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    NON DITE A SALVINI (E MELONI) CHE DAL 2023 LE CONCESSIONI BALNEARI SARANNO MESSE A GARA - IL PIANO DEL GOVERNO: COSA CAMBIERA’ SULLE SPIAGGE D’ITALIA – LO STOP AL CARO-OMBRELLONE - LA PROTESTA DEI BALNEARI: PRONTI ALLE BARRICATE PER DIFENDERE LE CONCESSIONI


     
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    Da corriere.it

     

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    Stop al regime di proroga, come stabilito dalla sentenza del Consiglio di Stato del 20 ottobre scorso. Dal 2023 le concessioni balneari saranno messe a gara. Sembra questa l’intenzione del governo in vista del Consiglio dei ministri, previsto il 15 febbraio alle 15.30. L’obiettivo è spingere gli investimenti in modo da abbassare i prezzi e migliorare i servizi attraverso investimenti che influiscano a una maggiore qualità delle spiagge.

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    Frenare il rincaro dei prezzi

    Il testo dovrebbe prevedere una norma ad hoc secondo la quale per avere la concessione è necessario dimostrare di migliorare il servizio, con l’intento di aiutare gli investimenti, stimolarli e tutelare chi li ha fatti. Una specifica salvaguardia, poi, dovrebbe essere riservata agli «interessi legittimi» dei proprietari dei piccoli stabilimenti. Il Cdm cercherà di raggiungere la soluzione migliore per frenare il cosiddetto «caro-ombrellone» e tutelare i consumatori oltre che il turismo estivo. Sono le prime linee guida emerse, in attesa dell’incontro. Ci sarà una proroga fino alla fine del 2023 e le gare per le nuove assegnazioni partiranno a dal primo gennaio 2024.

     

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    Investimenti programmati e dichiarati

    Una novità sostanziale - come anticipato da Repubblica - riguarda il possibile inserimento nel testo di un vincolo preciso per tutti coloro parteciperanno alle gare: gli investimenti dovranno essere programmati e dichiarati, specificando con precisione come si intende migliorare il servizio offerto ai clienti ma anche come il modo in cui si vuole remunerare l’investimento, cioè quali saranno le tariffe di ciascuna offerta.

     

    Con questa proposta il governo intende raggiungere lo scopo di tutelare gli interessi dei piccoli proprietari di stabilimenti balneari, evitando quelle procedure che spesso portano vantaggi ai grandi gruppi.

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