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    “NON CI PENSARE PROPRIO” - CALENDA STRONCA IL “CAMPO VAGO” PROPOSTO DA ORLANDO CON DENTRO TUTTI, DA CONTE AL TERZO POLO - "PER LA SINISTRA NOI SIAMO DI DESTRA E IL M5S PER NOI NON ESISTE" - CON I SUI TWEET INCAZZOSI “IL BULLO DEI PARIOLI” FOMENTA LA SUA BOLLA, MA I SUOI FAN RIMANGONO DELUSI, QUANDO LO VANNO AD ASCOLTARE, DALLE NOIOSE LECTIO MAGISTRALIS SU PERICLE. LUI NON SE LA PRENDE: "MANGIO, FUMO, BEVO E PARLO, E PAZIENZA SE A QUALCUNO DÀ FASTIDIO" - OGGI ALLE 19 SUI SUOI PROFILI SOCIAL IL TRIELLO CON MELONI-LETTA


     
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    Marco Imarisio per il “Corriere della Sera”

     

    CARLO CALENDA REGINA ELISABETTA MEME CARLO CALENDA REGINA ELISABETTA MEME

    «Auguri con Calenda, è un matto». Negli ultimi giorni, il monito è arrivato almeno da una decina di colleghi, nostri e pure suoi. Siccome i problemi di salute mentale non affliggono solo giornalisti e politici, l'incontro avviene per caso nel labirinto della stazione dell'Alta velocità di Bologna, con lo scrivente che vaga in cerca del parcheggio sotterraneo del suo pullmino e lui a domandarsi se mai troverà un'uscita laterale per fumare una sigaretta dopo essere sceso dal treno partito da Roma.

     

    «So di essere considerato piuttosto stronzo. Ma sono soltanto esplicito e diretto.

    C'è differenza». Negli ultimi anni, quasi nessun esponente delle due categorie sopra citate è sfuggito a uno scontro sui social con il segretario e fondatore di Azione. Da qui deriva una solida fama di umorale. «Sai qual è la verità? Che a me non ne frega un c. di quello che gli altri pensano di me. Mangio, fumo, bevo e parlo, e pazienza se a qualcuno dà fastidio».

     

    enrico letta e carlo calenda a cernobbio. enrico letta e carlo calenda a cernobbio.

    A riprova di quel che dice, spegne la Marlboro, prima di una lunga una serie, e ne accende subito un'altra. «Cristian, non si possono ascoltare gli AC/DC a basso volume, alza per favore». Appena dieci chilometri di tangenziale e cominciano le sorprese. Non significa nulla, per carità. Ma Calenda dimostra di sapere a memoria parecchie canzoni del gruppo heavy metal australiano.

     

    CARLO CALENDA MATTEO RENZI CARLO CALENDA MATTEO RENZI

    E qui la questione si fa subito più interessante. Un rapido esame del candidato rivela anche buona conoscenza di Deep Purple e Iron Maiden. A fine giornata, spiegherà a un giovane sostenitore modenese che la banana di Andy Warhol stampata sulla sua maglietta, molti anni fa finì sulla copertina di un celebre disco dei Velvet Underground di Lou Reed. «Te lo consiglio, c'è dentro tutto il rock dei cinquant' anni seguenti».

    MATTEO RENZI CARLO CALENDA MATTEO RENZI CARLO CALENDA

     

    La colonna sonora dei suoi spostamenti è sempre la stessa, così come l'autista e il van, utilizzati per le Europee e le Amministrative romane, potenza della superstizione. Le schitarrate degli AC/DC sono un succedaneo del caffè, per darsi una sveglia. Poi Calenda chiede che si passi all'amato Roberto Murolo. Ed è subito Reginella. «Come mai sei così calmo e allegro?» scherza Matteo Richetti, il presidente di Azione che lo accompagna in questo tour emiliano-romagnolo anche in veste di guida, essendo di Fiorano.

