Vincenzo Iurillo per “il Fatto quotidiano”

la fossa scavata dal clan per la vittima

Il codice del clan non prevede sconti né appelli: se hai una relazione con la donna di un affiliato in carcere devi morire. La sentenza era stata emessa dal boss Antonio Abbinante, i due killer erano pronti e la fossa dove nascondere il corpo della vittima era stata già, scavata, rettangolare, 1 metro e 75 per 90 centimetri.

E se la Squadra Mobile non fosse intervenuta con le perquisizioni, dopo aver captato le telefonate in cui i camorristi progettavano l'omicidio, allarmando così la cosca, probabilmente l'uomo non avrebbe avuto scampo. La storia è raccontata tra le 448 pagine dell'ordinanza di custodia cautelare firmata ieri dal Gip di Napoli Nicoletta Campanaro su richiesta della Dda di Napoli - pm Maurizio De Marco, Lucio Giugliano e Giuliano Caputo, procuratore capo Giovanni Melillo - sviluppo di un decreto di fermo che forse ha salvato la vittima al bersaglio del clan Abbinante di Scampia.

antonio abbinante

A volerlo morto era il fratello dell'uomo in carcere, gestore di una piazza di spaccio, "che avrebbe altresì remunerato il clan per il favore", come si legge nelle carte. Sei arresti in carcere tra cui il boss Antonio Abbinante. L'omicidio doveva essere compiuto il 16 aprile scorso, l'uomo doveva essere indotto "ad andare a parlare con la signora" e poi condotto in una radura a Marano. Per poi essere ammazzato con un colpo alla testa mentre scendeva dall'auto. Come in un film di Martin Scorsese.

scampia poliziotti squadra mobile