DAGONEWS
Non ci si può fidare neanche dei jihadisti? Sentite cosa scrive Askanews a proposito dell'intervista-colpaccio che aveva pubblicato Repubblica:
ali dehere
I jihadisti somali Shebab hanno smentito oggi che il proprio portavoce, Ali Dhere, abbia rilasciato un'intervista a La Repubblica sul sequestro di Silvia Romano, bollata come "fake news".
"Non c'è stata nessuna intervista del portavoce con nessun media sul caso Romano", ha detto l'organizzazione al sito SomaliMemo, uno dei canali di comunicazione usati dagli Shebab. Nell'intervista pubblicata due giorni fa da Repubblica, Dhere ha confermato il pagamento del riscatto per la liberazione della cooperante italiana, affermando che i soldi verranno spesi per finanziare la jihad.
ali dehere
Beh, siamo andati su questo SomaliMeMo e abbiamo trovato la notizia in apertura. Un bel risciacquo attraverso Google translate – che converte il somalo in inglese meglio di quanto faccia con l'italiano – e abbiamo scoperto altri dettagli.
Innanzitutto, che il sito chiama la nostra Silvia Romano direttamente ''Caa'isha Romano'', il nome che ha adottato dopo la sua conversione all'Islam. E vabbè, ci può stare. L'altra cosa che abbiamo capito è che il membro di Al Shabaab che ha parlato con SomaliMeMo considera la ''falsa intervista'' di Repubblica come ''parte della campagna razzista in corso in Italia contro Aisha Romano, sottoposta a numerosi attacchi e minacce per il fatto di essersi convertita''.
SILVIA ROMANO
Insomma, quello che scriveva oggi sul Giornale Gian Micalessin: «La conversione e la tunica verde sono tutti messaggi interpretati come una vittoria dal mondo jihadista in rete. E serve anche ad attirare proseliti da una parte e scatenare gli anti islamici contro Silvia facendola apparire come una vittima». Il piano dei terroristi somali sta funzionando…
Ps: il giornalista Fulvio Beltrami sono giorni (da quando è uscita l'intervista) che sottolinea la stranezza dell'intervista. Perché Ali Dhere sarebbe stato ucciso nel 2014. Quindi le cose sono due: o è stata concessa con una seduta spiritica oppure il cronista di Repubblica deve avvertire l'esercito americano, che aveva confermato la morte di Dhere.
#SilviaRomano intervista al capo di Al Shabaab. Fake news.
— Fulvio Beltrami (@beltrami_fulvio) May 12, 2020
Il 10 gennaio 2014 Ali Mohamud Raage nome di battaglia Ali Dhere viene ucciso dall'esercito keniota in Somalia. il 11 marzo 2014 Al Shabaab conferma. Un morto non rilascia interviste...https://t.co/nrsrnOyYK4
La Repubblica afferma di aver intervistato per telefono Ali Mohamud Raage nome di battaglia Ali Dhere che e’ stato ucciso tra il 2014 e il 2019 secondo quanto affermato da governo keniota e dal Pentagono. Se ci fosse registrazione della sua voce sarebbe interessante analizzarla pic.twitter.com/MDZhZiKoHH
— Fulvio Beltrami (@beltrami_fulvio) May 12, 2020
Sul terrorista Ali Mohamud Raage nome di battaglia Ali Dhere (che in teoria avrebbe rilasciato l’interivista a La Repubblica) c’e’ un mistero. L’esercito kenyota dichiaro’ la sua morte nel gennaio 2014. Al Shabaab la confermò nel marzo 2014. pic.twitter.com/OrKsPHWphi
— Fulvio Beltrami (@beltrami_fulvio) May 12, 2020