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(ANSA) - Istituti di ricerca nel mirino, in Brasile: gli avvocati del presidente uscente, Jair Bolsonaro, candidato alla rielezione, hanno sollecitato l'apertura di indagini su possibili "reati" commessi dopo le divergenze emerse tra i sondaggi preelettorali e i risultati del primo turno delle presidenziali.
Le denunce presentate alla procura generale della Repubblica e al Tribunale superiore elettorale (Tse) chiedono che sia appurato se le società demografiche abbiano commesso "irregolarità" o siano direttamente responsabili di "reati" per i numeri diffusi nei sondaggi della vigilia del voto.
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Uno degli istituti citati è Datafolha, che prevedeva una vittoria al primo turno di Luiz Inacio Lula da Silva con il 50% di voti validi contro il 36% di Bolsonaro. Le urne si sono invece chiuse con un risultato del 48% per l'ex presidente di sinistra e del 43% per il capo dello Stato di destra, costringendoli al ballottaggio.
In una nota, Datafolha sostiene che "non esiste una base giuridica per la richiesta di indagini" e che "si tratta di un tentativo di intimidazione". E conclude: "Datafolha ha una vocazione storica a informare bene e continuerà ad esercitare quel ruolo".
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