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    NON PASSA LO STRANIERO! IL BANDO PER I DIRETTORI DEI MUSEI APERTO SOLO A CHI PARLA ITALIANO – TRA SETTEMBRE E NOVEMBRE 2023 SCADONO SCHMIDT AGLI UFFIZI, BELLENGER AL MUSEO DI CAPODIMONTE, BRADBURNE ALLA PINACOTECA DI BRERA - IL MINISTERO DELLA CULTURA PENSA A UNA TAGLIOLA ANTI-COLONIZZAZIONE: I MANAGER POTRANNO ESSERE ANCHE COMUNITARI MA DOVRANNO ESIBIRE CERTIFICAZIONE SULLA CONOSCENZA DELLA NOSTRA LINGUA – SANGIULIANO SOGNA DI RIMPATRIARE VINCENZO DE BELLIS, CHE DIRIGE LE PIATTAFORME ESPOSITIVE DI ART BASEL...


     
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    Estratto dell'articolo di Giovanna Vitale per “la Repubblica”

     

    eike schmidt eike schmidt

    Do you speak Italian ? È la domanda- chiave cui dovranno rispondere i candidati alla guida dei musei statali che intendano partecipare a uno dei bandi in cottura al ministero della Cultura. Un prerequisito essenziale senza il quale non val neppure la pena di tentare: si verrebbe scartati all’istante.

     

    Con un’ulteriore avvertenza, tuttavia. Ai nuovi direttori di gallerie e parchi archeologici nazionali non basterà saper parlare e scrivere nell’idioma di Dante. Troppo facile.

     

    La destra tricolore, decisa a «tutelare la lingua madre dall’esterofilia dilagante » al punto da proporre l’espulsione di ogni lemma esotico dagli atti della pubblica amministrazione, esige di più: la conoscenza dell’italiano certificata da appositi test riconosciuti a livello internazionale. Un modo per scremare manager e curatori stranieri che dalle Alpi alla Sicilia la fanno da padroni.

     

    gennaro sangiuliano foto di bacco (2) gennaro sangiuliano foto di bacco (2)

    È stata una delle prime istruttorie avviate al dicastero capitanato da Gennaro Sangiuliano: mappare le maggiori istituzioni culturali del Paese per verificare quali e quanti forestieri ne fossero alla guida. E lì hanno scoperto qualcosa che già sapevano, sebbene non in queste dimensioni, e sono ora determinatissimi a cambiare: oltre una decina fra i più prestigiosi musei e teatri lirici sono retti da cittadini nati e cresciuti oltreconfine. Diversi francesi, qualche tedesco, persino uno con passaporto anglocanadese, da anni alla testa degli Uffizi (Eike Schmidt), degli scavi di Pompei (Gabriel Zuchtriegel), del Museo nazionale romano (Stéphane Verger), senza dimenticare i sovrintendenti della Scala, dell’Opera di Torino, del San Carlo.

    il direttore del parco archeologico di pompei gabriel zuchtriegel il direttore del parco archeologico di pompei gabriel zuchtriegel

     

    Alla faccia dei tanti esperti, dotati di ricco curriculum e chiara fama, che l’Italia può vantare. Un nome su tutti: Vincenzo De Bellis, respinto ai concorsi promossi dall’ex ministro dem Dario Franceschini e poi finito a dirigere prima il Walker Art Center di Minneapolis, quindi — da qualche mese — le piattaforme espositive di Art Basel, la fiera d’arte contemporanea più importante al mondo. Uno dei cervelli in fuga che Sangiuliano sogna ora di rimpatriare.

     

    Da settimane al Collegio romano si lavora alla modifica dei bandi per i nuovi direttori dei 13 musei con “autonomia speciale” chiamati a sostituire gli attuali in scadenza. Per tali incarichi, il decreto ministeriale in vigore dal 2014 stabilisce infatti un limite massimo di due mandati consecutivi, della durata di quattro anni ciascuno. Pertanto, tutti i nominati con il primo concorso del 2015 e ancora in servizio saranno obbligati a lasciare tra settembre e novembre 2023. Fra questi, quattro sono di prima fascia, tre dei quali stranieri: Schmidt agli Uffizi, Bellenger al Museo di Capodimonte, Bradburne alla Pinacoteca di Brera. A selezionare i successori sarà una commissione di professori, chiamata poi a sottoporre a Sangiuliano delle terne di nomi da cui pescare i vincitori. 

    vincenzo de bellis vincenzo de bellis

     

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