giulio tarro

''NON DOBBIAMO TEMERE UNA SECONDA ONDATA PERCHÉ NON CI SARÀ'' - IL VIROLOGO GIULIO TARRO NON HA DUBBI E PARLA CON BECCHI DI TUTTE LE STRATEGIE SBAGLIATE DEL GOVERNO: ''LE SCUOLE E LE UNIVERSITA' VANNO RIAPERTE SUBITO E SENZA MASCHERINE. PROLUNGARE LO STATO DI EMERGENZA È UNA PAZZIA, COSÌ AMMAZZANO L'ECONOMIA. I CONTAGIATI ASINTOMATICI SONO MILIONI, LA NOSTRA EPIDEMIA È FINITA, DOBBIAMO TEMERE SOLO I NUOVI CEPPI CHE ARRIVANO DALL'ESTERO. E SE L'INDICE DI CONTAGIO È DI POCO SOPRA 1…''

 

Paolo Becchi  in dialogo con Giulio Tarro su ''Libero Quotidiano''

 

B. “Libero” ha pubblicato il 6 luglio una sua lunga intervista che ha avuto molta diffusione. Vogliamo in questa  nuova  intervista sviluppare alcuni temi, considerato che ora si parla addirittura di un possibile prolungamento dello stato di emergenza, una cosa che se si verificasse costituirebbe un unicum in  tutta Europa. Con la conseguenza tra l’altro di  trasformare milioni di italiani in ipocondriaci che per scongiurare il pericolo  sono disposti a subire le più umilianti vessazioni e a additare come "untore" chiunque non indossi anche ad agosto la mascherina o beva un aperitivo  con gli  amici.

 

GIULIO TARRO

 

 T. Duole dirlo ma è proprio così. Con tutte queste paure stanno tra l’altro indebolendo il sistema immunitario di una intera popolazione. Ma mi lasci aggiungere una cosa. Sono loro che dovrebbero aver  paura di una cosa, vale a dire che si scopra che i contagiati in Italia (molti asintomatici) sono decine di milioni e per questo oggi moltiplicano i tamponi che risultano quasi tutti negativi.  Questo non significa che tante persone non siano mai state contagiate, ma che le persone sono nel frattempo  guarite..

 

B.  Decine di milioni  di contagiati in Italia?

 

T. A fine marzo veniva pubblicato sul “Corriere della Sera” uno studio di Luca Foresti e Claudio Cancelli secondo il quale gli italiani contagiati dal virus  sarebbero stati almeno 11 milioni e 200 mila. Uno studio di ricercatori dell’Università di Oxford stimava tra il 60% e il 64% di popolazione italiana contagiata dal Covid19 a fine marzo, mentre quello dell’Imperial College ipotizzava almeno 6 milioni di contagiati in Italia. Allora eravamo a metà della curva gaussiana dell’epidemia e pertanto alla fine della stessa possiamo considerare il numero dei contagiati addirittura raddoppiati.

 

 B. Questo, se non sbaglio dovrebbe far pensare al fatto che ci stiamo avvicinando naturalmente alla cosiddetta “immunità di gregge”.  Invece di puntare su un rapido ripristino della normalità, come si sta facendo negli altri paesi europei, qualcuno farnetica persino  di un "catastrofico ritorno dell'epidemia" -  e si stanno predisponendo nuove "misure profilattiche" come l’obbligo della vaccinazione antinfluenzale o della mascherina a scuola. Cosa ne pensa?

mascherina in taxi

 

T. Sono cose insensate. Nel campo dalla salute dovrebbero prevalere i diritti e non gli obblighi. Un generico vaccino influenzale in questo caso non solo è inutile, ma potrebbe rivelarsi dannoso. Me lo lasci dire con chiarezza: non dobbiamo temere una “seconda ondata” perché non ci sarà. Come al solito, non vediamo oltre la punta del nostro naso e non ci accorgiamo di quello che accade al di fuori dei confini. Altri paesi già sono in fase inoltrata con riaperture significative. Noi, invece, proibiamo ancora tante, troppe cose. Pare che si debba ad ogni costo metterci con le spalle al muro al punto dal non essere più in grado di alcuna ripresa economica. Mi consenta una critica non da uomo di scienza ma da semplice cittadino. Stanno davvero esagerando al governo e continuando così porteranno in autunno il paese alla rovina. Beninteso, non una rovina dettata da una emergenza sanitaria che non esiste più, ma da una emergenza  economica e sociale che mi pare venga ampiamente sottovalutata.

