

    Ma il reset dei mandati (ossia azzeramento) con una nuova Legge fondamentale - ha proseguito Vladimir Putin - «sarebbe possibile se la Corte Costituzionale confermerà ufficialmente che tale emendamento non violi le leggi». Subito dopo il capo del Cremlino ha lasciato l'aula, dove è stata messa in votazione la proposta della Tereshkova: 380 i voti favorevoli, 43 contro (i comunisti), un astenuto. Quindi successiva approvazione delle modifiche nel loro complesso in seconda lettura. Oggi terzo e definitivo passaggio alla Duma.

     

    LE REAZIONI

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    Dure le reazioni delle opposizioni riformiste/liberali, non rappresentate alla Duma, che per le prossime settimane hanno organizzato manifestazioni di protesta. Già la marcia in ricordo di Boris Nemtsov, a cui hanno partecipato decine di migliaia di persone il 29 febbraio scorso, si era trasformata in una dimostrazione contro i cambiamenti costituzionali. Il sindaco di Mosca Serghej Sobjanin ha, però, già messo le mani avanti con un decreto: a causa del coronavirus, fino al 10 aprile, sono vietate tutti le manifestazioni con più di cinquemila persone.

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