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    "NON HO DATO DROGA ALL'EX TENNISTA MORTO" - L'AGENTE IMMOBILIARE ACCUSATO DI AVER PORTATO LA COCAINA NEI FESTINI HARD A "VILLA INFERNO", A BOLOGNA, PROVA A DIFENDERSI - DUE ORE SOTTO TORCHIO, L'INDAGATO PER SPACCIO E FAVOREGGIAMENTO DELLA PROSTITUZIONE HA DETTO CHE LUI NON C'ENTRA COL DECESSO DELLO SPORTIVO DI 55 ANNI, NEL 2017...


     
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    Da www.bologna.repubblica.it

     

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    È durato circa due ore l'interrogatorio di garanzia per l'agente immobiliare 46enne sottoposto agli arresti domiciliari a Bologna dai carabinieri, per favoreggiamento della prostituzione e cessione di stupefacenti, nell'ambito di un filone dell'inchiesta "Villa Inferno" sui presunti festini a base di sesso e cocaina.

     

    L'avvocato Matteo Murgo, che lo difende, ha spiegato che il suo assistito "ha risposto su tutto" al Gip Alberto Ziroldi.

     

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    Il 46enne è indagato anche per morte come conseguenza di altro reato per il decesso di un ex tennista di 55 anni, nel 2017, fatto per cui la Procura non aveva chiesto la misura. Il difensore ha spiegato che il 46enne ha riferito al giudice la genesi del rapporto tra i due, negando di avergli ceduto cocaina e spiegando che la sera della morte si trovava da un'altra parte.

     

    Rispetto a due episodi di cessione contestati (il gip nell'ordinanza aveva riconosciuto l'ipotesi della lieve entità), l'indagato avrebbe acquistato cocaina per consumo, dividendo con una ragazza l'importo.

     

    Si tratterebbe, quindi, di acquisti per consumo di droga e non per cederla, secondo la difesa, che farà ricorso al Riesame contro la misura.

     

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    Avvocato della testimone: "Perché l'indagato aveva il verbale delle sue dichiarazioni?"

    "Il reato di intralcio alla giustizia è un reato molto grave perché manda in tilt un intero sistema giudiziario minandone la credibilità. Io voglio sapere il perché un indagato a indagini in corso avesse in mano il verbale delle dichiarazioni di una testimone. Per me è cruciale questo interrogativo al quale la giustizia dovrà rispondere per tutelare in primis se stessa e poi la mia assistita".

     

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    Lo dice l'avvocato Barbara Iannuccelli, difensore di una donna, sentita come testimone nell'inchiesta della Procura di Bologna sui festini a base di sesso e cocaina, e che dopo le dichiarazioni messe a verbale ha denunciato di aver subito minacce dall'agente immobiliare nei giorni scorsi finito ai domiciliari e oggi interrogato dal Gip.

     

    "Se finisce tutto a tarallucci e vino allora è inutile spronare le donne a denunciare, è inutile convincerle che lo Stato sarà al loro fianco e sarà inutile continuare a credere nella giustizia stessa", continua Iannuccelli.

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