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    NON POTEVA CHE ESSERE WACO, IL NIDO DELLE FOLLIE A MANO ARMATA E DELLA TESTE PIÙ SURRISCALDATE DEL TEXAS, LA CITTÀ DOVE LE GANG VIOLENTE DEI BIKERS, DI COLORO CHE VIVONO SOPRA, CON, PER LA LORO HARLEY, LA RIBELLIONE ALLA NORMALITÀ SOCIALE, IL TEATRO DELL’ULTIMO MASSACRO: 9 MORTI E 18 FERITI DOPO LO SCONTRO FRA CINQUE GANG RIVALI. ALLA FINE DELLA STRAGE OLTRE 170 PERSONE VENGONO FERMATE E INCRIMINATE


     
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    Vittorio Zucconi per “la Repubblica”

     

    scontro tra bikers in texas jonathan lopez scontro tra bikers in texas jonathan lopez

    scontro tra bikers in texas 15 scontro tra bikers in texas 15

    E allora via, apri il motore, via per sempre dal maledetto “sistema”, dalla società perbene, dalle leggi, dalle convenzioni, via verso la morte sotto i grandi cieli del West, in un ultimo mezzogiorno di fuoco. Run, ragazzo, corri a cavallo della Harley, il rombo ben temperato nelle orecchie, la tua donna sempre pronta sul sellino, l’elmetto nazi in testa, verso la sparatoria e la miserabile morte nella guerra per bande in uno squallido ristorante del Texas chiamato ironicamente come un telefilm da pantofolai addomesticati del video: Twin Peaks.

     

    scontro tra bikers in texas juan garcia scontro tra bikers in texas juan garcia

    Sono i cavalli bradi ad alto contenuto di ottani, gli “Outlaws”, i “Bandidos”, gli “Angeli dell’Inferno”, i “Signori della Guerra”, i bikers, i motociclisti che si fanno chiamare «quelli dell’Uno per Cento» cucito sul gilet di pelle, perchè sono la minoranza dei ribelli senza una causa, i fedeli di una setta che vive ai margini della società convenzionale dei droni impigliati nel quotidiano, in un’esistenza che non vuole conoscere tempo, lavoro, tasse, rate, famigliole insaccata nel minivan, salari.

    motociclisti dopo gli scontri di waco, texas motociclisti dopo gli scontri di waco, texas

     

    Ed età, perchè neppure i vecchi bikers invecchiano, muoiono in sella. Ma assapora, nel gusto macabro del culto della morte replicato nei campionari di teschi, ossa, svastiche e croci blasfeme esibite come tatuaggi del nulla, l’illusione di appartenere a un nuovo ordine dei Templari a pistoni.

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    Non poteva che essere Waco, il nido delle follie a mano armata e della teste più surriscaldate del Texas, la città dove le gang violente dei bikers, di coloro che vivono sopra, con, per la loro moto e il loro choppers a due ruote, la ribellione alla normalità sociale, il teatro dell’ultimo massacro: 9 morti e 18 feriti dopo lo scontro fra cinque gang rivali. Alla fine della strage oltre 170 persone vengono fermate e incriminate. Ad appena un’ora e mezza di moto da Dallas, e a pochi minuti dal ranch di Crawford dove George W. Bush recitò per 8 anni la parte del finto cowboy di buona famiglia, Waco è da decenni la piccola capitale di chi non riconosce governi.

    scontro tra gang di motociclisti in texas scontro tra gang di motociclisti in texas

     

    scontro tra bikers in texas blake taylor scontro tra bikers in texas blake taylor

    E’ il nido sul quale volano i cuculi che cercano di armarsi, nei famosi “Gun Show”, nelle mostre mercato di arsenali spacciati per oggetti da collezione, purchè siano schioppi, fucili, automatici, revolver usati e dunque acquistabili senza i tre giorni di verifiche imposte sulle armi nuove, da quei «maiali dell’Fbi» come mi disse l’armaiola dell’emporio Yellow Rose of Texas.

