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    “NON MI SENTO QUEER, LESBICA O FLUIDA, MA DONNA LIBERA” – FRANCESCA PASCALE COMPLETA LA SUA TRASFORMAZIONE DA COMPAGNA DI BERLUSCONI A PALADINA DEI DIRITTI, CONCEDENDO UNA LUNGA L'INTERVISTA A CHIARA VALERIO, LA MATEMATICA-SCRITTRICE TANTO CARA ALLA MULTIGENDER SCHLEIN. E RIFILA IL SOLITO PIPPOTTO SUL PATRIARCATO: “NOI DONNE SIAMO DEFINITE MINORANZA, MA NON CREDO LO SIAMO DAVVERO” – LA STORIA CON IL CAV: “IL SUO FASCINO MI HA DISARMATA. POLITICAMENTE ERO UN ELEMENTO DI DISORDINE, I MIEI VALORI COZZAVANO CON QUELLI DEI SUOI ALLEATI, COME SALVINI” – IL COLPO DI FULMINE CON PAOLA TURCI, DUDÙ E I SUOI ALTRI DIECI CANI, I SOLDI E LE SERATE PASSATE A VEDERE LE TELEVENDITE CON IL CAV, CHE TELEFONAVA...


     
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    Estratto dell’articolo di Chiara Valerio per “D - la Repubblica”

     

    paola turci francesca pascale paola turci francesca pascale

    Francesca Pascale è vestita di bianco. Ha i capelli corti, biondi, la riga di lato. Sorride. Ci incontriamo a Firenze in una casa che sembra nuova («Ci stiamo da tre giorni»), mi offre un caffè. Mentre lo bevo continuo a guardarmi intorno («A me piacciono le case, le arredo da sola, volevo fare l’architetto ma poi è andata in un altro modo») e poi guardo lei che nei suoi quasi quarant’anni rappresenta già, controversa o meno, un pezzo di storia d’Italia.

     

    Nei suoi primi quarant’anni Francesca Pascale ha vissuto più di una vita e, come al solito, l’Italia non è né gentile né davvero curiosa verso le persone, donne in particolare, che hanno vissuto più di una vita. Dalla Contessa di Castiglione in qua.

     

    SILVIO BERLUSCONI FRANCESCA PASCALE SILVIO BERLUSCONI FRANCESCA PASCALE

    Come nasce la passione per la politica? È vera la storia della scuola?

    «È nata sì sui banchi, e non per vanità come spesso succede, ma per l’opportunità di migliorare ciò che non andava bene. Sono sempre stata innamorata della mia scuola e sentivo l’esigenza di renderla più libera.

     

    I punti della mia campagna per diventare rappresentante d’istituto erano quelli di oggi: diritti civili, pari opportunità e soprattutto, alla base, il rispetto che spesso mancava. Rispetto per le donne, gli omosessuali, le minoranze. Quando lo dico mi emoziono, l’ho sempre sentito sotto la pelle, nel sangue: chi, vedendo del male, può dare un contributo, allora deve farlo».

     

    Pensa che gli omosessuali e le donne siano una minoranza?

    paola turci francesca pascale paola turci francesca pascale

    «Siamo definite minoranza, ma non credo lo siamo davvero. Se uno si comporta da minoranza, lo diventa. Se mettiamo in pratica il rispetto, le minoranze non esistono».

     

    […]

     

    Come questa passione in generale, per l’umanità, si trasforma nella passione per un uomo, Berlusconi?

    «Sono due cose distinte. Ho incontrato Berlusconi per la mia passione politica, cercando nel suo movimento uno spazio per me, per far sì che i miei valori potessero esprimersi. Poi è successo quello che ho ritenuto, col passare del tempo, inevitabile. Ho conosciuto un uomo che è stato così carismatico, così totale, il cui fascino mi ha disarmata. La passione politica non è mai cessata, ma si è aggiunto un amore cieco a ogni lucidità. La passione politica ha dovuto fare i conti con la passione d’amore».

     

    Da sempre?

    francesca pascale francesca pascale

    «No. Il mio primo voto è stato per Marco Pannella, perché ne condividevo i valori laici e liberali: dall’antiproibizionismo ai diritti civili, fino alla battaglia contro il sovraffollamento delle carceri. E poi ho iniziato a votare Berlusconi perché credevo che Forza Italia potesse fare del bene al Paese, esattamente come faceva con le sue imprese. La storia ci dirà se ha fatto più o meno bene all’Italia. Per me ha dato un’impronta straordinaria».

