Rosa Scognamiglio per www.ilgiornale.it
ALESSIA PIFFERI
"Non ho mai fatto sesso davanti alla bambina". Alessia Pifferi, in carcere con l'accusa di omicidio volontario, - avrebbe lasciato morire di stenti la figlioletta di 18 mesi, Diana, abbandonandola per 6 giorni in un appartamento alla periferia di Milano - nega di aver mai avuto rapporti sessuali (anche occasionali) in presenza della bambina. La 37enne, indagata assieme a un 56enne con l'ipotesi di reato per corruzione di minorenne, ha scritto e inviato una lettera alla redazione di un programma televisivo: "Mi sento vuota e spenta. - le sue parole - Mi sento vuota e spenta".
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L'interrogatorio di Alessia Pifferi
Ieri (venerdì 4 novembre), Alessia Pifferi ha risposto alle domande dei pm circa l'eventualità di un coinvolgimento della piccola Diana nelle relazioni occasionali intrattenute con uomini conosciuti sui social. La 37enne, difesa dagli avvocati Solange Marchignoli e Luca D'Auria, ha negato di aver avuto rapporti sessuali, talvolta a pagamento o in cambio di un regalo, in presenza della figlioletta.
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Come ben ricorda Il Giorno, dal telefono sequestrato alla donna nel corso delle indagini, è emersa una chat intercorsa con il 56enne indagato per corruzione di minorenne. "Voglio baciare anche Diana", avrebbe scritto l'uomo; "Lo farai", sarebbe stata la risposta di Alessia Pifferi. Circostanza che aveva indotto gli inquirenti a ventilare l'ipotesi di abusi sessuali sulla piccina. La donna, però, ha respinto con tono fermo le accuse: "mai sesso davanti alla bambina".
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La lettera
Nei giorni scorsi la 37enne ha scritto e inviato una lettera dal carcere alla redazione di un programma televisivo in cui ha raccontato di essere stravolta dal "dolore" per la perdita della figlioletta. "Ogni volta che chiudo gli occhi spero che tutta questa situazione sia solo un brutto sogno ed invece mi sveglio in carcere e mia figlia non c’è più", si legge nella missiva. "Mi sento vuota e spenta sia psicologicamente che nel cuore - continua la lettera - mia figlia mi manca da morire ed il dolore è molto forte ed intenso.
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A Diana facevo cucù e ridevamo come due matte e poi dopo un po' si addormentava... Penso di sapere solo io il dolore, la sofferenza che ho nel cuore per questa situazione, ed il trauma che sto vivendo. Vorrei tanto tornare indietro se si potesse soltanto per riavere con me mia figlia". Poi conclude: "Per me quello che conta e contava era trovare lavori onesti e umili che mi consentissero di avere soldi in tasca per fare la spesa e per mantenermi ed io ogni fine settimana o ogni fine mese ero molto felice".
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