carla vistarini
Flaminia Marinaro per Il Foglio
E’ un giallo leggero e brillante, a tratti ironico il secondo romanzo di Carla Vistarini. L’autrice è figlia d’arte con un curriculum importante alle spalle, costruito da tanti programmi televisivi di successo e molte tra le più belle e famose canzoni di musica leggera degli ultimi anni.
Nel 2014 decise di affacciarsi alla narrativa con un romanzo che immediatamente conquista il pubblico, tanto da farle scrivere quest’anno il seguito.
In Se ricordi il mio nome ricompare “lo Smilzo”, un protagonista curioso che si era fatto voler bene da subito per le sue qualità da eroe buono e bizzarro, faccendiere prima, filibustiere poi, barbone e infine latitante miliardario che anziché bearsi dei suoi oziosi passatempo nell’atmosfera incantata dei Caraibi, si logora nel tormento di una solitudine forzata.
CARLA VISTARINI CON I SUOI TELEGATTI
“Anch’io dovrei essere custodito nel cuore di qualcuno… non posso essere passato invano… perché finché c’è qualcuno che ricorda la stessa cosa che ricordi tu, allora non sei solo”.
Nascosto nella trama fitta di un thriller pieno di suspense, il racconto di Carla Vistarini è profondo, introspettivo, tocca le corde pericolose della bioetica, indagando il confine sfumato e labile tra le conquiste tecnologiche e il rispetto della vita.
Con tenerezza descrive la bimbetta vittima di un disegno criminale aberrante. Concepita con il solo scopo di rendersi portatrice di organi. Non le dà un nome, la descrive come un batuffolo di dolcezza di poco più di tre anni incapace di parlare a parte biascicare un comico “fangulo”, che utilizza come unico modo di comunicare con un mondo anomalo e ostile che la circonda.
grazia metalli carla vistarini
Nell’inconsapevolezza di avere una condanna a morte che aleggia in modo oscuro sul suo capo, la bambina percepisce e comprende il bene e il male, respinge “l’uomo sbagliato” e si affeziona a quello “buono”, ricercato e incompreso dall’universo dei grandi.
L’istinto di sopravvivenza è talmente forte che la bambina scappa e mette in movimento un circuito di avvenimenti e di colpi di scena in cui trovano un ruolo molti personaggi che escono dai pallidi contorni della storia per assumere una veste decisiva, dai due anziani signori che la trovano sola e ferita nel bosco al commissario di polizia che dietro un aspetto ingenuo e credulone riesce a risolvere il puzzle.
carla vistarini mita medici intervitate da gino castaldo
L’autrice spazia nell’uso della lingua adattandola ai personaggi, utilizza una cifra stilistica semplice quando immerge il racconto nei pensieri della bambina e si riappropria di un linguaggio studiato per dar voce agli altri personaggi mentre le immagini arrivano nitide e potenti durante la lettura quasi fossero dei fotogrammi di un film.
dario salvatori e carlo vistarini IL ROMANZO DI CARLA VISTARINI