 

B.  A settembre dunque si potrà tornare a scuola? Poco si parla dell’ università. Sarà possibile ritornare a lezioni in presenza e con quali precauzioni?

 

T. A settembre certamente si potrà tornare a scuola. Hanno già riaperto tutti non capisco perché noi non dovremmo farlo in Italia. Da maggio sono già ritornati a scuola in Austria e in Danimarca e anche in altri Paesi, il virus si può controllare con le normali misure igieniche. Il sole della stagione estiva ha abbattuto la dimensione del contagio, come avevo ampiamente previsto. Con intelligenza e buon senso bisogna riaprire le scuole senza necessità di utilizzare le mascherine la cui funzione era prevista per la loro utilizzazione dai soggetti infetti per evitare ulteriore spargimento del virus, ed ovviamente dagli operatori sanitari, che possono avere contatto professionale anche con potenziali contagiati.

 

Non è ammissibile che i bambini indossino le mascherine a scuola. Anche all’università si può tornare alle lezioni in presenza. Questo vale soprattutto per le matricole che cominciando un percorso universitario debbono avere un rapporto diretto con i docenti. Spero che  le autorità competenti riflettano su questo aspetto. A rischio è l’intera istituzione universitaria. Le  precauzioni vanno fatte a monte e si  basano sulla naturale battaglia, sempre effettuata per le malattie infettive, che prevede l’ isolamento dei  soggetti infetti.

GIULIO TARRO

 

 B. E sull’uso della mascherina  in questi mesi estivi?

 

 T. Le mascherine in estate non vanno utilizzate, diventano nocive perché inducono ipercapnia, cioè aumento pericoloso dell’anidrite carbonica. Vorrei dare da medico un consiglio generale. Dobbiamo staccare la spina ad una informazione ansiogena e ipocritamente intrisa di appelli a “non farsi prendere dal panico”. E questo, soprattutto, per permettere alle strutture sanitarie interventi mirati. Oggi l’ansia di una intera popolazione si sta concentrando su come tenersi alla larga da questo maledetto virus. Nessuno o quasi riflette che noi, in ogni momento, siamo immersi in un ambiente saturo di innumerevoli virus, germi e altri agenti potenzialmente patogeni. E in questi giorni, quasi nessuno ci dice che se non ci ammaliamo è grazie al nostro sistema immunitario il quale può essere compromesso, – oltre che da una inadeguata alimentazione e da uno sbagliato stile di vita – dallo stress, che può nascere anche dall’attenzione verso notizie allarmanti.

 

B. Il disgraziato campionato di calcio finisce il 2 agosto. Si potrebbero aprire gli stadi almeno quel giorno e in quali condizioni?

 

T. Dopo i festeggiamenti dei tifosi napoletani per la vittoria della coppa Italia, a cui non è seguito un solo caso di contagio, nonostante gli epiteti “sciagurati” di Ranieri Guerra dell’OMS, si è dimostrato ancora una volta che il virus non è più in circolazione in Italia. Sappiamo che ultimi casi italiani derivano da soggetti che vengono dall’estero oppure da italiani infetti rimpatriati. Ritengo che si possa ritornare allo stadio da subito magari rispettando il metro di distanza, per essere se si vuole estremamente prudenti, anche se allo stato attuale, ad essere sincero, lo  ritengo del tutto inutile.

scuola mascherine

 

B. Farà felice milioni di  italiani  per queste affermazioni, ma Intanto si discute addirittura  il prolungamento dello stato d’emergenza. Anche se gli organi di informazione poco ne parlano l’immigrazione clandestina ha ripreso col caldo alla grande. Non è che il virus ormai internamente sotto controllo possa riprendere forza perché importato? 

