1 - RAZZISMO
Jena per "la Stampa" - Sei giocatori su undici non si sono inginocchiati, avevano paura di rompersi il menisco.
2 - ESSERE COME TUTTI
Mattia Feltri per "la Stampa"
italiani inginocchiati per il black lives matter
Se fossi un calciatore della Nazionale, domenica probabilmente non mi sarei inginocchiato e ora passerei un sacco di guai. Dico probabilmente perché forse avrei ceduto alla viltà e per risparmiarmeli, i guai, mi sarei inginocchiato come i più. Infatti i nostri rimasti in piedi devono ora rispondere dell'accusa di razzismo perché se ti inginocchi - a mimare l'assassinio di George Floyd - sei buono e antirazzista, ma se non lo fai sei razzista e cattivo.
Come tutte le cose che non costano niente, inginocchiarsi non fa danno, specialmente a sé: è una facilissima autodichiarazione di irreprensibilità. Questo umiliante manicheismo di stampo liceale - ma senza lo slancio genuino dei quindicenni - nella vita interconnessa è diventato particolarmente invasivo e ricattatorio, ma è una via di fuga antica.
gli inginocchiati di italia galles
In un suo bel libro (Il desiderio di essere come tutti), Francesco Piccolo raccontava della mania degli appelli: vuoi firmare un appello contro i bambini che muoiono in mare? Vuoi firmare un appello contro la violenza sulle donne? Vuoi firmare un appello contro la guerra e a favore della pace? Ne segue sempre uno scialo d'inchiostro, perché è molto brutto che i bambini muoiano in mare, o le donne siano violentate, o addirittura che la pace non abbia ancora trionfato, e se non firmi è perché sei fascista.
Un gesto, una firma, un click, è quanto basta per mettersi a posto la coscienza e schierarsi dalla parte giusta del mondo, e per puntare il dito con l'infallibilità di un mirino sulla parte cattiva. Senza nemmeno doversi alzare dal divano. E questo mi sembra puro fascismo all'italiana.
italia galles inginocchiati 9
3 - LA SCELTA DELLA NAZIONALE - SALVINI ATTACCA LETTA
Da "la Stampa"
«Lascio a Letta i suoi processi ai giocatori italiani. Il razzismo si sconfigge inginocchiandosi? Otto su 10 dicono di no. Quella è roba da radical chic alla Saviano». Così il leader della Lega, Matteo Salvini, ieri sera su Rete 4, commentando la scelta di alcuni giocatori della Nazionale di non inginocchiarsi per la campagna Black Lives Matter. Poco prima a La7, il leader pd Enrico Letta aveva fatto appello agli Azzurri: «Che si inginocchino tutti, perché francamente l'ho trovata una scena pessima. Se si mettono d'accordo sugli schemi di gioco, si mettano d'accordo anche su quello».
4 - IN GINOCCHIO E MUTO
Filippo Facci per “Libero quotidiano”
FILIPPO FACCI CON SIGARETTA
Mancava che la morale pubblica fosse affidata all'ex calciatore Claudio Marchisio, commentatore di RaiSport e rappresentante di quel banalismo che vorrebbe tutti i calciatori inginocchiati (tutti) a sostegno dello sconcertante scatolone conformista chiamato «Black Lives Matter», movimento «impegnato nella lotta contro il razzismo» al quale se non aderisci - ragionamento medio - al minimo sei razzista: che equivale a dire che se non stravedi per Greta Thunberg sei un inquinatore. Fortuna che Marchisio ha precisato che «c'è libertà di scelta», cioè: non siamo proprio tutti obbligati a inginocchiarci per via dell'ultima moda convenzionale imposta dal cretinismo globale.
claudio marchisio
Ma davvero, sior Marchisio? Però, certo, i calciatori «sarebbe stato meglio vederli tutti inginocchiati»: e per sentenziarlo, per il servizio pubblico, diamo incarico a un ex centrocampista così intelligente da non capire che tutti inginocchiati equivale a nessuno inginocchiato, e che un'adesione civile scimmiesca, e a costo zero, è esattamente come il tifo per la nazionale: balneare, «una parte di casa nostra dove si passa, si pranza e non si paga», per dirla con Mario Sconcerti. Fateci sapere se tra le «libertà di scelta» sia rimasta quella di criticare le derive di «Black Lives Matters» (capace di rendere divisiva anche la causa più scontata) e ci sia ancora la libertà di chiedersi chi cazzo sia Claudio Marchisio.