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    NON È LA PRIMA VOLTA CHE MICCICHÈ VIENE PIZZICATO CON IL NASO NELLA POLVERINA - NEL 2002, QUANDO ERA VICEMINISTRO ALL’ECONOMIA, UNO DEI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI FU ARRESTATO CON L’ACCUSA DI AVER PORTATO 20 GRAMMI DI COCAINA AL MINISTERO. DIECI ANNI DOPO, QUANDO ERA SOTTOSEGRETARIO, IL SUO AUTISTA FU BECCATO ALLA GUIDA CON UNA BUSTA DI COCA CON LA SCRITTA: “PER L’ONOREVOLE MICCICHÈ” – IN PASSATO RIVELO' DI “NON ESSERE PIÙ UN COCAINOMANE. LO SONO STATO QUANDO AVEVO VENT’ANNI…”


     
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    1. MICCICHÈ, LE INTERCETTAZIONI E QUELLE 30 DOSI DI COCAINA ACQUISTATE DALLO CHEF RITIRATE CON L'AUTO BLU: “MI FERMO CINQUE GIORNI”. IL GIUDICE: “DURATA DELLA PERMANENZA PARI ALLE DOSI”

    Estratto dell’articolo di Giuseppe Legato per www.stampa.it

     

    gianfranco micciche gianfranco micciche

    Non è indagato, ma è chiaramente – quantomeno per notorietà pubblica – tra i protagonisti di una storia di droga nella Palermo Bene. L’ex presidente dell’assemblea regionale siciliana Gianfranco Miccichè, già senatore, ne ha comprata molta dall’intraprendete chef Mario Di Ferro, gestore del ristorante all’interno della prestigiosa

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    L’inchiesta è nata da un altro procedimento, tutt’ora coperto da segreto investigativo, nel quale «Di Ferro – scrive il gip nell’ordinanza di custodia cautelare - era stato contattato da un esponente di spicco di Cosa Nostra». Si era scoperto così, che il gestore del ristorante all’interno della prestigiosa Villa Zito di Palermo, «fosse il protagonista – si legge agli atti dell’inchiesta - di una frenetica attività di vendita di cocaina».

    gianfranco micciche gianfranco micciche

     

    Di Ferro come già in altre occasioni, utilizzava un’informazione pretestuosa riferibile ai giorni di assenza di Miccichè per capire quante dosi di stupefacente l’uomo intendesse acquistare: “Quindi quanti giorni stai fuori?”. E Miccichè: «Tornerò venerdì o sabato, quindi due o tre giorni».

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    In un’occasione, tra Miccichè e Di Ferro era nata anche una accesa discussione. Miccichè chiama il suo pusher con tono seccato: «Guarda che quello che mi hai dato era vuoto». E di Ferro: «Io quello che ti dovevo dare te l’ho dato coglione». Miccichè insiste: “«ti ho detto che era vuoto». E l’altro: «Assolutamente no».

     

    Gianfranco Micciche a villa zito a palermo Gianfranco Micciche a villa zito a palermo

    In un’altra occasione, Di Ferro, con il solito escamotage chiedeva all’ex presidente della Regione siciliana. “Quanti giorni ti fermi stavolta?”. Replica: “Cinque giorni, cinque. Non di più”.

     

    Scrive il gip: «Assunti dati certi sulla quantità di stupefacente che doveva procurare a Miccichè, Di Ferro contattava Gioacchino Salamone». Al pusher spiegava in linguaggio cifrato – ma corrispondente a quanto emerso dalle precedenti intercettazioni – testualmente: «Avvicinati al lavoro che siamo in cinque e ti rompiamo il culo».

    Mario Di Ferro Mario Di Ferro

    La prima consegna il 19 novembre 2022. Seguiranno un’altra decina di forniture per cessioni pari a un trentina di dosi: 26 novembre, 30 novembre, 3 dicembre, 27 dicembre (10 dosi complessive), 30 dicembre, 6 gennaio, 12 gennaio (4 dosi), 26 gennaio (2 dosi), 31 gennaio, 12 febbraio, 1 marzo, 21 marzo, 1 aprile (5 dosi).

     

    Dice Miccichè all’agenzia Ansa: «Prima di potere dire qualcosa devo capire cosa c'è nell'inchiesta in cui non sono indagato, ma posso dire che sono dispiaciuto per Mario Di Ferro: è un caro amico che conosco e frequento da moltissimi anni. Andavo alla sue feste che erano sempre molto divertenti, frequentate da tantissima gente e dove non ho mai visto della droga».

    Gianfranco Micciche Gianfranco Micciche

     

    2. LA TERZA VOLTA DI MICCICHÈ TRAVOLTO DALLE INCHIESTE SULLA COCAINA: “MI DISPIACE PER DI FERRO, ANDAVO ALLE SUE FESTE”

    Da www.palermo.repubblica.it

     

    Gianfranco Micicchè, nel ciclone per l’inchiesta sullo chef spacciatore di Palermo, al momento rilascia poche laconiche dichiarazioni filtrate dal suo staff: “Escludo in maniera categorica – dice - che io mi muova in macchina con lampeggiante acceso. È un errore che ho fatto e di cui sono pentito. Considero molto più importante nella mia vita di essere stato onesto, non avere mai fatto male a nessuno, non avere mai rubato un centesimo. Poi ognuno di noi qualche errore nella vita lo ha fatto. L'importante è essere a posto con la propria coscienza. Ed io lo sono".

     

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    Miccichè, oggi deputato regionale di Forza Italia è colui che ha messo in piedi il partito di Silvio Berlusconi ai tempi della “discesa in campo”, era il 1994.

    Ora che dall’inchiesta su Mario Di Ferro salta fuori il suo coinvolgimento, sebbene non sia indagato […]

     

    Non è la prima volta, del resto, che l’immagine di colui che è stato a lungo il leader indiscusso di Forza Italia in Sicilia viene associata alla cocaina. Nel 2002, quando era viceministro all’Economia, uno dei suoi più stretti collaboratori, Alessandro Martello, fu arrestato con l’accusa di avere introdotto 20 grammi di cocaina al ministero. Dieci anni dopo, quando era sottosegretario alla presidenza del Consiglio, a essere sorpreso con le mani nel sacco è stato il suo autista, Ernesto D’Avola. Beccato a Roma alla guida con una busta contenente cinque grammi di cocaina e la scritta: “Per l’onorevole Miccichè”.

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    Lui ha sempre smentito che i suoi collaboratori agissero per conto suo, ma non ha mai fatto mistero di aver avuto un problema di dipendenza: “Non sono più cocainomane. Lo sono stato quando ero ragazzo ma l’ho sempre ammesso. Avevo vent’anni”, ha affermato ai microfoni del programma “La Zanzara” nel 2013, quando era appena stato nominato sottosegretario alla Funzione pubblica.

     

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    Anche i suoi avversari politici non gli hanno mai risparmiato battute al vetriolo. “Stupefacente”, aveva ironizzato l’ex governatore Nello Musumeci quando Miccichè lo aveva definito “fascista” e “rompi c…”. Più felpato l’attuale presidente della Regione, il forzista Renato Schifani, che è riuscito a estrometterlo dal partito ottenendo da Berlusconi di togliergli il ruolo di commissario regionale. Recentemente l’ex presidente dell’Ars ha accusato il governatore in diretta Facebook di essere “uno che vive di vendette e rancori”. Schifani ha colto l’assist al volo: “Se dovesse star male, lo invito a curarsi”. La controreplica non si è fata attendere: “Siamo quasi coetanei e lui pare mio nonno”. […]

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