     

    Sovrapporre passione politica e amore è stato un errore?

    mariarosaria rossi silvio berlusconi francesca pascale mariarosaria rossi silvio berlusconi francesca pascale

    «No, però inevitabilmente a pagare è stata la passione politica. Vivevo e assorbivo politica mentre stavo con Berlusconi, ma non la facevo. Quando provavo a farla era un disastro perché i miei valori cozzavano con quelli dei suoi alleati. E questo ha fatto di me un elemento di disordine. Berlusconi era il leader di una coalizione di centrodestra, e io desideravo che i suoi ideali liberali si allontanassero da quelli sovranisti».

     

    Mi faccia un esempio.

    francesca pascale telecafone 5 francesca pascale telecafone 5

    «Per me Salvini rimane sempre quello con la maglietta “Padania is not Italy”. Non avevo diritto di fargli queste considerazioni, però era inevitabile per me dirgli quello che pensavo. La mia posizione politica disordinava quella di Berlusconi e questo mi portava spesso a grandi liti con tutto il partito. Per me questo è sempre stato molto doloroso. E rendeva la vita di Berlusconi, pubblica e privata, non proprio semplicissima. Non ne sono pentita, ma crescendo, e pure con l’aiuto di un percorso d’analisi, ho capito che certe cose potevo evitare di dirle o dirle meglio».

     

    francesca pascale calippo francesca pascale calippo

    Quanto la tv di Berlusconi ha determinato la sua fascinazione per Berlusconi?

    «Berlusconi voleva dare a questo Paese la libertà di scegliere, prima con la televisione  e poi con la politica. Le tv private sono nate per una sua lungimiranza come tutte le sue imprese e sono servite per dare al Paese opportunità di scelta libera e di crescita ed evoluzione economica. Il valore aggiunto di Berlusconi, per me, è sempre stato questo: fornire opportunità. A tutti».

     

    Che rapporto aveva Berlusconi con la televisione?

    «Viscerale, era divertente quando guardavamo le televendite».

     

    Ah.

    «Berlusconi telefonava per dire che un certo conduttore di questo o quel programma doveva modificare alcuni aspetti di scena e personali, cambiare vestito, tagliarsi la barba, foderare di blu le poltrone… Certe volte non credevano fosse lui, e riattaccavano. Ma lui richiamava».

     

    E?

    FRANCESCA PASCALE ALLA LEOPOLDA PER LA KERMESSE DI ITALIA VIVA FRANCESCA PASCALE ALLA LEOPOLDA PER LA KERMESSE DI ITALIA VIVA

    «La settimana dopo controllava se l’avevano ascoltato ed era aumentato lo share. E così succedeva. All’inizio non ci credevo, però funzionava. Incredibile».

     

    Ha senso separare un uomo da ciò che ha fatto?

    «Sì e no. Sì, perché il nostro comportamento con gli altri misura chi siamo. Ma in politica no perché sei costretto a prendere decisioni che non sono esattamente i tuoi vestiti, però li devi indossare: la democrazia vive attraverso scelte comuni e non personali».

     

    Si è mai sentita first lady?

    «No, mai. Quando me lo dicevano mi sentivo quasi costretta a essere felice, ma in realtà non sapevo cosa significasse perché in Italia il ruolo di first lady non esiste. Non mi sono mai sentita tale perché non mi sono mai sentita moglie di Berlusconi, io l’ho sempre corteggiato, per 15 anni. Dall’inizio alla fine. Non l’ho mai sentito come un compagno. Avevo sempre l’idea di doverlo acchiappare».

     

    Parliamo di colpi di fulmine, ne ha mai avuti?

    francesca pascale alla manifestazione per le famiglie arcobaleno francesca pascale alla manifestazione per le famiglie arcobaleno

    «Sì, con Paola, ed è stato il più bello e il più forte della mia vita. Per questo le ho chiesto la mano, di sposarmi, subito. Non credo lo rifarei. Permettimi di essere romantica, non penso che il matrimonio misuri l’amore tra due persone, però con Paola l’ho sentito inevitabile, una medaglia al nostro amore. Una carezza dopo un periodo doloroso. Non è importante, lo so, ma è stato spontaneo e sì, un colpo di fulmine. Pieno di luce».

     

    […]

     

    Oggi è una donna sposata con una donna, ammesso che qualsiasi definizione abbia senso, lei si direbbe fluida, queer, lesbica, come?

    elly schlein francesca pascale elly schlein francesca pascale

    «Faccio fatica a definirmi, però credo sia giusto dare i nomi alle cose, quindi, nel linguaggio che oggi conosciamo – prima non avevamo le parole (e forse si stava pure un pochino meglio) – non mi sento queer, lesbica o fluida, ma donna libera. Mi sono sempre lasciata libera nelle scelte. Se una persona mi dava la luce, la forza di appassionarmi e di interessarmi, lo facevo a prescindere dalla sua sessualità».