     

    «Solo stanchezza». A causa della presenza di un estraneo, il cuscino che utilizza per dormire durante ogni spostamento rimarrà a lungo chiuso nel bagagliaio.

    scontro carlo calenda luisella costamagna 2 scontro carlo calenda luisella costamagna 2

    A Forlì, la prima sosta è davanti alla casa dove nel 1988 fu ucciso Roberto Ruffilli. La notevole discussione a due sui valori del cattolicesimo democratico si interrompe quando Pier Giuseppe Dolcini, presidente dell'associazione che porta il nome del giurista assassinato dalle Brigate rosse, ricorda come quest' ultimo fosse un allievo del compianto Gianfranco Miglio.

    CARLO CALENDA MATTEO RENZI CARLO CALENDA MATTEO RENZI

     

    «L'unico leghista ad avere mai letto un libro» chiosa Calenda, tanto preparato quanto innamorato del personaggio che gli è stato ritagliato addosso. La folla in piazzetta della Misura si aspetta un attacco al Pd, che lui in privato definisce «un partito di anime morte», e invece ottiene una lectio magistralis su Pericle, i doveri del cittadino e l'importanza del sapere non funzionale. Mentre cita il suo idolo Giuseppe Mazzini, suonano le campane della chiesa. «Appena sente quel nome, il clero si risveglia sempre».

     

     

     

     

    carlo calenda violante guidotti bentivoglio carlo calenda violante guidotti bentivoglio

    A pranzo, gli altri mangiano. Calenda quasi se ne dimentica, preso com' è da una discussione su San Paolo e i valori del cristianesimo. Recupera quando risale a bordo, chiedendo al fido Cristian il consueto sacco di caramelle al quale attingere. Ci sono sole le Goleador, mancano le amate Rossana, ma pazienza. «Non ce la faccio a trattenermi» esclama a un certo punto. Oddio, che succede, chiedono gli altri passeggeri. Ha appena visto una dichiarazione di Enrico Letta che promette trecentomila assunzioni nella Pubblica amministrazione per il Sud.

    CARLO CALENDA SFOTTE ENRICO LETTA CARLO CALENDA SFOTTE ENRICO LETTA

     

    Causa ed effetto sono immediati. Calenda digita subito sulla tastiera del telefonino un tweet sul «riformismo defunto» del suo alleato di un giorno. Un incontro pubblico a Modena, capitale dei motori e della Ferrari, programmato in un orario che coincide con gli ultimi quindici giri del Gran Premio di Monza, è qualcosa che avvalora la tesi della follia.

     

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    L'appuntamento è in un locale del quale ha una quota l'ex calciatore Luca Toni, noto anche per le simpatie leghiste. Invece l'ampia sala al primo piano è piena che non si respira, anche perché all'inizio manca l'aria condizionata. «Dici solo cazzate». L'urlo dal fondo della sala lo interrompe mentre parla della necessità di rinforzare la figura del Responsabile Unico del Procedimento per spendere i fondi del Pnrr.

     

    Calenda porge il microfono al contestatore. Ma quando quello gli dice «Sei come Speranza», sbotta. «Ah, ma siete no vax, allora è tutto chiaro. L'altra grande emergenza italiana è l'istruzione, come è stato appena dimostrato». L'imprevisto gli fa cambiare discorso, che vira su invettiva contro il culto delle celebrities, famose perché famose. Nel parcheggio, sotto un sole cocente, è il momento dei saluti.

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    Richetti, che conosce bene questa terra, lo mette in guardia. «Grande interesse, ma nell'urna qui finiscono sempre per votare la Chiesa», che non è quella delle campane. «Perché non c'era mai stata una alternativa tra rosso e nero. Ora ce l'hanno» è la replica. Calenda ne è così sicuro che finalmente si concede un pisolino lungo la strada per Bergamo. Chissà come sarà il suo risveglio, tra poco meno di due settimane.

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