propaganda in russia
Esercitare il dubbio davanti ad ogni notizia che viene dai campi di battaglia è doveroso perché l'inganno è parte integrante delle strategie militari. Mentire serve a sostenere la propria immagine e a indebolire quella del nemico.
Propaganda? Di più. Gli americani, sempre sistematici nell'approccio, ragionano in termini di Psychological operations, che in sostanza significa raccontare panzane miste a verità per indirizzare «le emozioni del pubblico, il suo ragionamento razionale e in ultima analisi le decisioni dei governi».
Non è facile smontare le fake news quando a costruirle sono Stati, con budget milionari e tecnologia d'avanguardia. Ci si può arrivare dopo anni, ma nel frattempo le guerre che hanno aiutato ad attizzare hanno già fatto migliaia di morti.
spot di propaganda russa con la z
È successo per due volte ai danni di Saddam Hussein con le inesistenti incubatrici rovesciate nel 1990 e l'altrettanto fantasmatica antrace del Segretario di Stato Colin Powell nel 2003. Chi è senza peccato, quindi, scagli la prima pietra, però il dibattito sulle responsabilità russe negli orrori della guerra ucraina resta grottesco.
Un comando militare, che afferma «l'esercito russo non colpisce i civili», non è credibile davanti a decine di migliaia di condomini bombardati. Si qualifica da sé un governo che chiama «operazione militare speciale» l'invasione di uno Stato sovrano, un blocco navale, una campagna missilistica e di bombardamento aereo da migliaia di tonnellate di tritolo; un Paese che intende «denazificare» il vicino quando questi ha un presidente ebreo e una florida comunità giudaica.
Irpin, a nord di Kiev, 2022
Ogni singolo episodio conserva margini di dubbio perché la propaganda galoppa anche da parte ucraina. Se la Russia ammette solamente 1.300 perdite, sono poco credibili anche i 19.000 nemici uccisi dichiarati dall'Ucraina.
La tendenza di Kiev è di esagerare. Parlare di genocidio invece che di vittime di guerra, è l'esempio che ha fatto inalberare Israele. Ma resta il fatto che l'Ucraina è sotto attacco (vero) e la Russia è l'aggressore (vero).
Snake Island 2
L'Isola dei serpenti La disinformazione ucraina più riuscita. Tredici doganieri su un'isola del Mar Nero rispondono all'ultimatum di un incrociatore con un impavido «Nave da guerra russa vai a farti fottere». La conversazione radio diventa virale. Kiev alza la cifra dei resistenti a 87.
Snake Island
A sera, il presidente Zelensky annuncia che la guarnigione è stata sterminata e dichiara i doganieri «eroi dell'Ucraina». La frase appare su adesivi e spilline. Diventa uno slogan. Pochi danno ascolto ai russi che parlano di resa. Settimane dopo i 13 ricompaiono in uno scambio di prigionieri. Ormai però la fama di coraggiosi ucraini si è cristallizzata. La propaganda ha funzionato.
L'ospedale di Mariupol Davanti allo scempio dell'ospedale di maternità, il Cremlino reagisce con tesi diverse. Prima sostiene che l'edificio fosse vuoto di pazienti e pieno di «neonazisti del Battaglione Azov». In assenza di resti militari visibili, cambia e dice che si tratta di una recita. L'ambasciata russa a Londra, non un troll qualsiasi, bolla come «fake» una delle gestanti: «È una beauty blogger ingaggiata per recitare in due parti».
donna simbolo bombardamenti mariupol
Una ragazza partorisce, l'altra muore. La prima ricompare intervistata dai media filorussi che titolano sull'«imbroglio dell'ospedale». Ad ascoltare la sopravvissuta, però, la smentita è per la versione russa. La neomamma, infatti, racconta sia il bombardamento (vero) sia la morte dell'altra donna (vera).
Gli orrori di Bucha «I cadaveri che vedete sulle strade di Bucha non esistevano prima che i soldati russi arrivassero. Cioè se ne andassero». Il lapsus dell'ambasciatore russo Vasily Nebenzya all'Onu è la punta dell'iceberg. Come nel caso dell'ospedale, quando si scoprono le centinaia di civili morti a nord di Kiev la versione russa evolve.
donna simbolo bombardamenti mariupol
Non c'erano. Sono manichini. Anzi corpi raccolti da chissà dove. Insomma «una messinscena ben organizzata» (cit. Dymitri Peskov, portavoce di Putin). Neppure le immagini dei droni, le registrazioni geolocalizzate dei soldati russi che dialogano sugli eccidi, servono a far ammettere qualcosa.
bucha 1
Stazione di Kramatorsk Un canale Telegram annuncia un attacco missilistico delle forze filorusse del Donbass contro le postazioni nemiche. «Vedranno l'inferno». I canali tv russi lo riprendono mostrando anche le due scie bianche alle 10:13. Pochi minuti dopo, due missili cadono tra gli sfollati in attesa del treno. Si sparge la notizia della strage.
Il canale Telegram cancella il post. Mosca sfoggia comunque sicurezza: «Non produciamo quel tipo di missile, è una provocazione per addossarci la colpa». I missili SS21 (classifica Nato) sono in uso alle forze filorusse del Donbass. Al Cremlino non importa convincere chi cerca di informarsi, ma creare abbastanza nebbia per chi non vuol vedere.
bucha Massacro di civili a Bucha 4 Massacro di civili a Bucha 3 Massacro di civili a Bucha 2 Massacro di civili a Bucha STRAGE STAZIONE KRAMATORSK RAZZO STRAGE STAZIONE KRAMATORSK strage alla stazione ferroviaria di kramatorsk il missile che ha colpito kramatorsk, con la scritta 'per i bambini' strage alla stazione ferroviaria di kramatorsk STRAGE STAZIONE KRAMATORSK STRAGE STAZIONE KRAMATORSK STRAGE STAZIONE KRAMATORSK STRAGE STAZIONE KRAMATORSK bucha 2