     

    scontro tra bikers in texas bohar crump scontro tra bikers in texas bohar crump

    Waco sa di caldo asfissiante, di praterie senza orizzonte, di miti roventi, odora ancora della fuliggine sprigionata nel rogo del tempio dei Branch Davidians, la setta di David Koresh che nel 1993 si barricò per 51 giorni rifiutando di obbedire all’Fbi e fu incendiata dalle forze di polizia federali uccidendo nelle fiamme 76 fra adulti e bambini. Una strage che chiamò un’altra strage, quella di Oklahoma City, dove il grattacielo dell’odiato governo federale fu fatto saltare in aria da altri dementi proprio per vendicare i morti di Waco, polverizzando 168 innocenti.

    scontro tra bikers in texas david cepeda scontro tra bikers in texas david cepeda

     

    E’ in questa eterna penombra di violenza, in una terra dove, scrisse il giornale locale fra orgoglio e paura, «anche gli hamburger sanno di polvere da sparo» che la sottocultura delle Bikers’ Gang fermenta. Nell’oceano di appassionati di motociclismo e proprietari di motociclette, che si vendono nel numero di quasi 500mila ogni anno, e nella perfetta rispettabilità della AMA, la Associazione Nazionale dei 600mila bikers che partecipano attivamente al piacere del vento sulla faccia sotto i grandi cieli e al leggendario raduno nazionale di Sturgis, nel South Dakota, le almeno 40 gang criminali catalogate dall’Fbi sono insieme le mele marce e i frutti più succosi.

    HELLS ANGELS HELLS ANGELS

     

    Da quasi 70 anni, da quando la AMA proclamò indignata in un comunicato che il 99 per cento dei motociclisti erano cittadini esemplari, appartenere a quell’uno per cento è il badge, il segno di riconoscimento e di onore per i “Bandidos”, per gli “Outlaws”, per gli Angeli dell’Inferno, per tutte le gang che si immaginano come ordini quasi religiosi.

    scontro tra bikers in texas diego obledo scontro tra bikers in texas diego obledo

     

    Prosperano nel commercio di sostanze proibite, soprattutto di anfetamine, la droga d’elezione, ma anche di cristalli di coca e dunque difendono a ogni costo il proprio territorio. Impongono cerimonie di iniziazione agli aspiranti, con le umiliazioni fisiche e psicologiche degne della peggiore Animal House universitaria.

     

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    un motociclista arrestato un motociclista arrestato

    Sono tutte rigorosamente separatiste, razziste, sessiste, composte da persone di etnia omogenea, e presumibilmente superiore, bianchi con bianchi, latinos con latinos e, raramente, neri con neri. Le donne sono proprietà privata dell’uomo che le possiede, ma che può, in occasionali slanci di generosità condividerle per una rapida corsa con i compagni di gang che fossero temporaneamente rimasti appiedati.

    Hells Angels Harlingen Hells Angels Harlingen

     

    Intervistate, le donne dei bikers vantano, non nascondono, la propria totale sottomissione al loro master, agghindate come i loro padroni, spesso dalla parte sbagliata della mezza età.

     

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    Al polo opposto di tutto ciò che la società considera «corretto», la violenza, la brutalità, la ricercata coreografia, l’abbigliamento irto di punte che fa di alcuni tragicomici porcospini arruolati dalle SS, le migliaia di membri che compongono le 10 gang più temute e marcate strette dall’Fbi sono il peperoncino spesso sanguinoso che regala ai più mansueti motociclisti il brivido di appartenere a un universo alternativo.

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    Capace di fare paura ai borghesucci sui loro Suv, Minivan e utilitaria. La furia di Waco è sempre sotto la pelle dei loro costumi gotico-nazi-carnevaleschi. Serve a dare credibilità alla scenografia e ai costumi. I “Warlocks”, i signori della guerra che battono le strade dell’Est, in Pennsylvania e Florida, hanno avuto quattro di loro arrestati per il possesso di mezza tonnellate di crack.

     

    hells angels hells angels

    Gli “Highway Man” che scorrazzano fra le rovine industriali di Detroit sono disponibili come assassini a contratto. I “Black Pistons”, i pistoni neri, sono nomadi ma dove piantano i propri cavalletti s’impongono abbattendo i membri di gang già presenti. «Siamo arrivati » scrivono sui cadaveri.

     

    un'immagine di _Easy Rider un'immagine di _Easy Rider

    Dalla mite sottocultura libertaria e timidamente ribelle che Dennis Hopper cantò nel suo “Easy Rider” del 1969 in sella ai choppers dalle lunghe zampe cromate, alla violenza degli “Hard Riders” esplosa nella guerra di Waco, o agli scambi di revolverate fra due bande che si spararono in California durante una manifestazione per il Natale dei bambini poveri organizzata proprio da loro, l’evoluzione del mito in criminalità organizzata era prevedibile.

    RADUNO BIKERS RADUNO BIKERS

     

    BIKERS BIKERS

    I giovani di Hopper sono diventati commessi viaggiatori, padri e nonni. Quelli che rifiutarono e rifiutano la fatica di diventare adulti, galoppano, spesso con la panza e la calvizie sotto l’elmetto chiodato, verso il richiamo affascinante dell’eterno Desesperado, in un’America selvaggia che muore ogni giorno con loro.

     

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