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    IL CINEMA DEI GIUSTI - NON ERA FACILE GIRARE UN FILM SULLA SCENA RAP ITALIANA PERÒ IN “ZETA” DI COSIMO ALEMÀ C’È TUTTO: LA MUSICA, IL SUCCESSO, LA STRADA, L’AMORE, L’AMICIZIA, LA VIOLENZA - TANTI I CAMEO: DA J-AX A FEDEZ, DA CLEMENTINO A ROCCO HUNT


     
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    Marco Giusti per Dagospia

     

    ZETA ZETA

    Da Zora a Zeta. Non era facile quindici anni fa girare un film sulla scena hiphop italiana e ancora meno facile, mi sembra, girarne uno adesso che la scena hiphop è diventata da una parte più commerciale, ma anche più banale. Con questo Zeta, storia di un giovane rapper di periferia romana, anche se non parla romano, Cosimo Alemà, al suo terzo film, torna al tempo dei suoi videoclip storici che lo vedevano in competizione con quelli diretti dai Manetti Bros. Bei tempi.

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    Di per sé già mi basterebbe per vedere un film, visto che se ne sono girati così pochi su Roma e i suoi rapper e su questo tipo di scena musicale. E ci sta pure che sia un film un po’ facilone per attrarre un pubblico meno hardcore e più vasto. Va detto però, che alla fine proprio i tanti cameo che vediamo, da J-Ax che ti si accolla in bagno mentre stai a tirarti su la cerniera, a Fedez in discoteca, ai tanti Clementino, Rocco Hunt, Tormento, Baby K, al finalone con Ensi, diventano più film di quello che stavi cercando di vedere come storia.

     

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    E finiscono così per funzionare anche un po’ contro il film. Un po’ come in Zoolander2. Però, se sei un ragazzino in fissa col rap italiano di oggi, magari, ti farà piacere vedere tutte le tue star in un solo film. Se Zora la vampira dei Manetti Bros era un film non completamente funzionante perché, probabilmente, non trovava una sua forma tra horror-parodia-commedia e scena hiphop, ma di certo anticipava il successo di Jeeg Robot, Zeta sente invece la necessità di uscire da Roma, dal parodistico, dal genere, per diventare un raccontino non da periferia romana ma italiana proprio l’anno del trionfo di Jeeg.

     

    FEDEZ E JAX FEDEZ E JAX

    In controtendenza, quindi. E questo, in qualche modo lo potrebbe anche danneggiare. Perché ci appare un po’ meno realistico. Ma credo che il film sia pensato e indirizzato a un pubblico decisamente più giovane del pubblico di Jeeg, che è ormai un cult per fratelli maggiori, addirittura padri quarantenni, mentre Zeta è proprio un film per ragazzini che non possono essere in fissa per i cartoni giapponesi, ma sognano di incontrare Clementino e Fedez.

     

    Anche la storia dei tre ragazzi amici, Alex-Gaia-Marco, interpretati dal vero rapper Diego Germini in arte Izi, da Irene Vetere e dallo Jacopo Olmo Antinori protagonista di Io e lei di Bertolucci, rielabora il triangolo alla Moccia e i Jules e Jim nouvellevaguisti in una situazione elementare. Gaia sta con Marco, che è il miglior amico di Alex, oltre a scrivergli le basi. Alex è un rapper in ascesa che ha una storia d’amore con Gaia, ma si vergogna di confessarlo a Marco e soffre. Non solo.

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    Quando sentirà di poter entrare nel vero mondo della musica grazie a una specie di Gmax con bandana e cappello interpretato dal Genny di Gomorra Salvatore Esposito, Alex non ci penserà due volte a cambiare nome, diventando Zeta, e a lasciare il gruppo e i suoi due amici. Ma è solo l’inizio.

     

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    Perché Alex/Zeta farà poi una serie di sbagli, mettendosi con la donna del suo manager, incasinandosi la vita con un gruppo di spacciatori. Bang bang! E qui il film prende una piega alla 8 Mile in un finalone che vede come sfondo una grande gara di freestyle fra rapper più o meno noti. C’è tutto.

     

    La musica, il successo, la strada, l’amore, l’amicizia, la violenza. Il tentativo è buono. Il giovane protagonista è un bravo cantante, ma un po’ acerbo come attore. Non si può avere tutto. Irene Vetere e Jacopo Olmo Antinori funzionano meglio. La cosa che più mi colpisce è che Cosimo Alemà, a differenza dei Manetti, non gioca mai sulla scena hiphop ironicamente, non sfrutta la periferia romana come commedia naturale, ma cerca sempre di costruire un film di azione-musica-passioni giovanili come se stesso a Los Angeles o in un’altra parte d’Italia. In sala da oggi.

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