     

    Davvero ha undici cani?

    «Dieci. Leo, il cagnolino di Paola è volato in cielo».

     

    Una passione?

    Francesca Pascale con Berlusconi Francesca Pascale con Berlusconi

    «Nata spontaneamente, come quasi tutto nella mia vita. All’improvviso mi hanno regalato un barboncino, Dudù (il celebre cane immortalato in varie occasioni con Berlusconi, ndr), e da uno siamo arrivate a undici».

     

    Quale canzone di Paola Turci cantava di più prima di sposarla?

    «Attraversami il cuore. Ce l’avevo come sveglia. E io pensavo “Sarà la donna della mia vita”. Non la conoscevo ma già lo sapevo».

     

    E adesso?

    «Fiore di ghiaccio. Che è dedicata alla sua mamma e in qualche modo mi fa ripensare al rapporto coi miei genitori».

     

    matrimonio pascale turci 5 matrimonio pascale turci 5

    Le hanno detto di tutto. Troia, ladra, puttana, come si rimane saldi in mezzo a queste offese, se si rimane?

    «Non credo si rimanga saldi. Mi hanno augurato anche la morte. Mi alleno fin da bambina a essere forte ma non sempre ci riesco. Stai male, entri in un tunnel dove senti solo l’eco delle cose brutte, arrivi a crederci, si cancella tutto ciò che sai di te stesso. E pensi solo a quelle pietre che ti tirano addosso senza motivo. Non ho mai fatto male a nessuno e questo mi basta per rimanere salda. Bisogna capire che certe parole possono ferirti solo se pronunciate dalle persone che ami e che stimi. Chi non ti conosce ragiona sullo stereotipo che puoi rappresentare; cerco di avere tenerezza nei suoi confronti perché non sa e quando non si sanno le cose è come stare in mare senza remi e senza vele».

     

    […]

     

    matrimonio pascale turci 1 matrimonio pascale turci 1

    Le donne vengono più giudicate?

    «Sì, perché credo manchi l’istruzione e quindi la cultura. In questo Paese vige uno stereotipo patriarcale perché le nostre generazioni hanno studiato poco o affatto. Vale per l’omofobia e per il razzismo: è una questione di educazione. Prima ancora di andare nelle piazze a combattere per i diritti, dobbiamo fare entrare il rispetto nelle scuole. E poi nelle piazze».

     

    Che significa essere una donna ricca?

    «Nel mio caso, essere finita sui giornali per fatti privati che non riguardano nessuno. La ricchezza è una vita di privilegi, ma è sempre una questione di equilibrio, quando qualcosa ti arriva, qualcos’altro ti viene tolto. Il privilegio è una fortuna se si è capaci di rendersene conto».

     

    Anche i ricchi piangono?

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    «Certo, bisogna chiederlo ai ricchi».

     

    Perché le vengono rinfacciati i suoi soldi?

    «Perché ti immedesimi nella vita di un altro, pensi che sia più facile, anche se non lo sai, e questo genera frustrazione. E la frustrazione porta molto spesso all’insulto, all’odio, al disprezzo. Tutto questo è basato sulla mancanza di conoscenza. Che problemi si hanno ad affiancare la parola donna alla parola soldi? Io nessuno. Anzi credo che fili tutto dritto. Mica i soldi sono un’esclusiva degli uomini. Anzi».

     

    Che hanno detto le sue sorelle negli anni in cui è stata con Berlusconi?

    «Sono ultima di tre sorelle. La più coccolata, è come se avessi avuto tre mamme. Un padre disamorato, ma tre mamme, per tornare all’equilibro di cui dicevo prima. Nel momento in cui le scelte della mia vita sono risultate un po’ particolari, Berlusconi sì, ma pure il matrimonio con Paola, e tante altre cose, loro hanno sempre reagito con preoccupazione ma con totale amore, mi hanno sempre lasciata libera dal peso del giudizio».

     

    francesca pascale paola turci foto di bacco francesca pascale paola turci foto di bacco

    Le ho chiesto degli altri, ma il suo giudizio su di lei?

    «È sempre stato severo, e questo mi ha fatto crescere insicura. All’inizio non me ne sono accorta, poi ho capito che non poteva essere solo responsabilità degli altri, o di quello che mi succedeva intorno. A un certo punto ho capito che toccava a me cambiare. Ho lavorato e lavoro su me stessa e di conseguenza il giudizio su di me si è fatto più tenero». […]

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