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    NON E' VERO MA CI CREDO PARTE II - UN ALTRO FABBRICATORE DI NOTIZIE FALSE RIVELA COME LA SATIRA SULLE ELEZIONI AMERICANE SIA DIVENTATA VERITA' ASSOLUTA, RIPRESA DA SOCIAL, GIORNALI E TV - NESSUNO VERIFICA I FATTI E LA VOGLIA DI CREDERE ALLE ASSURDITA' POLITICHE SUPERA QUALSIASI PENSIERO CRITICO


     
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    Marco Chacon per “Daily Beast

     

    tasti falso e vero tasti falso e vero

    All’inizio ho fabbricato notizie false tipo che Hillary aveva venduto all’ISIS macchinari per stampare passaporti e che Obama non pronunciava mai le parole “Islam radicale” per non rompere l’incantesimo che lo proteggeva. Cose stupide messe su “RealTrueNews.org”, così stupide da non poterci credere. O almeno così pensavo.

     

    Non conoscevo l’ecosistema dei cospirazionisti su You Tube, quando inventai una intervista a un interno di “Nate Silver 538” (il sito di sondaggi e analisi statistiche) che rivelava un Trump vincitore alle elezioni americane. Era il 2 agosto e lui, secondo tutti, era molto dietro a Hillary. Pubblicai sul mio sito la falsa intervista e vidi crescere esponenzialmente il mio traffico, in molti la citavano, la riprendevano come vera, ed era eccitante ma anche spaventoso. La gente ci credeva. Perché?

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    Per via di un misto di disperazione politica e fede assoluta nelle cospirazioni dei media. Che importa che la notizia non abbia alcuna fonte certa! Questo tizio (io) che si firmava Max The Insider era la prova che i sondaggi mentivano, erano pilotati. A quel punto iniziai a creare altri personaggi, tipo la ventenne di “#NeverEVERHillary” che sosteneva la rivoluzione di Bernie Sanders, o il “Projekt Pyramid”, entità misteriosa che avrebbe rivelato catastrofici segreti. Inventai che Obama, dopo l’uccisione di alcuni poliziotti, aveva accesso le luci blu alla Casa Bianca per festeggiare e i conservatori si incazzarono con lui.

    notizia falsa notizia falsa

     

    L’altra news falsa era l’intervista ad un interno della presunta stanza di controllo dei social che faceva capo a Hillary. Diceva che il sostegno alla Clinton stava crollando, su Twitter la sua popolarità era calata, e lei non stava affatto bene di salute. Queste informazioni sono rimbalzate ovunque. E poi Hillary si è sentita male davvero, il che confermava le mie bugie. Erano stronzate, consumate come verità assolute. Ne ho scritte tantissime.

     

    Ho scaricato e cambiato il documento che dava Hillary in vantaggio in Florida, ripreso da tutti, anche se poi si scoprì che era un falso. Ho postato una falsa trascrizione di mail fra Podesta e Goldman Sachs, senza sapere che da lì a poco ne sarebbe uscita una vera da Wikileaks. Nella finta mail si diceva che Hillary aveva parlato del pericolo che correvano

    horner si spacciava per banksy horner si spacciava per banksy

    Wall Street e Washington a causa dei “Bronies”, grotteschi uomini adulti a cui piace “My little pony”, e “di una manciata di perdenti“, cioè i sostenitori di Sanders. I media più importanti hanno ripreso il finto leak. Addirittura sono state fatte domande a riguardo nella conferenza stampa di Hillary. Bastavano cinque secondi per digitare Wikileaks e verificare i fatti. Per me era satira, assurda, per gli altri realtà. Inavvertitamente, involontariamente, potrei essere stato nocivo. Ho scoperto che credere nelle notizie false, riguardanti i grandi della terra che cercano di distruggere la gente normale, è quasi una necessità per chi è disperato. Chi è moderato, ci casca meno facilmente.

     

    E’ per questo che il web pullula di siti di bugie sulla realtà. Quando la notizia cui vuoi credere è partigiana e scritta nel tuo linguaggio, con le storie che vuoi leggere, probabilmente è fabbricata. Io ad esempio scrivevo copiando il linguaggio dei conservatori dai blog, negli articoli seminavo sessismo e razzismo implicito, e così si spandevano come un virus, bypassando il pensiero critico. Lo stesso vale a sinistra. Spero almeno di aver insegnato alla gente che non deve credere a tutto ciò che legge.

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