Francesca Morandi per il "Corriere della Sera"
MAURO PAMIRO
Nuove indagini saranno eseguite sulla morte di Mauro Pamiro, 44 anni, musicista e amato professore di informatica all'istituto Galilei di Crema, trovato cadavere la mattina del 29 giugno 2020 nel cantiere edile in via Don Primo Mazzolari.
Il gip del tribunale di Cremona, Giulia Masci, non ha archiviato l'indagine aperta nei confronti della moglie Debora Stella, unica indagata con l'ipotesi di accusa di omicidio, e ha dato alla Procura sei mesi di tempo per approfondire gli esami che serviranno a far luce sulle circostanze in cui è avvenuto il decesso del docente che alle due di notte uscì dall'abitazione, una villetta in via Biondini, e si incamminò in via Camporelle verso il cantiere, come risulta da una telecamera. Per la Procura, Pamiro si arrampicò sul tetto della palazzina in costruzione, prese la rincorsa e si lanciò.
MAURO PAMIRO DEBORA STELLA 2
Nella caduta, «impattò» contro un frammento di tegola sporco di sangue, trovato accanto al corpo. I genitori del professore, papà Franco e mamma Marisa, non hanno mai creduto alla tesi del suicidio. Nelle quattro pagine di rigetto del decreto di archiviazione, il gip ritiene «opportuno» acquisire il video che la squadra mobile di Cremona girò la mattina nell'abitazione dei coniugi, quando gli investigatori si presentarono dalla moglie. Debora era in stato confusionale, rilasciò dichiarazioni sconclusionate, si accusò del delitto, poi ritrattò. Sottoposta a trattamento sanitario obbligatorio, fu ricoverata in psichiatria.
MAURO PAMIRO DEBORA STELLA
Ora, dice il giudice delle indagini preliminari cremasco, bisogna visionare quel video «alla luce delle spontanee dichiarazioni rese dalla Stella nell'immediatezza del rinvenimento del cadavere del marito (che si palesano a tratti prive di senso logico e a tratti contraddittorie e confuse laddove la stessa in un primo momento asseriva di essere stata stuprata dal marito, di essersi difesa sferrandogli una bastonata in testa - punto in cui sono state riscontrate lesioni, non mortali, in sede di esame autoptico e poi di averlo ucciso. Quindi immediatamente dopo, affermava di averlo ucciso)» e occorre «valutare compiutamente lo stato psichico dell'indagata definita più volte dagli operanti come instabile e con comportamenti denotanti una problematica psichiatrica».
Verranno anche esaminati i tabulati telefonici dell'utenza fissa e del telefonino in uso alla moglie di Pamiro. Nuove verifiche vengono chieste anche sul frammento di tegola «al fine di accertare ovvero escludere» la presenza di impronte o Dna appartenenti a terze persone. Un accertamento, questo, su cui avevano insistito gli avvocati Gian Luigi Tizzoni e Antonino Andronico, legali dei genitori di Pamiro.
Mauro Pamiro
«Il generale Garofano, nostro consulente, aveva evidenziato l'impossibilità che la tegola fosse il punto di contatto con la fronte di Pamiro, trovandosi piatta a terra, a lato del cadavere - spiega l'avvocato Andronico -. Per essere un suicidio, la tegola doveva essere piantata verticalmente a mo' di spuntone. La forma suggerisce che qualcuno l'abbia utilizzata a mo' di martello per dargli un colpo in fronte».
Il gip reputa «opportuno» analizzare con il luminol la villetta e l'auto di marito e moglie «previo accertamento della fattibilità scientifica/utilità - osserva, infine - dell'operazione in relazione al tempo trascorso dall'evento» e considerato, anche, che villino e auto nel frattempo sono stati restituiti alla moglie. «Siamo lieti del fatto che sia stata rigettata la richiesta di archiviazione - conclude l'avvocato Andronico - e che, finalmente, si possano fare una serie di accertamenti importanti per stabilire le reali cause del decesso di Mauro Pamiro».
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