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    “NON DIRE NULLA NON È UN’OPZIONE” – PAUL MCCARTNEY SI INCAZZA PER L'ASSASSINIO DI GEORGE FLOYD E RICORDA CHE GLI STATI UNITI SONO STATI SEMPRE STATI UNITI DA RAZZISMO E VIOLENZA - QUANDO NEL 1964 I BEATLES SI RIFIUTARONO DI ESIBIRSI A JACKSONVILLE, IN FLORIDA, IN UN TEATRO DIVISO DA UNA PARTE I BIANCHI E DALL’ALTRA I NERI: “IMPONEMMO NEL CONTRATTO CHE NON SAREBBE DOVUTO AVVENIRE. FU IL PRIMO CONCERTO DI SEMPRE DAVANTI A UN PUBBLICO NON SEGREGATO” - VIDEO


     
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    Matteo Cruccu per "www.corriere.it"

     

    paul mccartney paul mccartney

    Tra le tante voci che si sono alzate contro il terribile omicidio di George Floyd, risuona anche la sua, più forte che mai: quella di Paul McCartney. Il Beatle ha infatti pubblicato una nota sui suoi social in cui ha espresso tutto il suo dolore e la sua indignazione per quanto accaduto all’afroamericano: «Dobbiamo lavorare insieme per superare il razzismo in ogni sua forma, dobbiamo imparare di più, ascoltare di più, parlare di più e soprattutto impegnarci in prima persona».

    paul mccartney, john lennon e george harrison 2 paul mccartney, john lennon e george harrison 2

     

    Il rifiuto del 1964

    E Sir Paul ha ricordato che i Beatles in campo scesero davvero nel lontano 1964, quando negli Usa la segregazione, in molti stati del Sud, era una realtà fattuale, con autobus, scuole, quartieri separati. E sale concerto: la band seppe che avrebbe dovuto esibirsi a Jacksonville, in Florida, in un teatro diviso, da una parte i bianchi e dall’altra i neri.

     

    paul mccartney paul mccartney

    E si rifiutò di esibirsi in un contesto simile: «Pensammo fosse sbagliato» ricorda semplicemente McCartney « e imponemmo nel contratto che non sarebbe dovuto avvenire». Così i Beatles vinsero la loro battaglia, riuscendo a suonare lo stesso, ma senza alcuna divisione: «Fu il primo concerto di sempre davanti a un pubblico non segregato». Un piccolo passo, ma decisivo lungo la battaglia per i diritti civili.

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    Appello finale

    Che però non deve essere servita a molto, ammette «arrabbiato e addolorato»Paul «se quasi sessant’anni dopo dobbiamo assistere a scene orrende come quella di Floyd e ad atti razzisti della polizia». E conclude con un accorato appello: «Voglio giustizia per la famiglia di George Floyd. Voglio giustizia per tutti quelli che sono morti e hanno sofferto. Non dire nulla non è un’opzione».

     

    paul mccartney paul mccartney

    E dire quel dissero nel lontano 1964 fu un atto di coraggio non da poco, in un mondo spesso piegato alle logiche del «business is business», un’altra delle tante rivoluzioni della band più importante di sempre .

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