SPORTING LOCRI
1. LOCRI: SPORTING, IL 10 GENNAIO IN CAMPO
Da “ansa.it”
"Non ho ancora preso una decisione, ma posso dire che le ragazze il 10 gennaio giocheranno con la Lazio". Lo dice Ferdinando Armeni, presidente della squadra di calcio a 5 femminile "Sporting club" di Locri, che aveva annunciato il ritiro della squadra per le minacce ricevute.
Armeni si dice ferito da quanto detto dal presidente della Lazio, Piersigilli, che ieri aveva affermato di avere paura di venire a Locri. "Ritengo - aggiunge - che le minacce siano opera di cretini".
2. LOCRI, LA PAURA BATTE LA SOLIDARIETA’
Ilario Lombardo per “la Stampa”
SPORTING LOCRI
«Dignità…» fa Ferdinando Armeni, come se quella parola da queste parti fosse stata creata dallo sbadiglio di un dio distratto. «Chiuso per dignità» ha lasciato scritto sulla home page dello Sporting Locri. Tutto è accaduto velocemente.
Una minaccia, poi altre due, scritte al computer, le ruote della macchina sgonfiate. Qualcuno vuole che Armeni chiuda la sua creatura, un' innocua squadra di calcio a cinque femminile che ha la colpa di essere una delle formazioni più forti d' Italia ma nata in un pezzo di terra senza pace.
In Calabria, a Locri, condannata a essere se stessa, e dove la 'ndrangheta te la porti addosso come un odore che impregna i tuoi vestiti anche se ti nausea.
Il sole buio
LE RAGAZZE DELLO SPORTING LOCRI
Fuori dalla sede dello Sporting il sole è violento, la luce di un inverno senza inverno. Dentro, una lampadina illumina il granata degli arredi e delle divise delle ragazze che sorridono su una parete di 600 fotografie che raccontano cinque anni di storia e di successi e campagne. Contro la violenza sulle donne o per la chiusura dell' ospedale. Ma perché, allora, chiudere subito? Lasciar precipitare ogni cosa? «E' stata una decisione istintiva, di pancia, appena le minacce hanno toccato mia figlia».
La voce bassa di Armeni sembra provenire dalla vibrazione di un filo teso. Ha il volto più vecchio dei suoi 32 anni. E' la moglie Domenica - alta la metà di lui - che sembra tenerlo in piedi.
Una vita insieme, dieci anni fa erano tra i ragazzi di Locri scesi a manifestare dopo l' omicidio di Francesco Fortugno: «Conosco mio marito - sussurra - non cambierà idea». Ha deciso di mollare, cedere gratis la società. Tre presidenti del Nord si sono già fatti avanti. Anche i Comuni della Locride sono pronti a salvarla. «So cosa dicono - spiega lui con una smorfia - che facendo così lasciamo vincere loro».
LE RAGAZZE DELLO SPORTING LOCRI
Piste e ombre
Loro, appunto: questa è una storia anche di nemici invisibili e di tante piste e troppe ombre. La pigra abitudine delle cose ha provocato forse frettolose conclusioni. Quel vestito, quella puzza che non si leva mai. Qui non ci si può permettere il lusso di pensare a uno squilibrato.
«Qualunque cosa succeda, Locri resta il paese della 'ndrangheta. Ma la 'ndrangheta non ti avverte con un bigliettino», sentenzia il sindaco Giovanni Calabrese. Nel suo ufficio c' è un viavai: assessori, consiglieri, la giovane dirigente del Pd Maria Grazia Messineo. Si rivolgono domande senza risposte.
«Locri non è più come un tempo quando la gente si inginocchiava davanti ai Cataldo e ai Cordì». Durante la faida degli Anni Novanta nei bar si scommetteva su chi sarebbe stato ucciso il giorno seguente.
Alla pista mafiosa non credono nemmeno Domenica e Ferdinando, nonostante dieci giocatrici dormano in un ostello inaugurato a maggio e sorto sulle macerie della casa sequestrata ai Cataldo. Oggi le ragazze sono via, per le feste. Solo una è di Locri.
Altre tre sono spagnole, come l' allenatore. Ferdinando non ha ancora comprato i biglietti di ritorno: «Lo farò appena capirò…».
La partita
LE RAGAZZE DELLO SPORTING LOCRI
Il 10 gennaio a Locri è attesa la partita contro la Lazio. In ballo ci sono i play-off. Le avversarie ovviamente sono solidali, ma pure un po' spaventate. «Dovete giocare» ha detto il presidente del Coni Giovanni Malagò ad Armeni: «Facile dirlo da Roma». Anche la nazionale delle parlamentari vuole organizzare una partita. «E dopo? Che succederà dopo?» chiede sarcastico Armeni.
I carabinieri non escludono niente nel confuso vociare che ipotizza anche una questione di debiti, uno sgarro subito, un socio deluso. Ferdinando ha riportato un paio di episodi agli inquirenti, su un diverbio, ma non vuole dire di più. Racconta invece di ragazzi che hanno avvicinato incuriositi le giocatrici all' uscita dell' ostello, e di due uomini mai visti che si aggiravano attorno al palazzetto. Dentro è ben fatto, pavimento azzurro, spalti da 800 spettatori.
FERDINANDO ARMENI
La solitudine del palazzetto vuoto viene spezzata dai ragazzi della squadra locale di basket. Uno degli striscioni dello Sporting alla parete ha un angolo strappato.
Armeni l' ha subito denunciato ai carabinieri. Ogni segno diventa un segnale. E' la paura. «Mia figlia - racconta Domenica - mi ha detto che ieri notte ha sognato noi due. Le ho chiesto: cosa facevano mamma e papà? E lei: "Giocavate a nascondino"»