 

T. Ecco, qui un problema in effetti sussiste. Nonostante le profonde lacune nella gestione della pandemia, con l’entrata dell’estate la curva epidemica italiana si è naturalmente conclusa. In Italia l’era Covid, a meno che non si importino nuovi ceppi dall’Estero, è finita. I nuovi casi sono  chiaramente legati ad una provenienza estera come i bulgari di Mondragone, i viaggiatori dal Bangladesh ed i nostri commercianti che rientrano dalla Croazia e dalla Slovenia già contagiati. Adesso si pone  anche il problema della immigrazione clandestina.  Il virus non prende forza perché importato, ma per la sua presenza sul territorio, una presenza capace di essere causa di ulteriore fonte di contagio. Questa situazione va certo tenuta sotto controllo. Ma diciamola tutta: qui il problema va affrontato anzitutto politicamente.

 

 B. Torniamo al possibile prolungamento dello stato di emergenza per altri sei mesi al massimo. Su quali fondamenti scientifici si basa questa idea di prolungare l’emergenza? Qualche giorno fa Lei  ha fatto un tweet diventato “virale” in cui contestava questa idea.

 

 T. Per la verità me lo chiedo anche io su quali fondamenti gli esperti abbiano suggerito questa idea al governo. È notizia risaputa che in Germania, immediatamente dopo l'inizio della fase 2, il famoso fattore RO era salito a 1. Si tratta di un valore comunque basso. Teniamo presente che quanto ci hanno comunicato dalla Cina, relativamente al Sars CoV2, il fattore RO è compreso fra 2 e 3, mentre per la prima SARS era compreso, fra 3 e 4. II fatto che RO sia 1, vuol dire che una persona ne contagia un'altra. Ma questo è un discorso che vale nel momento di massima diffusività del virus.

 

B. Lei parla del fattore RO, ma da noi l’Istituto Superiore di Sanità parla del fattore RT. E sulla base di questo fattore superiore in alcune regioni  a 1  si sostiene la necessità di prolungare l’emergenza.  O almeno questo credo che sarà l’argomentazione che verrà utilizzata. Ci può spiegare le differenze tra RO e RT?   Cosa pensa dell’ultimo Report dell’Istituto Superiore di Sanità?

 

GIUSEPPE CONTE CON LA MASCHERINA

T. RO rappresenta il cosiddetto numero di riproduzione di base, numero medio di infezioni secondarie causate da ogni contagiato in una popolazione mai venuta in contatto con un determinato patogeno, nel nostro caso il COVID-19. Nel caso in cui R0 sia pari ad 1 significa che un singolo malato potrà infettare una persona, se invece è uguale a 2 ne contagerà 2 e così via. Maggiore è il valore di R0, tanto più elevato è il rischio di diffusione dell’agente infettivo.  Le misure di contenimento hanno trasformato il parametro in RT. L’Istituto Superiore di Sanità ha comunicato che l’indice RT si attesta mediamente su un valore compreso tra 0,2 e 0,7 già a partire dagli inizi di aprile.

 

Dopo l’adozione delle misure di contenimento dell’infezione da COVID-19, il tasso di contagiosità è diminuito in maniera significativa in tutta Italia. Un punto cruciale è la difficoltà di calcolare l’indice senza avere la data di insorgenza dei sintomi della malattia. Quando manca la data di inizio dei sintomi, viene usata la data dell’accertamento virologico dell’infezione. R è una stima di intensità di trasmissione nella popolazione generale in cui si assume che tutti abbiamo le stesse probabilità di contrarre l’infezione. RT indica il numero medio di infezioni causate da una persona infetta: meno di 1 significa che le nuove infezioni tendono a scendere, maggiore di 1 indica l’aumento del numero dei contagi.

 

B. Una conclusione secca?

 

PAOLO BECCHI

T. Non vedo niente di allarmante sotto il profilo sanitario se l’indice RT è al momento di pochissimo  superiore a 1.  Giustificare l’eventuale prolungamento dello stato di emergenza oltre il 31 luglio solo sulla base questo criterio sarebbe,  a mio avviso,  del tutto sbagliato. Da virologo, con una certa esperienza, mi sento di poter affermare che in realtà oggi non c’è alcuna ragione sanitaria per prolungare  lo stato di emergenza.