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    NON DITE A VINCENZO DE LUCA CHE PD E M5S STRANNO TRATTANDO IN GRAN SEGRETO PER CANDIDARE IN CAMPANIA IL MINISTRO DELL’AMBIENTE SERGIO COSTA - NEL PD, PRIMA DI CONVINCERE DE LUCA A UN PASSO INDIETRO, ASPETTANO IL TEST DELLE SUPPLETIVE IN PROGRAMMA IL 23 FEBBRAIO PER UN POSTO IN SENATO: SE IL M5S, IN UN COLLEGIO DOVE NEL 2018 SUPERÒ IL 50% DOVESSE ANDAR MALE, SCATTEREBBE IL DIETROFRONT...


     
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    Simone Canettieri per “il Messaggero”

     

    VINCENZO DE LUCA SERGIO COSTA VINCENZO DE LUCA SERGIO COSTA

    «Ci stiamo ragionando in queste ore». La conferma arriva da entrambe le sponde. Obiettivo: candidare il ministro dell'Ambiente Sergio Costa in Campania alle prossime regionali. Una pratica da maneggiare con molta cura. Perché in mezzo c'è un ostacolo non di poco conto: Vincenzo De Luca, governatore uscente dei dem e in grado comunque di condizionare la campagna elettorale e di spostare valanghe di voti.

     

    I big del Pd in Senato e alla Camera ammettono che «fargli fare un passo indietro non sarà semplice». Ma il M5S ci spera e ci lavora. I parlamentari spingono per questa soluzione: in caso di successo sarebbe il primo presidente di Regione grillino. Il ministro Vincenzo Spadafora ieri dal salotto di Porta a Porta, seppur in maniera vaga e senza entrare nel caso specifico, ha aperto più di un pertugio: «Si deve valutare l'opportunità, laddove ci fossero le condizioni, di allearsi con altre forze».

     

    luigi di maio vito crimi luigi di maio vito crimi

    Un riferimento alla partita campana che potrebbe vedere sullo stesso fronte sia Luigi Di Maio sia Roberto Fico. Ieri il nuovo capo politico Vito Crimi ne ha parlato con i facilitatori regionali. Molti parlamentari, tra cui Luigi Iovino, spingono per questa direzione. E domenica a Napoli ci sarà un'assemblea degli iscritti per testare il polso della base.

     

    Nel Pd, prima di convincere De Luca a un passo indietro, aspettano il test delle suppletive in programma il 23 febbraio per un posto in Senato: se il M5S, in un collegio dove nel 2018 superò il 50% dovesse andar male, i ripensamenti al Nazareno scatterebbero in automatico. La soglia psicologica si aggira intorno al 20%. Se i grillini non fossero più decisivi perché andare a togliere un ministro, chiedere a un governatore popolare un passo indietro per non raggiungere il risultato?

    fico grillo di maio fico grillo di maio

     

    Una serie di dubbi che in queste ore attraversano i giallorossi. E soprattutto il Movimento alle prese ormai con un bivio: andare verso l'ala riformista oppure no, continuando così con la versione ago della bilancia in solitudine?

     

    Crimi si muove più verso la seconda ipotesi, tanto che il via libera alle candidature in tutte le regioni chiamate al voto ha provocato subito l'insurrezione di chi vuole alleanze stabile. Ma si valuta caso per caso, regione per regione. E comunque vada l'ultima parola spetterà a Crimi o, al massimo, a un voto su Rousseau. Perché, come annunciato da Il Messaggero, gli Stati generali in programma a metà marzo sono stati rinviati a dopo il referendum (il 29 marzo). Danilo Toninelli parla di uno slittamento «di alcune settimane».

     

    lorenzo fioramonti lorenzo fioramonti

    Quando cioè gli schieramenti in campo saranno già decisi, a partire dalle alleanze.

    Il reggente, nonché capo politico a tutti gli effetti, si sta muovendo sulla scia del suo predecessore. E oggi è atteso da un altro test importante. Sul blog dovranno comparire le espulsioni dei parlamentari morosi che non hanno restituito. Otto nel mirino, tra questi però ci sono già coloro che sono usciti dal Movimento per seguire l'ex ministro Lorenzo Fioramonti.

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